San Francesco D'Assisi

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San Francesco D'Assisi por Mind Map: San Francesco D'Assisi

1. Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle, in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento. Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

2. Francesco d'Assisi, nato Giovanni di Pietro di Bernardone è stato un religioso e poeta italiano. Diacono e fondatore dell'ordine che da lui poi prese il nome, è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Il 4 ottobre ne viene celebrata la memoria liturgica in tutta la Chiesa cattolica (festa in Italia; solennità per la Famiglia francescana). È stato proclamato, assieme a santa Caterina da Siena, patrono principale d'Italia il 18 giugno 1939 da papa Pio XII. Conosciuto anche come "il poverello d'Assisi", la sua tomba è meta di pellegrinaggio per centinaia di migliaia di devoti, pellegrini e ammiratori ogni anno. San Francesco d'Assisi è uno dei santi più popolari e venerati del mondo.

3. Oltre all'opera spirituale, Francesco, grazie al Cantico delle creature, è riconosciuto come uno degli iniziatori della tradizione letteraria italiana.

4. «Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so' le laude, la gloria e 'honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.

5. Nei primi 5 versi notiamo la presenza di 2 affermazioni ricorrenti nella letteratura religiosa: l'unico essere degno di ricevere lodi è Dio, ma l'uomo non è degno di nominarlo.

6. Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore,de te, Altissimo, porta significatione.

7. L'elenco delle creature inizia con il sole, ma non è una scelta casuale, in fatti secondo la concezione medievale il sole è la creatura più degna di rappresentare le divinità .

8. L'elenco procede con altri corpi celesti e con i quattro elementi che formano il mondo secondo la concezione fisica classica e medievale, ovvero aria, acqua, fuoco e terra. In questi 4 elementi notiamo un riferimento alle manifestazioni simboliche di Dio legate alla tradizione delle sacre scritture, ad esempio nel fuoco può essere riconosciuto un riferimento alla Pentecoste (la discesa dello spirito santo sugli apostoli narrata come un apparizione fiammeggiante. Allo stesso modo nell'acqua potremmo vedere un collegamento ai sacramenti del battesimo e della penitenza.

9. Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione. Beati quelli che 'l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.

10. A coloro che sopportano le sofferenze senza ribellarsi sarà concessa la beatitudine.

11. Laudato si' mi' Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi' Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate»

12. tutto ciò che ha creato Dio è degno di lui, tranne l'uomo che essendo dotato di libero arbitrio deve meritare l'appartenenza all'armonia universale. Gli ultimi 2 versi spiegano in modo esplicito l'intento del canto, ovvero quello di lodare Dio.

13. La costruzione della basilica inizia ad Assisi nel 1228,due anni dopo la morte di S.Francesco,a lui dedicata,e termina nel 1280.E' uno dei primi esempi dell'originalita' del gotici italiano.E' composta da due ambienti sovrapposti:una chiesa inferiore e una chiesa superiore,probabilmente perche' non fu opera di un solo maestro. La facciata si presenta molto sobria,e nella sua solidita' e compattezza ricorda gli edifici romanici. Lungo le pareti laterali alcuni cilindri in muratura sostengono i contrafforti e gli archi rampanti. A fianco si innalza il campanile dalla pianta rettangolare,senza aperture. La chiesa inferiore si avvicina molto di piu' al romanico, per la presenza di alcune caratteristiche. Infatti nonostante sulle navate laterali si aprono archi a sesto acuto, elementi gotici, essi sono molto ribassati e sorretti da pilastri tozzi e massicci. Le volte sono a tutto sesto. Le pareti sono solide e la luce illumina l'interno attraverso piccole aperture,piu' simili a fessure che a finestre.La robustezza di questa chiesa,tipica del romanico,e' necessaria per sostenere la chiesa superiore. La chiesa superiore si avvicina al gotico per quanto riguarda la struttura e alcuni elementi architettonici. Si sviluppa in altezza,presenta volte a crociera ogivale sostenute da pilastri sottili,ampie finestre inondano di luce l'interno. Tuttavia alcuni caratteri ci ricordano che non e' una chiesa gotica d'Oltralpe: infatti vi sono affreschi sulle pareti e sulle volte, che nelle chiese gotiche dell'Europa centrale sono sostituiti da finestre dipinte; inoltre un cornicione orizzontale che delimita l'alto zoccolo in muratura(parte inferiore di una struttura),spezza la verticalita' dell'edificio,secondo l'idea romanica dell'equilibrio tra altezza e larghezza.

14. Il cantico delle creature viene composto nel 1224, due anni prima che morisse Francesco. È diviso in 3 parti, la prima parte introduce il tema della lode, nella seconda parte inizia l'elenco delle creature tramite le quali lodiamo Dio, e l'ultima parte invita esplicitamente il lettore a lodare Dio. È stato abbastanza confuso negli anni il valore del "per" utilizzato frequentemente, ma le ipotesi più accreditate sostengono si riferisca al fatto di lodare Dio tramite le sue creature, questo evidentemente per il fatto che come dice Francesco, nessun uomo è degno di nominare Dio, proprio per questo la scelta di usare il creato per lodare il creatore.

15. Le Storie di san Francesco sono un ciclo pittorico dipinto ad affresco nella parte inferiore dell'unica navata della basilica superiore di Assisi. Secondo alcuni storici dell'arte fu intrapreso subito dopo il 1296(cioè dopo la realizzazione delle Storie dell'Antico e del Nuovo Testamento, presenti nella fascia superiore della navata), per altri tra il 1292 e il 1296.

16. Si ritiene comunemente che tradizione storiografica, a partire già dalle testimonianze più antiche (Riccobaldo Ferrarese, Ghiberti e Vasari), abbia indicato negli affreschi del ciclo francescano la mano di Giotto. In uno dei testi più citati, quello del Ghiberti, si legge: "Dipinse [Giotto] nella chiesa d'Asciesi nell'ordine de' frati minori quasi tutta la parte di sotto"; questo è stato inteso da molti come una indicazione del ciclo francescano lungo la fascia in basso della Basilica Superiore; altri, invece lo intendono come riferimento agli affreschi della Basilica Inferiore e non credono che Giotto sia l'autore del ciclo francescano.

17. "Povertà", "obbedienza" e "castità" sono aspetti fondamentali della vita di Francesco e dei suoi discepoli. Dopo un primo periodo passato in solitudine, Francesco iniziò a vivere la propria vocazione insieme a dei compagni che volevano imitare il suo esempio. L'umiltà e l'ascetismo al quale si accompagnò l'opera del santo gli valse il nome di Imitator Christi("Imitatore di Cristo"): da qui inizia l'esperienza della "fraternità", nella quale ciascun membro è dunque un imitator Francisci ("Imitatore di Francesco"), e dunque un imitator Christi. Secondo la regola dettata da Francesco, la vita comunitaria deve cercare di conformarsi a questi principi: fraternità, umiltà e povertà. È chiaro come a San Francesco interessassero soprattutto i ceti sociali più deboli, tendesse con amore fraterno verso quel "prossimo" spesso respinto e disprezzato dalla società, cioè verso il povero e il malato. Francesco vuole essere il «minore tra i minori» (umile tra gli umili). Si sostiene che egli applicò ai compagni l'appellativo minores, dato in spregio ai popolani dai ricchi, perché lui stesso voleva incarnare la figura di "uomo del popolo". A imitazione dei poveri e dei mendicanti, è l'aspetto itinerante dei francescani, secondo il principio di portare il proprio sostegno materiale e spirituale al prossimo andandogli incontro là dove egli si trova: applicando questa regola alla prima persona Francesco visse e scontò un incessante vagare, portandosi fino ai confini dell'Europa, sostentandosi del frutto del lavoro che gli veniva offerto per strada e dove questo non fosse possibile, attraverso l'elemosina.

18. Rilevante è innanzitutto la scelta dei modelli da parte di Francesco: il frate, consapevole della penetrazione dei Salmi nella cultura del suo tempo (anche a livello popolare), si ispira al Salmo 148 per la sua celebrazione del mondo di Natura creato dal Signore

19. San Francesco viene anche ricordato per le sua straordinaria capacità di comunicare con gli animali, molti sono gli aneddoti che lo dimostrano, come ad esempio quella volta che scoprendo una popolazione terribilmente spaventata da un lupo riuscì a convincere l'animale a non far male a nessuno, semplicemente parlandogli. Inoltre il santo ha sempre dimostrato una forte umiltà, il desiderio di far parte del popolo, egli non aveva paura di stare a contatto con i malati, e questo è dimostrato dal fatto che lui stesso mangiò dal piatto di un lebbroso, senza alcun timore.

20. Secondo la tradizione fu lo stesso Francesco ad indicare il luogo in cui desiderava essere sepolto. Si tratta della collina inferiore della città dove, abitualmente, venivano sepolti i "senza legge", i condannati dalla giustizia (forse anche per questo era chiamata Collis inferni). Quel colle, donato da Simone di Pucciarello, fu ribattezzato Collis paradisi e su di esso fu edificata la nuova basilica, al margine nord-occidentale della città murata. Sebbene le disposizioni testamentarie di Francesco (1226) raccomandassero la costruzione di chiese secondo la primaria regola della povertà, disposizione confermata anche nello statuto redatto sotto Bonaventura da Bagnoregio (1260), la basilica rappresentò un'evidente deroga al rigore tipicamente francescano. Tale impresa fu possibile per una lettura delle strutture ecclesiali come mezzo di trasmissione per il messaggio francescano, soprattutto attraverso le decorazioni figurative che dovevano creare delle vere e proprie Biblia pauperum, ovvero "Bibbie per i poveri" analfabeti, incapaci di leggere ma istruibili attraverso le immagini.

21. Indipendentemente dal fatto che si tratti di Giotto o di un altro pittore, le scene non mostrano sempre la stessa qualità esecutiva, per cui furono sicuramente dipinte da più mani all'interno dello stesso cantiere con la supervisione di un protomagister. L'importanza del Ciclo francescano sta comunque nelle soluzioni formali rivoluzionarie. Innanzitutto l'impaginazione delle scene si differenzia nettamente dalle cornici geometriche pensate da Cimabue e dagli altri pittori duecenteschi: per essi la superficie era essenzialmente bidimensionale, ed era trattata quindi come la pagina miniata con motivi di corredo puramente decorativi. Per Giotto invece lo spazio pittorico doveva ricreare un volume tridimensionale e giustificò l'interruzione tra le scene tramite una serie di colonne che simulano un loggiato, sviluppando un'idea già usata, ad esempio nei mosaici della cupola del battistero di Firenze.

22. Con un sapiente dosaggio del chiaroscuro si rende l'evidenza plastica delle figure, mentre l'uso di architetture scorciate che svolgono il ruolo di quinte prospettiche creano degli spazi praticabili in cui i personaggi si muovono con naturalezza e coerenza, ad esempio possono girarsi di spalle rispetto all'osservatore cosa prima inconcepibile. La composizione è libera dagli schematismi e simmetrie della pittura precedente, anche se accanto a scenari naturali ed architettonici realistici troviamo ancora delle rappresentazioni dal gusto arcaico e non tutti gli scorci sono resi con la stessa sicurezza: più incerte appaiono le città dipinte in lontananza e gli edifici delle prime tre campate della parete sinistra.