I soggetti autorizzati allo svolgimento dell’attività d’intermediazione devono comunicare preventivamente al Ministero del lavoro e delle politiche sociali l’avvio dello svolgimento dell’attività di intermediazione, autocertificando il possesso dei requisiti richiesti.

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Gli operatori di cui al comma 1 dell’art. 6 (università pubbliche e private, comprese le fondazioni universitarie) costituiscono il primo macro-gruppo di intermediari speciali e, in quanto gravati di minori adempimenti, sono autorizzati all’esercizio dell’intermediazione a condizione che agiscano senza finalità di lucro, fermo restando l’obbligo dell’interconnessione alla Borsa continua nazionale del lavoro (Bcnl- Cliclavoro) nonché l’invio di ogni informazione relativa al funzionamento del mercato del lavoro. Come chiarito nella disciplina attuativa, essi “non necessitano di provvedimento autorizzatorio”, beneficiando di un’abilitazione ope legis[1].

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Diversamente, sono sottoposti al procedimento di autorizzazione i comuni, anche associati nelle forme delle unioni di comuni, le comunità montane, le camere di commercio e gli istituiti di scuola secondaria di secondo grado. Ai fini dell’esercizio dell’attività di intermediazione, oltre ai comportamenti attivi già imposti alle università, questi ultimi sono tenuti al rispetto di alcuni dei requisiti di ordine strutturale e logistico (disponibilità di uffici e competenze professionali adeguate) che gravano sulle Agenzie per il lavoro, nonché dei diritti dei lavoratori in tema di tutela della privacy. Il loro ingresso nel mercato del lavoro può avvenire solo sulla base di un provvedimento abilitativo regionale.

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Il terzo dei regimi particolari in esame riguarda gli intermediari speciali individuati dal comma 3 dell’art. 6, i quali possono ottenere la necessaria autorizzazione se in possesso delle condizioni generali di cui all’articolo 5 co. 1 (lett. da c ad f). Le parti sociali devono attestare idoneità delle strutture e adeguatezza professionale, come gli enti pubblici rientranti nel secondo macro-gruppo e, in aggiunta, garantire l’onorabilità del personale dirigente e la presenza di distinte divisioni operative. Agli stessi operatori sono imposti gli obblighi informativi che sussistono in capo alle Agenzie per il lavoro ed il rispetto della privacy dei lavoratori.

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Un ruolo di rilievo è attribuito ai consulenti del lavoro, in favore dei quali è prevista la possibilità di svolgere, in nome e per conto della Fondazione istituita dal proprio Consiglio nazionale, tutte le azioni necessarie all\'attività di intermediazione e ad essa collegabili. Ad ogni singolo studio professionale “delegato”[2] sono richiesti solo requisiti logistici, mentre spetta allo stesso Consiglio nazionale, tramite la Fondazione, vigilare “affinché i consulenti interessati all’attività di intermediazione diano adeguata garanzia di svolgere tale ruolo nel rispetto delle norme di legge e deontologiche”.

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I soggetti autorizzati e i soggetti pubblici devono essere collegati in una rete che costituisca la borsa nazionale continua del lavoro (soppiantato da Cliclavoro). Si tratta di un sistema informativo, basato su una rete di nodi regionali, accessibile tramite internet, finalizzato a rendere trasparente il mercato del lavoro e a favorire il libero incontro tra domanda e offerta di lavoro, aperto a:

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- cittadini in cerca di impiego che vogliano candidarsi o visualizzare le offerte di lavoro,

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- imprese o datori di lavoro che vogliano pubblicare le proprie ricerche di personale

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- operatori pubblici o privati autorizzati, che hanno l\'obbligo di rendere pubblici i dati acquisiti.

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Si persegue dunque una integrazione, a livello nazionale con il fine di integrare i sistemi regionali, e, a livello regionale, con il fine di integrare i soggetti pubblici e quelli privati e uniformare gli standard di servizio. Attualmente le Regioni stanno costituendo i sistemi regionali che comporranno quello nazionale. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha fissato gli standard tecnici e i meccanismi di scambio.

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[1] In virtù della riconosciuta autorizzazione ex lege, le università, a differenza di tutti gli altri operatori, non vengono iscritte presso la sezione III dell’Albo unico di cui al D.Lgs. 276/03, e non risultano quindi autorizzate allo svolgimento delle attività di ricerca e selezione del personale e supporto alla ricollocazione professionale.

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[2] I singoli professionisti devono garantire la presenza di uno “spazio dedicabile, anche in via non esclusiva, all’attività di intermediazione”, in cui sia assicurata “l’assoluta privacy dei contatti tra consulente e persone interessate, nonché l’accesso ai disabili ai sensi della normativa vigente”.

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Il mercato del lavoro: concetti, strumenti, politiche e servizi.