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Seneca 저자: Mind Map: Seneca

1. vita

1.1. 4 a. C - 65 d.C.

2. lingua e stile

3. fortuna dell'autore

4. tematiche

4.1. la morte

4.2. il tempo

4.3. la fermezza del saggio

4.4. controllo delle passioni e di se stessi, della paura

4.5. la vita contemplativa

4.6. l'impegno civile

5. eclettismo ed antidogmatismo

6. Danno il nome alla tragedia un gruppo di donne fenicie che, destinate al santuario di Apollo a Delfi, arrivano a Tebe e assistono alla vicenda che qui ha luogo.L'opera è chiaramente ispirata alle Fenicie di Euripide, di cui Seneca invertì gli episodi principali,[2] tuttavia tali episodi (quello di Edipo con Antigone sul monte Citerone e quello ambientato a Tebe) appaiono non ben collegati tra loro. Si ritiene inoltre che manchi il finale dell'opera, poiché essa si conclude con il tentativo fallito di Giocasta di far riconciliare i due fratelli, senza che essi poi si facciano guerra e si uccidano tra loro. È stato pure ipotizzato che quello fosse in realtà proprio il finale dell'opera voluto da Seneca, un finale che sottintendeva dunque che Polinice sarebbe tornato in esilio rinunciando ad ogni brama sulla città. Pare però improbabile che l'autore intendesse proporre un cambiamento così radicale della vicenda raccontata dal mito.

7. La scena è a Tebe, durante l'assenza di Ercole impegnato nell'ultima delle Dodici fatiche. Lico ha approfittato dell'assenza dell'eroe per usurpare il trono insidiando Megara, consorte di Ercole. Nel Prologo, Giunone annuncia la sua vendetta contro l'odiato figliastro Ercole: lo farà impazzire e così ucciderà la moglie Megara e i figli avuti da lei. Lico cerca di convincere Megara a sposarlo, e al suo rifiuto, ordina l'uccisione di lei e dei suoi figli. Provvidenziale è l'intervento di Ercole, appena tornato dagli Inferi con Teseo: Ercole compie la sua vendetta uccidendo Lico. Ma la vendetta di Giunone si attua: Ercole perde la ragione, e, scambiando i figli per dei mostri e credendo la moglie Giunone li uccide senza pietà (raccapricciante è la descrizione della morte del figlio, col cranio fracassato e il cervello spappolato sulle pareti). Quando rinsavisce si rende conto con orrore di ciò che ha fatto, e vorrebbe uccidersi. Teseo lo blocca invitandolo a venire con lui ad Atene, dove verrà giudicato dall'Areopago.

8. opere

8.1. dialogi

8.1.1. 3 consolationes

8.1.1.1. Ad Marciam matrem

8.1.1.2. Ad Marciam

8.1.1.3. Ad Polybium

8.1.2. De ira

8.1.3. 7 dialogi

8.1.3.1. De tranquillitate animi

8.1.3.2. De providentia

8.1.3.3. de constantia sapientis

8.1.3.4. De brevitate viate

8.1.3.5. de vita beata

8.1.3.6. de otio

8.2. trattati

8.2.1. De clementia

8.2.2. De beneficiis

8.3. tragedie

8.3.1. Oedipus

8.3.2. Hercules furens

8.3.3. troades

8.3.4. phoenissae

8.3.5. Medea

8.3.5.1. Medea: strega, "barbara" e donna

8.3.5.1.1. Naturales quaestiones

8.3.6. Thyestes

8.3.7. Agamennon

8.3.8. Phaedra

8.4. epigrammi

8.5. lettere morali a lucilio

8.6. Apotheosis Divi Claudii