LA DECOLONIZZAZIONE

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LA DECOLONIZZAZIONE 作者: Mind Map: LA DECOLONIZZAZIONE

1. DI COSA SI TRATTA?

1.1. La decolonizzazione è il processo storico che ha portato alla fine degli imperi coloniali e all'indipendenza dei popoli colonizzati.

1.1.1. Il processo durò all'incirca 40 anni (dagli anni Quaranta agli anni Ottanta) e avvenne per via pacifica (con trattative tra la madrepatria e i gruppi dirigenti locali) o per via violenta (tramite guerre di liberazione).

2. QUALI FURONO LE CAUSE?

2.1. 1- cause culturali: cambia il punto di vista dell'uomo europeo (diffusione del sentimento nazionale) e le colonie iniziano a volersi emancipare.

2.2. 2- cause internazionali: le maggiori potenze coloniali (in particolar modo Francia e Inghilterra) uscirono fortemente indebolite dalla seconda guerra mondiale ed emergono l'USA e l'URSS.

3. QUALI FURONO LE CONSEGUENZE?

3.1. NEOCOLONIALISMO:

3.1.1. Le vecchie colonie seppur formalmente indipendenti continuarono ad essere condizionate dalle vecchie nazioni colonizzatrici.

3.1.1.1. Questo avvenne perché i governi occidentali continuarono ad imporre la propria superiorità militare, diplomatica ed economica.

3.1.1.1.1. Sorse perciò un dibattito ideologico che vide due fronti scontrarsi.

3.2. in AFRICA

3.2.1. Nonostante la decolonizzazione l'80% della popolazione vive in zone rurali, è afflitta dal fenomeno della povertà di massa, quasi la metà degli Stati è coinvolta in guerre e continua ad essere sfruttata dai paesi sviluppati.

3.3. Nacque l'espressione "TERZO MONDO", coniata nel 1952 dall'economista e demografo francese Alfred Sauvy, per definire i paesi al di fuori dell'Europa e non appartenenti ai due grandi blocchi ideologici (che erano definiti primo e secondo mondo).

3.3.1. Le caratteristiche che accomunano questi paesi sono: 1- preponderanza del settore primario, poco sviluppo industriale, la ricchezza risiede nelle materie prime 2-tassi di crescita molto bassi 3- elevata disoccupazione 4- carenze alimentari 5- analfabetismo e arretratezza sia a livello sanitario che urbano.

4. IL CASO DELL'AMERICA LATINA

4.1. I Paesi dell’America latina erano già indipendenti da tempo ma arretrati e strettamente subordinati agli Stati Uniti.

4.1.1. Nel 1948 nacque per mano degli USA l'Organizzazione degli Stati Americani che mirava a rafforzare la cooperazione economica fra gli Stati del continente.

4.1.2. Durante la seconda guerra mondiale si sviluppò soprattutto il ceto medio urbano per via dell’aumento della richiesta di materie prime.

4.1.2.1. Nei vari paesi si adottarono scelte politiche diversificate di stampo liberale , populista e dittatoriale.

4.1.2.1.1. ARGENTINA

4.1.2.1.2. BRASILE

4.1.2.1.3. CUBA

5. DOVE AVVENNE?

5.1. MEDIO ORIENTE

5.1.1. Dopo la prima guerra mondiale: la Francia aveva il mandato in Siria e in Librano mentre la Gran Bretagna in Iraq e Palestina.

5.1.1.1. Dopo la seconda guerra mondiale gli stati arabi iniziarono a rivendicare la propria indipendenza tramite il movimento nazionale arabo (nato nei primi decenni del Novecento contro la dominazione Ottomana) e con la Lega Araba (nata il 22 marzo 1945 e che comprendeva Libano, Siria, Iraq, Egitto, Arabia Saudita, Transgiordania e Yemen) con l'obiettivo di creare uno Stato Arabo.

5.1.1.1.1. LA PALESTINA: L'Inghilterra inizialmente appoggiò il progetto sionista di Herzl (con il trattato di Balfour del 1917) ma dopo la seconda guerra mondiale preoccupata di inimicarsi gli Stati arabi iniziò ad ostacolare il progetto, ottenne il mandato e iniziarono le prime migrazioni ebree in Palestina.

5.1.1.2. Sotto pressione inglese la Francia riconobbe l'indipendenza del LIBANO e della SIRIA e la Gran Bretagna rese indipendente la TRANSGIORDANIA.

5.2. MAGRHEB ("occidente" della nazione araba: Marocco, Algeria, Tunisia e Libia) ed EGITTO.

5.2.1. MAROCCO

5.2.1.1. La Francia permise che Mohammed V tornasse al trono e nel 1956 gli concesse l'indipendenza.

5.2.2. LIBIA

5.2.2.1. L'Italia nel 1947 con il trattato di pace di Parigi dovette rinunciare a tutti i suoi possedimenti in Africa (Libia, Somalia ed Eritrea).

5.2.2.1.1. L'ERITREA: Il 2 dicembre 1950 l'ONU la dichiarò “unità autonoma federata all’Etiopia”.

5.2.2.1.2. LA SOMALIA: l'Italia stessa si occupò di questa colonia che era suddivisa in Somalia britannica, italiana e francese.

5.2.2.2. 1969: colpo di stato di militari guidati da Muammar Gheddafi.

5.2.2.2.1. 1- appoggiò i movimenti anti-imperialisti

5.2.2.2.2. 2- si schierò con l'URSS

5.2.2.2.3. 3- si inserì nei confitti interni africani

5.2.2.2.4. 4- confiscò le terre occupate dai coloni italiani

5.2.3. TUNISIA

5.2.3.1. Nel 1954 i Francesi permisero l'indipendenza e liberarono il leader Habib Bourguiba.

5.2.3.1.1. Nel 1956 ottenne la piena indipendenza.

5.2.4. ALGERIA

5.2.4.1. Dopo l seconda guerra mondiale in movimento nazionalista algerino si ribellò alla dominazione francese. La lotta culminò l'8 maggio 1945 con la sommossa di Setif.

5.2.4.1.1. Nel 1946 la Francia concesse uno statuto che riconosceva una parziale autonomia e la nazionalità francese agli algerini.

5.2.5. EGITTO

5.2.5.1. crisi del Suez

5.2.5.1.1. Nel 1952 sale al potere Gamal Abdel Nasser.

5.3. ASIA

5.3.1. INDIA e PAKISTAN

5.3.1.1. L'India era la principale fornitrice per l'occidente di cotone, di truppe destinate ai contingenti militari e di altri materiali pregiati.

5.3.1.1.1. il maggior esponente della lotta per l'indipendenza fu Mahatma ("grande anima") Mohandas Karamchand Gandhi. Coinvolse l'intera popolazione seconda la dottrina della non-violenza.

5.3.1.1.2. Nel 1947 ottiene l'indipendenza dall'Inghilterra.

5.3.2. SUD-EST ASIATICO

5.3.2.1. Dopo la seconda Guerra Mondiale la Gran Bretagna aveva il compito di riaffermare il vecchio ordine coloniale dopo che il Giappone aveva occupato le Filippine e le colonie Inglesi, Francesi e olandesi del sud-Est asiatico.

5.3.2.1.1. La decolonizzazione oramai però era già stata avviata.

5.3.2.2. Guerra d'INDOCINA

5.3.2.2.1. Nel 1941 nacque la Lega per l’indipendenza (Vietminh) guidata dal leader comunista Ho Chi Minh.

5.4. SUDAFRICA

5.4.1. Il 1960 venne definito "anno dell'Africa" in quanto ben 17 Stati africani ottennero l’Indipendenza: SENEGAL, MALI, CAMERUN, TOGO, MADAGASCAR, BENIN, NIGER, BURKINA FASO, COSTA D’AVORIO, CIAD, REPUBBLICA CENTRAFRICANA, GABON, MAURITANIA, NIGERIA, CONGO,, SOMALIA, ZAIRE

5.4.1.1. Alcune colonie per ottenere l'indipendenza fecero dei percorsi un po' più travagliati

5.4.1.1.1. il CONGO: già nel 1885 nacque lo stato libero del Congo. Era in verità un possedimento personale del re Leopoldo II del Belgio, il quale per brama di caucciù ed avorio oppresse i suoi immensi domini nel continente africano.

5.4.1.1.2. il KENYA: fu soggetto alla forte opposizione all’indipendenza da parte dei coloni bianchi (che erano i detentori delle terre migliori).

5.4.1.1.3. L'ANGOLA E IL MOZAMBICO: erano due colonie portoghesi che faticarono ad ottenere l’indipendenza a causa della dittatura portoghese di Salazar.

5.4.1.1.4. LO ZIMBABWE: I coloni bianchi, per non perdere i propri privilegi, ruppero i rapporti con la Gran Bretagna e proclamarono l’indipendenza.

5.4.2. Prima del 1960 avevano già ottenuto l’indipendenza: Il Ghana (nel 1957, tramite trattative pacifiche con il governo britannico e la Guinea (nel 1958, grazie al leader del movimento nazionalista Touré)

5.5. AFRICA NERA

5.5.1. A seguito della Seconda Guerra Mondiale i bianchi riuscirono a mantenere il potere e per difendere i propri poteri usavano la separazione razziale ovvero l'apartheid.

5.5.1.1. Questa politica prese piede dopo il1948 con la vittoria del National Party alle elezioni. Questo partito infatti adottò l’apartheid come politica ufficiale dello Stato (fino al 1994).

5.5.1.1.1. Dal 1912 l'African National Congress iniziò ad opporsi alla segregazione raziale e dal 1947 iniziò la collaborazione con il Natal Indian Congress.

5.5.1.2. Lo Stato decideva i luoghi in cui ciascun gruppo poteva vivere, che tipo di lavori poteva esercitare e a che tipo di sistema scolastico poteva accedere.

5.5.1.2.1. Venivano proibite quasi tutte le relazioni interrazziali, i luoghi pubblici erano separati e i non bianchi non potevano partecipare alla vita politica.