QUESTIONE DELLA LINGUA NEL PRIMO OTTOCENTO

Comienza Ya. Es Gratis
ó regístrate con tu dirección de correo electrónico
QUESTIONE DELLA LINGUA NEL PRIMO OTTOCENTO por Mind Map: QUESTIONE DELLA LINGUA  NEL PRIMO OTTOCENTO

1. LEOPARDI

1.1. ZIBALDONE

1.1.1. "Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica" (1818)

1.1.1.1. “Chiamare la poesia dal primitivo al moderno, è lo stesso che sviarla dall’ufficio suo, volerla spogliare di quel sovrano diletto ch’è suo proprio, tirarla dalla natura all’incivilimento”

1.1.1.2. la vera poesia è quella degli antichi, basata sulle illusioni, fatta per parlare ai sensi, finalizzata al piacere

1.1.2. L’arte dei moderni per lui non può riproporre l’intatta serenità di quella degli antichi, ma rimane centrale il suo compito che è quello di provocare piacere

1.1.3. la poesia parla la lingua delle illusioni, non della ragione

1.1.4. Nello Zibaldone i brani sono dedicati alla “teoria del piacere” e alla funzione della poesia

1.1.4.1. "La funzione della poesia"

1.1.4.1.1. "Hanno questo di proprio le opere di genio... servono sempre di consolazione, raccendono l'entusiasmo..."

1.1.4.2. "Termini e parole"

1.1.4.2.1. Leopardi concentra la sua riflessione sugli effetti che la poesia deve produrre sui lettori

1.1.4.2.2. "Le voci scientifiche presentano la nuda e circoscritta idea di quel tale oggetto, e perciò si chiamano termini perché determinano e definiscono la cosa da tutte le parti"

1.1.4.2.3. "Quanto più una lingua abbonda di parole, tanto più è adatta alla letteratura e alla bellezza..."

1.2. IDILLI

1.2.1. Sono dei "quadretti" in cui il poeta riflette sul proprio stato d'animo partendo dall'osservazione del paesaggio

1.2.2. "L'infinito"

1.2.2.1. "Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare"

1.2.2.1.1. La consolazione del poeta deriva, in questo caso, dall'idea di andare oltre i limiti, cosa che crea una sensazione di eternità

1.3. OPERETTE MORALI

1.3.1. cambiamento delle scelte letterarie: abbandona la poesia, si dedica alla prosa

1.3.1.1. intonazione

1.3.1.1.1. momenti lirici di contemplazione della vastità dell’universo o di compassione per le creature che lo abitano

1.3.1.1.2. tono ironico, atteggiamento nuovo per leopardi

1.3.1.2. stile

1.3.1.2.1. prosa illustre e antica: attinge alla tradizione italiana dal Cinquecento al seicento

1.3.1.2.2. lontanissimo dalle scelte linguistiche di Manzoni e dei Romantici

1.3.1.3. ritmo:

1.3.1.3.1. musicale

1.3.2. messa in scena delle idee di leopardi attraverso: dialoghi, parabole, brevi racconti

1.3.2.1. racconto filosofico

1.3.2.1.1. Dialogo di un venditore di Almanacchi: ricorda la maieutica socratica, da cui il metodo socratico. ognuno è portavoce di un messaggio

1.3.2.1.2. morto: non può generare dolore, perchè dolore è cosa viva (...) mi ricordo che il senso che provai, non fu molto dissimile dal diletto che è cagionato agli uomini dal languore del sonno, nel tempo che si vengono addormentando

1.3.2.1.3. dialogo di federico Ruysch e delle sue mummie: portavoce della filosofia materialistica

1.3.2.2. chiusa:

1.3.2.2.1. la chiusa tipicamente leopardiana: ironia che va a sgretolare le certezze