Il primo dopoguerra, la crisi e i totalitarismi

Comienza Ya. Es Gratis
ó regístrate con tu dirección de correo electrónico
Il primo dopoguerra, la crisi e i totalitarismi por Mind Map: Il primo dopoguerra, la crisi e i totalitarismi

1. L'impossibile pacificazione

1.1. la nuova Europa

1.1.1. era prevalsa la linea dura, per la volontà di stroncare gli imperi centrali

1.1.1.1. l'umiliazione di Versailles aumentò il nazionalismo tedesco

1.1.1.2. nella pace c'erano già i presupposti per il riemergere di dittature nazionalistiche

1.1.2. nascono Cecoslovacchia, Polonia e Jugoslavia. L'Italia si espande fino all'Istria e al Brennero

1.1.3. Era la fine delle antiche dinastie, si diffonde il parlamentarismo democratico

1.1.3.1. tuttavia, GB e Francia dovevano essere arbitri dell'ordine, ma erano indeboliti

1.2. fine dell'egemonia europea

1.2.1. l'avanzata economica europea era stata bloccata dalla corsa agli armamenti; ora rimanevano stati distrutti e privi di capitali, debiti, dazi e inflazione altissima

1.2.2. i paesi dell'intesa avevano debiti con gli USA

1.2.2.1. che non intervengono nello scenario politico in virtù dell'isolazionismo

1.2.3. emergevano nuovi stati nello scenario mondiale (Giappone, America del Sud)

1.2.4. La Gran Bretagna non seppe controllare l'Europa, né i propri domini: perse l'Irlanda e la gestione delle colonie

1.3. La tensione nelle colonie

1.3.1. gli arabi si coalizzano contro i "mandati" stipulati dagli europei; molti arabi erano stati inviati al fronte

1.3.1.1. erano mossi dal principio di autodeterminazione dei popoli e si ispiravano alla rivoluzione bolscevica

1.3.2. Turchia

1.3.2.1. i curdi vogliono separarsi sulla base dell'autodeterminazione ma ciò viene represso

1.3.2.2. era una democrazia solo formale, più una dittatura militare autoritaria

1.3.3. In Egitto, Iraq e Arabia Saudita si passa dal controllo coloniale a forme di protettorato

1.3.3.1. inizia il conflitto sionista-arabo in Palestina

1.3.3.2. in Libia, al contrario, avviene una rimilitarizzazione del territorio

1.3.4. India

1.3.4.1. gli inglesi promettono l'autogoverno ma riprendono con la violenza

1.3.4.2. azione di Gandhi contro il sistema delle caste

1.3.4.2.1. Government of India act

1.3.5. Cina

1.3.5.1. per loro ci fu una perdita di territori nonostante fosse schierata con l'intesa. Ciò accese il nazionalismo

1.3.5.2. il partito Nazionalista promuoveva il marxismo e quindi la lotta contro i signori della guerra

1.3.5.2.1. il marxismo viene accantonato nel '28

1.4. La nascita dell'Urss

1.4.1. il socialismo diventa un modello invidiato dalle classi lavorative del mondo

1.4.1.1. fu contrastato: i bolscevichi dovettero resistere al tentativo di controrivoluzione degli avversari politici e delle armate straniere

1.4.2. doveva rilanciare l'economia e per farlo confiscò le produzioni agricole

1.4.2.1. il regime assumeva i caratteri di una dittatura, con la limitazione delle libertà di esprimere il dissenso in nome nella rivoluzione

1.4.2.1.1. massacro dello Zar e famiglia e dei marinai rivoltosi

1.4.2.2. distacca le grandi masse contadine

1.4.3. Nel 1922 viene istituita l'URSS, che doveva rilanciare l'economia

1.4.3.1. varata la Nep, che permetteva l'iniziativa privata alle piccole imprese e cedeva piccoli lotti di terra ai contadini ma concentrava nello stato le grandi imprese; era tuttavia ancora insufficiente

1.4.4. Alla morte di Lenin succede Stalin, che non voleva esportare il modello comunista e puntava all'agricoltura e non all'industrializzazione

1.5. Crisi delle democrazie europee

1.5.1. Biennio rosso

1.5.1.1. in Germania fu tentata la rivoluzione comunista, ma il partito fu stroncato dall'esercito

1.5.1.2. casi simili in Ungheria, Polonia e Slovacchia e a Milano e Torino; ma non ci furono mai grandi risultati

1.5.1.3. il desiderio di un riformismo prevaleva sul massimalismo, dopo la guerra

1.5.2. l'insoddisfazione non si esaurisce, le forze autoritarie acquistano consenso da tutte le classi sociali

1.5.3. Le democrazie non erano in grado di dare risposte rapide alle richieste (perlopiù economiche) del popolo

1.5.3.1. una strada fu il corporatismo, basato sull'accordo tra stato e collegi di industriali/operai. Fu il simbolo della debolezza della democrazia

1.5.4. negli stati appena formati sorgono le dittature per evitare che la democrazia togliesse il potere ai poteri forti (re, esercito, burocrati)

1.6. Il fascismo in Italia

1.6.1. Mussolini fonda i fasci di combattimento, animati da antibolscevismo e desiderio di rovesciamento del sistema democratico

1.6.2. in guerra i gruppi industriali si erano ingrossati e fusi in monopoli, sostenuti dalla domanda statale

1.6.2.1. si acuì il divario nord-sud

1.6.3. crebbe il malcontento per la mancata distribuzione di terre e per le nuove richieste degli operai nel biennio rosso

1.6.3.1. i contadini occupano i latifondi, i braccianti ottengono l'imponibile di manodopera, gli operai ottengono nuove tutele sullo stipendio

1.6.3.2. cresce il fenomeno dei partiti di massa

1.6.3.2.1. nasce a Torino il PCI, in concomitanza con l'occupazione delle fabbriche

1.6.4. le classi medie e agrarie si identificano nel progetto dei fasci di combattimento

1.6.4.1. la propaganda di D'Annunzio e Mussolini, lo spirito di rivalsa per la vittoria mutilata e l'occupazione di fiume aumentano il consenso ai fasci

1.6.5. il trasformismo di Mussolini gli permette di attirare simpatie da tutti gli ambienti, tranne quelli del movimento operaio, colpite dal fenomeno dello squadrismo

1.6.5.1. l'atteggiamento ambiguo delle forze politiche e l'apparentamento per frenare il socialismo fanno entrare i fasci in parlamento

1.6.5.1.1. viene sottovalutato

1.6.5.1.2. le divisioni a sinistra e l'incapacità di governo dei democratici aprono un varco al fascismo

1.6.6. Ignorato il patto di pace col governo, le camicie nere marciano su Roma; il re dà il governo a Mussolini, che istituisce il Gran Consiglio del Fascismo

1.6.6.1. la potestà contrattuale fu concessa solo ai sindacati fascisti

1.6.6.2. la legge elettorale maggioritaria dà più seggi ai fasci

1.6.7. creazione di Milizie paramilitari, che colpiscono sedi di partito e uccidono Matteotti

1.6.7.1. il parlamento è svuotato per la secessione dell'Aventino; Mussolini rivendica l'omicidio, scioglie sindacati e partiti; promulgate le leggi fascistissime

1.7. Il modello fascista

1.7.1. soppresse alcune libertà fondamentali (espressione, sciopero, stampa), elezioni fantoccio, costruzione dell'immagine del duce e del fascismo attraverso radio, sport, cinema

1.7.2. ogni settore formava una corporazione che doveva essere votata alla grandezza dell'Italia

1.7.3. il partito era il garante dell'equilibrio tra interessi economici e politici; operava per abolire il privato: tutto doveva essere controllato dal partito e integrato nella sfera pubblica

1.7.4. il modello fu ripreso in Germania, dove le condizioni politiche, economiche, ideologiche e sociali erano simili a quelle italiane

2. La crisi del '29

2.1. inaspettatamente crolla la borsa di wall street, una classica crisi da sovrapproduzione

2.1.1. dopo la riconversione degli apparati industriali, l'economia europea ripartì su un modello simile a quello di inizio Novecento; gli USA erano la locomotiva del mondo

2.1.2. le banche non concedono più prestiti, i risparmiatori sono sul lastrico; crollano l'occupazione e la domanda globale

2.1.2.1. i paesi in via di sviluppo frenano a causa del crollo della domanda e del protezionismo

2.1.3. la crisi in Germania si tradusse in una sfiducia nei partiti moderati ed un incremento del sostegno ad Hitler

2.1.4. GB e Francia si proteggono deflazionando e rafforzando il protezionismo; ogni stato prova a salvarsi a scapito degli altri

2.1.5. trascinando con sé prima i paesi dell'area dollaro, poi in un paio d'anni fu un fenomeno mondiale, a causa della globalità del mercato e dell'affinità del modello economico adottato, che aveva in sé lo squilibrio tra domanda e offerta

2.1.5.1. L'Urss non viene intaccato perché perseguiva una politica isolazionista

2.1.5.2. La Cina aveva un mercato interno troppo debole per risentire della crisi

2.1.5.3. Il Giappone sfrutta l'assenza di concorrenza per espandersi nel mercato orientale

2.1.5.4. la Cina aveva una struttura troppo debole per risentire della crisi

2.2. il New Deal

2.2.1. la ricetta di Roosevelt

2.2.1.1. rinunciare alla deflazione e al protezionismo e puntare al rilancio della domanda

2.2.1.1.1. opere pubbliche

2.2.1.1.2. tutela dei piccoli depositi

2.2.1.1.3. sussidi agli agricoltori

2.2.1.1.4. creazione di molti enti pubblici

2.2.1.1.5. sviluppo del welfare state

2.2.1.2. regolamentare l'azione delle banche e delle big corporations

2.2.1.2.1. limitata la concorrenza attraverso quote di mercato

2.2.1.3. istituzione di una banca centrale forte

2.2.1.4. causò un deficit di bilancio consistente, perciò nel secondo mandato rallentò la spesa pubblica

2.2.2. fine del liberismo: lo stato deve intervenire nell'economia per promuoverla

2.2.2.1. criticato dai repubblicani e dai grandi industriali

2.2.3. Roosevelt era consapevole che l'ingresso in guerra degli Usa sarebbe stato necessario

3. L'epoca dei totalitarismi

3.1. L'affermazione del nazismo

3.1.1. La crisi economica

3.1.1.1. Gli errori di Hoover furono ripetuti: la deflazione depresse i mercati e aumentò la disoccupazione

3.1.1.1.1. si temeva l'inflazione del 22-23

3.1.1.2. Germania colpita duramente dalla crisi del '29

3.1.1.2.1. Dissoluzione della Repubblica di Weimar

3.1.2. La crisi politica

3.1.2.1. R di Weimar

3.1.2.1.1. schiacciata tra destra nazionalista e sinistra comunista

3.1.2.1.2. scelte economiche sbagliate

3.1.2.1.3. Clima teso per tutti gli anni Venti: ci furono attentati e un tentativo di colpo di stato della dx nazionalista

3.1.2.2. Mein Kampf

3.1.2.2.1. manifesto ideologico del nazionalsocialismo

3.1.2.2.2. propagandata l'immagine della Grande Germania

3.1.2.2.3. diffuso l'ideale della "razza superiore", che doveva elevarsi sulle altre, inferiori e causa del declino

3.1.2.3. Hindenburg

3.1.2.3.1. Viene eletto presidente della Repubblica un nazionalsocialista: attua una politica autoritaria

3.1.2.3.2. il popolo preferiva la nuova ideologia a quella democratica o imperiale

3.1.2.3.3. la spaccatura a sinistra tra soc e com faceva perdere peso politico e possibilità di frenare la deriva totalitaria

3.1.3. L'ascesa di Hitler

3.1.3.1. Perché?

3.1.3.1.1. Ideologia

3.1.3.1.2. Fattori di crisi

3.1.3.1.3. Caratteri di novità

3.1.3.2. Come?

3.1.3.2.1. Nel '32 ottennero la maggioranza relativa, a causa dell'insoddisfazione sociale, e Hitler è a capo di un governo di coalizione destinato a diventare la dittatura di un partito

3.1.3.2.2. Crollo della democrazia e diffusione di violenza paramilitare

3.1.4. ll regime nazista

3.1.4.1. Neuer Plan

3.1.4.1.1. riduzione salariale

3.1.4.1.2. adesione forzata a corporazioni statali

3.1.4.1.3. lavori pubblici

3.1.4.1.4. protezionismo commerciale

3.1.4.1.5. riarmo

3.1.4.2. Lebensraum

3.1.4.2.1. il riarmo era finalizzato all'espansione verso est, cioè la traduzione della politica di potenza imperialistica

3.1.4.3. Leggi di Norimberga

3.1.4.3.1. esprimono legislativamente l'aspetto razzista e antisemita del regime

3.1.4.3.2. riservati i diritti di cittadinanza agli ariani

3.1.4.3.3. sequestro di beni agli ebrei

3.1.4.4. Assoggettamento del popolo

3.1.4.4.1. SS e Gestapo

3.1.4.4.2. Educazione

3.1.4.4.3. Propaganda

3.1.4.4.4. Costruzione della monocoscienza per il controllo e il consenso

3.1.4.5. Lager

3.1.4.5.1. installati nel '33 per i dissidenti politici

3.1.4.5.2. dal '36 passa alle Totenkopf Standarten: organizzazione logistica dei campi di sterminio

3.1.4.5.3. annientamento della razza inferiore e dei nemici

3.1.4.5.4. terrore come forma di potere

3.1.4.5.5. simbolo del totalitarismo

3.2. Il regime fascista italiano

3.2.1. la politica interna

3.2.1.1. la Chiesa appoggia il fascismo perché antisocialista; il fascismo riconosce il valore del matrimonio e non sopprime l'AC (fino al '31)

3.2.1.1.1. allarga notevolmente il consenso

3.2.1.2. la fascistizzazione investe la scuola, si promuove attraverso gruppi giovanili fascisti; viene istituito anche il dopolavoro fascista

3.2.1.3. il consenso veniva creato attraverso l'assenza di dibattito politico, la repressione attraverso Ovra e Tribunale per la sicurezza dello stato, l'esaltazione della figura del duce e il controllo del potere mediatico (MinCulPop)

3.2.2. politica economica dirigista

3.2.2.1. prima del rallentamento economico liberista, poi c'è un'inversione di tendenza protezionista con la fissazione della quota 90 e intervenì nell'economia con la battaglia del grano e la bonifica integrale

3.2.2.2. smantellata la banca mista, la funzione di concessione prestiti diventava competenza dell'IRI, un istituto dove partecipavano le grandi aziende pubbliche e private e che poi acquisì le maggiori banche miste

3.2.2.2.1. lo stato diventa anche il protagonista economico

3.2.2.2.2. erano nate l'industria a partecipazione stata e la banca pubblica

3.2.2.3. le corporazioni vengono consolidate, poiché fungevano da regolatori delle esigenze sociali

3.2.2.4. politica autarchica

3.2.3. politica estera

3.2.3.1. finalizzata all'ampliamento del mercato e al consolidamento del consenso, attraverso l'immagine di un'Italia erede dei fasti imperiali

3.2.3.2. conquista dell'Etiopia; battaglie condotte senza regole

3.2.3.2.1. a favore della rottura dell'equilibrio internazionale

3.2.3.3. dopo alcune indecisioni Mussolini si alleò ad Hitler per perseguire una politica di potenza comune

3.2.3.3.1. l'asse Roma-Berlino metteva fine agli equilibri costruiti dal primo dopoguerra

3.2.3.3.2. era un'alleanza ideologica, ma presto divenne una subordinazione

3.3. Fascistizzazione dell'Europa

3.3.1. fino al '29 le democrazie europee tennero testa alle frange estreme, alleandosi con i nazionalisti per bloccare i comunisti/socialisti. Ma negli stati meno consolidati l'attrazione fascista fu forte per le dittature militari, che volevano bloccare i fenomeni di riformismo in atto

3.3.2. il modello anticrisi fascista risultò vincente e fu adottato dalla Germania, che ora si poneva di nazificare l'Europa

3.3.2.1. l'Europa si divise in fascisti e antifascisti

3.3.2.2. l'Austria è un esempio di adozione del modello fascista ed è anche vittima della nazificazione

3.3.2.3. Grecia, Ungheria, Romania, Portogallo e Spagna si aggiunsero ai fascismi

3.3.2.4. le democrazie non erano più in grado di contrastare l'avanzata

3.3.3. L'antifascismo crebbe assieme al fascismo; fu però inizialmente eterogeneo perché clandestino e perché vigevano le stesse divisioni tra partiti che avevano permesso l'affermazione dei fascismi

3.3.3.1. solo nel '34 fu siglato il patto di unità d'azione

3.3.3.2. nel '37 riprese l'attività anche in Italia, dopo l'esperienza della guerra civile spagnola, dell'alleanza Roma-Berlino e dell'estensione delle leggi persecutorie. Fu un'azione guidata da quei giovani che andranno nelle fila dei partigiani nella Seconda Guerra Mondiale

3.4. Le democrazie europee

3.4.1. Gran Bretagna

3.4.1.1. riassetto dei partiti; superamento del bipolarismo in favore del governo di coalizione

3.4.1.2. tutela dei lavoratori e redistribuzione dei redditi

3.4.1.2.1. stop al liberismo economico

3.4.1.3. perdeva il dominio coloniale indiano

3.4.2. Francia

3.4.2.1. di fronte alla minaccia di svolta autoritaria del fascismo viene creato un fronte unico antifascista

3.4.2.1.1. politica riformista contrastata dal blocco degli investimenti degli industriali

3.4.2.1.2. progetto termina nel '37

3.5. Lo stalinismo

3.5.1. Stalin dal '28 impone la dittatura del partito e la Nep, un modello di economia pianificata

3.5.1.1. l'agricoltura non tiene i ritmi delle città; Stalin decide di proseguire con l'industrializzazione forzata e la collettivizzazione delle campagne

3.5.1.1.1. dekulakizzazione; deportazione di contadini che si rifiutavano di entrare in fattorie corporative

3.5.1.1.2. la collettivizzazione non diede risultati; l'unica via di fuga era l'inurbamento

3.5.1.2. piani quinquennali

3.5.1.3. tra il '28 e il '38 la Russia diventa la terza potenza industriale, potendo contare sulla manodopera che proveniva dalle campagne

3.5.1.3.1. primato dell'industria pesante

3.5.1.3.2. nuova rete di trasporti

3.5.1.3.3. minaccia della guerra alimenta la produzione

3.5.1.3.4. rimanevano un divario tra città e campagne

3.5.1.3.5. stakhanovismo, non rivoluzione tecnica

3.5.2. lo stato totalitario

3.5.2.1. 5 milioni di morti nei gulag, campi di lavoro siberiani dove venivano deportati e costretti ai lavori forzati i kulaki e oppositori in generale (militari, intellettuali, politici,...), sulla base di processi sommari

3.5.2.1.1. 10 milioni di morti nelle campagne per carestia

3.5.2.2. il tenore di vita rimane basso; non potevano esserci scioperi per l'impostazione totalitaria

3.5.2.3. purghe per eliminare gli oppositori interni al partito

3.5.2.4. culto di Stalin

3.5.2.4.1. fusione di stato e partito

3.5.2.4.2. subordinazione dei poteri e della cultura al potere di Stalin

3.5.2.4.3. costituzione esistente ma ignorata

3.6. Franchismo

3.6.1. nel '36 un governo di fronte popolare vince le elezioni e tenta di attuare una riforma agraria e la laicizzazione

3.6.2. il governo viene rovesciato con la forza dalle truppe guidate da Franco, dopo 3 anni di guerra civile, 600000 morti; era diventato uno scontro ideologico e sovranazionale

3.6.2.1. uno schieramento clerico-fascista sostiene il caudillo, assieme alle forze tedesche e italiane

3.6.2.2. le democrazie non intervengono in difesa degli antifascisti, solo l'Urss inviò truppe (temeva che alla vittoria dei fascismi sarebbe seguita la guerra); ci furono molti volontari

3.6.2.3. non c'era coesione tra le forze antifasciste per differenze ideologiche

3.6.2.4. Madrid cade nel '39

3.7. Verso la guerra

3.7.1. il riarmo tedesco e l'annessione austriaca, l'imperialismo italiano e la diffusione del fascismo (fino al Giappone) come modello che rifiutava l'ordine di Versailles e la debolezza delle democrazie mostrano come impossibile costruire l'ordine europeo

3.7.1.1. la Germania nazista costituiva il modello ispiratore, la guida degli stati fascisti, come dimostra la diffusione delle leggi razziali anche in Italia

3.7.2. per costruire il fonte antifascista era necessario superare le diffidenze comuniste e viceversa

3.7.2.1. i comunisti misero da parte l'equiparazione tra fascismo e democrazia con la VII internazionale, ritenendo la lotta al fascismo la priorità

3.7.2.2. i democratici ritennero il pericolo principale il fascismo e non più il comunismo

3.7.3. gli esperimenti dei governi di fronte popolare in Francia e Spagna ebbero vita breve, per mancata cooperazione interna e internazionale

3.7.4. vigeva la politica dell'appeasement, basata sul mantenimento della pace ad ogni costo piuttosto che essere orientata alla sconfitta dei fascismi