Carlo Lavezzi Cure Infermieristiche (2018-19)

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Carlo Lavezzi Cure Infermieristiche (2018-19) da Mind Map: Carlo Lavezzi Cure Infermieristiche (2018-19)

1. Valori su cui baso il mio comportamento professionale e principi irrinunciabili cui fare riferimento per sviluppare competenza e professionalità

1.1. Lezione 1

1.1.1. Responsività: rispondere adeguatamente agli appelli dell'altro

1.1.1.1. Ricettività: concentrarsi sull'altro

1.1.1.2. Presenza attiva: spostare l'attenzione da me all'altro

1.1.2. Attenzione: comprendere l'altro

1.1.2.1. il suo modo di essere

1.1.2.2. le sue necessità

1.1.2.3. i suoi desideri

1.1.2.4. piccoli movimenti e gesti sono fondamentali

1.1.3. Riflessività: adattare le cure in base alla persona che si ha davanti

1.1.3.1. Adattare le cure in base alla persona che si ha davanti

1.1.3.2. Interrogarsi durante l'atto per poter eventualmente modificare l'azione che si sta eseguendo

1.1.3.3. Riflettere anche dopo l'atto di cura, per migliorarsi

1.1.4. Cura di sè

1.1.4.1. Cura di sè significa conoscere se stessi, trovando i senso del proprio agire

1.1.4.2. Burnout: senso di fatica prende il sopravvento

1.1.4.3. Disapprendimento: educarsi significa lavorare ad una continua trasformazione di sè, autoformazione

1.2. Lezione 2

1.2.1. Visione interconnessa della realtà

1.2.1.1. Complessa e dinamica rete di relazioni

1.2.2. Concezione del mondo naturale

1.2.2.1. Macro-organismo

1.2.2.2. Ecosistema

1.2.2.3. Teoria di Gaia

1.2.2.3.1. La terra è un organismo vivente, possiede una propria capacità organizzativa

1.2.3. La Cura rientra nelle scienze umane

1.2.3.1. Pensare il pensiero

1.2.3.2. Consapevolezza delle proprie pratiche e teorie

1.2.4. Riconoscere i propri occhiali

1.2.4.1. ciò che vedo è intriso di:

1.2.4.1.1. schemi automatici di percezione

1.2.4.1.2. mie teorie

1.2.4.1.3. rappresentazioni

1.2.4.1.4. preconcetti

1.2.4.2. ciò che vedo è il risultato di

1.2.4.2.1. mie conoscenze

1.2.4.2.2. esperienze

1.2.4.2.3. contesto

1.2.4.2.4. relazioni

1.2.4.3. mi fanno vedere ciò che NON c'è

1.2.4.4. NON mi fanno vedere ciò che c'è

1.3. Lezione 3

1.3.1. Capacità relazionale

1.3.1.1. Cura degli elementi che compongono la persona: corpo, mente, spirito, anima, sensibilità, dimensione oltre materiale, mondo emotivo

1.3.2. Responsabilità

1.3.2.1. Del mio sapere

1.3.2.2. Dei limiti

1.3.2.3. Del potere che conferisce il sapere

1.3.3. Coltivare un pensiero complesso: mettere in discussione ogni approccio semplificatore

1.3.3.1. Cambia il modo di guardare e curare l'altro:

1.3.3.1.1. La cura avviene nella relazione

1.3.3.1.2. I valori, le attitudini e gli atteggiamenti sono al centro della mia attenzione nella cura

1.3.4. Il curante "ecologico" è:

1.3.4.1. tecnicamente ineccepibile

1.3.4.2. si nutre della relazione di cura

1.3.4.3. attento alla cura di sè stesso

1.3.4.4. cura tutti gli elementi che compongono la persona

1.4. Lezione 4

1.4.1. Principio dell’interazione ricorsiva

1.4.1.1. tutto quello che avviene è sia la causa che l’effetto di qualcos’altro

1.4.2. Principio dialogico

1.4.2.1. ordine che arriva dal disordine

1.4.2.2. ci si organizza perché perdiamo l’equilibrio

1.4.2.3. Polarità opposte, contrasto

1.4.3. Principio ologrammatico

1.4.3.1. ritrovare negli schemi più piccoli le stesse identiche figure che si ritrovano nella scala mascroscopica

1.4.3.2. il tutto è meno o più della somma delle parti

1.4.4. Adattività

1.4.4.1. Il caos esiste, porta fuori equilibrio ogni cosa che c’è in natura, instabilità totale, condizione del vivente

1.4.4.2. Sfida: ricerca di nuovi equilibri è una costante (Gandolfi)

1.4.4.3. O il sistema si adatta ad un livello di complessità maggiore o collassa.

1.5. Lezione 5

1.5.1. La salute dipende da fattori non sanitari

1.5.1.1. Biologici

1.5.1.2. Ambientali

1.5.1.3. Psicologici

1.5.2. Significatività

1.5.2.1. vedere le cose come una sfida e non come una minaccia (diventare più forte)

1.5.3. Comprensibilità:

1.5.3.1. capacità di dare un significato a quello che mi sta succedendo; riesco a prevedere le cose

1.5.4. Affrontabilità:

1.5.4.1. percezione di avere risorse e capacità di affrontare questa situazione

1.6. Lezione 6

1.6.1. Consapevolezza vs Distrazione

1.6.1.1. Osservarsi nel momento presente

1.6.1.2. Disattivare il "pilota automatico"

1.6.2. Comprendere la Vulnerabilità

1.6.2.1. Tolte le maschere rimane un vissuto, un'esperienza che ci ha reso vulnerabili

1.6.2.2. Non avere paura di guardare le proprie ferite

1.6.3. Guardare al di là della maschera

1.6.3.1. Essere consapevoli che tutti ne indossiamo una

1.6.3.2. Significa stare in relazione

1.6.3.3. Non si conosce una persona se si conosce una sua maschera

1.6.4. Superare il concetto di "etichetta"

1.6.4.1. A volte le consideriamo come status di prestigio nella società

1.6.4.2. Servono per proteggerci dalla vulnerabilità

1.6.4.3. Il paziente non può essere ridotto ad etichetta

1.7. Lezione 7

1.7.1. Il curante creativo crede nell'approccio sistemico

1.7.1.1. Crea possibilità di scambio generazionale

1.7.1.2. Mantenimento dei ruoli

1.7.1.3. Mantenimento delle occupazioni significative

1.7.2. La cura creativa permette lo sviluppo e il recupero di funzioni e abilità

1.7.2.1. Queste funzioni ed abilità, grazie al curante creativo, vengono trasferite nelle aree occupazionali della persona e negli ambiti reali di vita.

1.7.3. La cura crea e permette di vivere momenti magici, anche e soprattutto in situazioni d'emergenza

1.7.3.1. Creatività è forza, impulso, motore ed emozione

1.7.4. Il pensiero creativo/divergente/laterale consiste nel DARE FORMA e GENERARE

1.7.4.1. Alternative

1.7.4.2. Nuove idee

1.7.4.3. Mappe, connessioni

1.7.4.4. Schemi

2. Soggetto e Oggetto della cura

2.1. Lezione 1

2.1.1. Cura di sè è premessa per avvicinarsi all' "altro ferito"

2.1.1.1. Processo di "instructio"

2.1.1.2. Eliminare i pensieri non costruttivi

2.1.2. Siamo curanti, curati, formatori dell'auto-cura altrui

2.1.2.1. lavoro su di sè

2.1.2.2. mettersi in gioco continuamente

2.1.2.3. Sperimentiamo ogni giorno la dimensione della cura

2.1.3. Relazione con il paziente

2.1.3.1. Disponibilità emotiva e cognitiva

2.1.3.1.1. Essere pronti a donare e spendere se stessi per l’altra persona.

2.1.3.1.2. Si struttura una relazione con l’altra persona.

2.1.3.1.3. Non basta l’affettività, importanza anche al pensiero

2.1.3.1.4. riuscire a gestire le emozioni

2.1.4. Sistema complesso multidimensionale

2.1.5. Oggetto: relazione che si instaura tra chi cura e chi riceve la cura

2.2. Lezione 2

2.2.1. Comprendere e considerare il caso singolo

2.2.1.1. Ad un'azione di cura non corrisponde un effetto chiaro e prevedibile, generalizzabile su chiunque

2.2.2. Le persone indossano lenti diverse

2.2.2.1. l'oggetto (esperienza, malattia, persona) è visto in modo diverso da ognuno

2.2.2.2. Tuttavia si pretende di parlare un linguaggio comune (tutti devono vedere ciò che io vedo)

2.2.3. Ciò che vedo è soggettivo; bisogna:

2.2.3.1. Confrontare

2.2.3.2. Condividere

2.2.3.3. Verificare

2.2.3.4. utilizzare un pensiero critico e riflessivo ( la cura è pensosa )

2.2.4. Il soggetto non è separato dall'oggetto

2.2.4.1. Esso interviene sul processo di manifestazione del fenomeno osservato

2.3. Lezione 3

2.3.1. Reciprocità nella cura

2.3.1.1. Il competente della malattia è il paziente, l’infermiere è competente dei saperi. Rispettare le competenze del pz.

2.3.2. Nuovo concetto di oggettività

2.3.2.1. Importanza dell’empatia che permette un approccio multi-prospettico dell’oggetto

2.3.2.2. Oggettività è dinamica, variabile, da ridefinire continuamente

2.3.3. Nutrirsi della relazione di cura

2.3.3.1. Quale lavoro sto attuando su di me?

2.3.3.2. Curare nella sua globalità significa preoccuparci innanzitutto della nostra globalità

2.3.4. Cura degli elementi che compongono la persona

2.3.4.1. corpo, mente , spirito, anima , sensibilità, spiritualità, mondo emotivo

2.4. Lezione 4

2.4.1. Il vivente è un sistema aperto

2.4.1.1. un'entità in comunicazione col suo ambiente, tramite:

2.4.1.1.1. flussi di energia

2.4.1.1.2. informazioni

2.4.1.1.3. materia

2.4.2. Osserviamo sistemi complessi che interagiscono

2.4.2.1. Osserviamo sistemi complessi che interagiscono

2.4.2.1.1. ne siamo consapevoli?

2.4.3. Elementi del comportamento del sistema

2.4.3.1. 1) Non linearità: interazioni contemporanee

2.4.3.2. 2) Retroazione a feedback: dinamiche di equilibrio o disequilibrio

2.4.3.3. 3)Sproporzione tra input ed output

2.4.4. Emergenza del sistema

2.4.4.1. trasformazioni (larva-bruco-farfalla); uccelli, formiche;

2.4.4.2. comportamento sistema non è deducibile dall’esterno;

2.4.4.3. a ritroso si può osservare e dedurre schemi di comportamento

2.5. Lezione 5

2.5.1. La salutogenesi...

2.5.1.1. stimola le capacità e il potenziale per vivere a pieno

2.5.1.2. promuove positivamente la salute

2.5.1.3. promuove lo sviluppo delle risorse personali individuali

2.5.2. Le giuste domande di cura sono:

2.5.2.1. Che cosa è bene per te?

2.5.2.2. Che cosa ti fa star bene?

2.5.3. Ombrello della salutogenesi

2.5.3.1. risorse generali di resistenza

2.5.4. Riguardo al film "Precious..."

2.5.4.1. Nasce una relazione significativa con la maestra

2.5.4.2. L'infermiere ha un approccio salutogenico

2.5.4.3. I figli sono importante risorse esterne

2.6. Lezione 6

2.6.1. Stare in relazione

2.6.1.1. La "strada" è la relazione

2.6.1.2. Chi cura è esperto di relazione!

2.6.2. Sfidare il dualismo

2.6.2.1. Oggettività empatica

2.6.2.1.1. Esiste un'oggettività che è il risultato di una capacità nostra di conversare, condividendola

2.6.2.1.2. Accogliere la verità del paziente

2.6.3. Secondo Luigina Mortari...

2.6.3.1. E' importante la pratica conversazione

2.6.3.2. E' importante la co-costruzione

2.6.3.3. L'oggettività è dinamica ed empatia (intersoggettività)

2.6.4. Secondo Morin...

2.6.4.1. Rischi di errori ed illusioni nel processo di conoscenza

2.6.4.2. La conoscenza pertinente è

2.6.4.2.1. Globale

2.6.4.2.2. Contestuale

2.6.4.2.3. Complessa

2.6.4.3. E' fondamentale l'insegnamento della comprensione

2.7. Lezione 7

2.7.1. Il curante creativo estende il piacere all'interdipendenza, crea la rete:

2.7.1.1. In team

2.7.1.2. Con i caregiver

2.7.1.3. Tra pari e gruppi di appartenenza

2.7.1.4. con la comunità

2.7.1.5. a livello internazionale ed extra planteario

2.7.2. Il "fare che cura"...

2.7.2.1. Distrae la persona dal dolore e dal disagio

2.7.2.2. Permette di proiettarla nello stato di "flow"

2.7.2.2.1. E’ altamente efficace nel recupero di funzioni cognitive ed emotive, studiato a livello neurologico.

2.7.2.2.2. Strettamente legato al sentirsi in salute (concetto di salutogenesi)

2.7.2.3. Permette esperienze di riuscita

2.7.2.3.1. Si concretizza nel superamento di sfide non troppo grandi

2.7.3. Espressione del sé attraverso l'atto creativo

2.7.3.1. Essere autentici ed esprimere il proprio stile

2.7.4. La cura creativa crea grandiose opere d'arte

2.7.4.1. E' attenta

2.7.4.2. Accurata

2.7.4.3. Aggiornata

2.7.4.4. Ambiziosa

2.7.4.4.1. Aspira solo al meglio per i pazienti

2.7.4.4.2. Non si accontenta

2.7.5. La cura creativa esce dalle istituzioni: arriva ed agisce con e per la comunità

2.7.5.1. Difende i diritti e le necessità delle persone

2.7.5.2. Non si nasconde

2.7.5.3. Agisce nelle scuole, negli eventi, per le strade, nelle zone isolate, negli ambiti di vita delle occupazioni umane

3. Metodi, strumenti, linguaggi che utilizzo

3.1. Lezione 1

3.1.1. Apprendimento dall'esperienza

3.1.1.1. esperienza sofferenza => risorsa necessaria per relazione terapeutica

3.1.1.2. competenze emotive e relazionali

3.1.2. "Amorevole ritocco della carezza" per giungere alla piena maturità umana

3.1.2.1. Empatia è "sentire pensoso", non è solo immedesimarsi nell'altro, nè fusione con l'altro nè proiettarsi nell'altro

3.1.2.1.1. Mantenere una propria coscienza

3.1.3. Gli undici indicatori di cura (Luigina Mortari)

3.1.3.1. Passività Attiva

3.1.3.1.1. Lasciare tempo e spazio a disposizione, senza obblighi

3.1.3.1.2. Non invadere l'altro

3.1.3.2. Ricettività

3.1.3.2.1. Sgomberare la mente

3.1.3.2.2. Ricevere l'altro

3.1.3.3. Disponibilità emotiva e cognitiva

3.1.3.3.1. Donare se stessi

3.1.3.3.2. Essere pronti a reagire

3.1.3.4. Empatia

3.1.3.4.1. "Sentire pensoso"

3.1.3.4.2. Mantenere la propria coscienza

3.1.3.5. Attenzione

3.1.3.6. Riflessività

3.1.3.7. Il sentire nella cura

3.1.3.8. Responsività

3.1.3.9. Competenza tecnica

3.1.3.9.1. Tecnica giusta sul paziente giusto

3.1.3.9.2. Bilanciamento tra pensiero e sentimento

3.1.3.9.3. Personal Care

3.1.3.10. Cura di sé

3.1.3.11. Ascolto

3.1.3.11.1. Non si limita alla conoscenza dell'altro

3.1.3.11.2. Alleviare il peso dell'altro quando condivide il suo dolore

3.1.4. Il sentire nella cura

3.1.4.1. Esserci

3.1.4.2. Tenerezza

3.1.4.3. Compassione

3.2. Lezione 2

3.2.1. Studiare la realtà significa studiare le reti di relazione

3.2.1.1. Studiare le reti di relazione

3.2.1.2. Seguirle nelle loro trasformazioni

3.2.2. Superare il riduzionismo

3.2.2.1. Molte variabili non vengono riportate se si utilizza il classico modello matematico

3.2.3. Superare il modello quantitativo

3.2.3.1. Le statistiche sui grandi numeri a volte non riguardano il singolo caso

3.2.4. Considerare la complessità umana

3.2.4.1. Ad un'azione di cura non corrisponde un effetto chiaro e prevedibile

3.3. Lezione 3

3.3.1. Essere "esperti di relazione"

3.3.1.1. la qualità di vita dipende dalle relazioni

3.3.1.2. la cura avviene nella relazione

3.3.1.3. la professionalità si sviluppa attraverso buone relazioni

3.3.2. Pluralità di opzioni, di metodi e di linguaggi

3.3.2.1. Linguaggio della letteratura, della poesia, dell'arte e della filosofia

3.3.2.2. Metodo che sappia connettere le parti, individuare le relazioni e le interdipendenze

3.3.2.2.1. Nella cura, nella diagnosi, nell'equipe e nel gruppo

3.3.3. Importanza dell'esperienza: influenza la biologia

3.3.3.1. Donne che sanguinano solo il venerdì

3.3.3.2. Uomo indiano che non mangia e beve da anni

3.3.3.3. I tre cervelli: mente, cuore, intestino

3.3.3.4. Bambino trascurato : cervello ipotrofico

3.3.3.5. Donne cieche perchè superstiti della guerra in Cambogia

3.3.4. L'etica

3.3.4.1. Sono responsabile di ciò che faccio, consapevole dei miei limiti (occhiali), del potere che ho

3.3.4.2. Sono guidato dagli indicatori della cura, per migliorare la qualità della vita

3.4. Lezione 4

3.4.1. Anziché separare e ridurre si deve distinguere e collegare (Morin)

3.4.1.1. La sintesi si deve integrare all’analisi (scomporre le parti di quello che vedo non è sufficiente ad avere un approccio pertinente alla conoscenza)

3.4.1.2. Le relazioni tra le cose sono più importanti delle cose stesse

3.4.2. Evitare i pensieri non costruttivi (grazie al pensiero sistemico), ad esempio:

3.4.2.1. 1)Causa ed effetto sono separati, l’effetto viene dopo la causa

3.4.2.2. 2)L’effetto segue la causa da vicino, tempo e spazio

3.4.2.3. 3)l’effetto è proporzionale alla causa

3.4.3. Auto-organizzazione

3.4.3.1. Da tre regole semplici emergono comportamenti complessi (rondini

3.4.4. Acquisire un modello mentale sistemico

3.4.4.1. Coltivare interessi in diversi campi

3.4.4.2. Essere curiosi

3.4.4.3. Accettare ciò che non si capisce

3.4.4.4. Ricercare le connessioni

3.4.4.5. Individuare le retroazioni circolari di causa-effetto

3.5. Lezione 5

3.5.1. Approccio salutogenico

3.5.1.1. "Far fiorire", non c'è interesse alla diagnosi

3.5.1.2. E' importante il percorso per migliorare la condizione

3.5.1.3. prescinde dalle condizioni di malattia

3.5.1.3.1. In Hospice si fa fumare ai pazienti terminali

3.5.2. è prezioso ed illuminante studiare le persone sane e non solo le persone malate

3.5.2.1. Cosa ti ha permesso di stare bene e di vivere fino ai 90 anni?

3.5.3. La vita è il fiume

3.5.3.1. stare bene mentre si nuota

3.5.3.2. trovare l'equilibrio nella situazione di squilibrio

3.5.3.3. godersi il momento

3.5.4. Essere intuitivi

3.5.4.1. Nel film "Precious", la maestra chiede di esprimere un aspetto positivo su di sè, chiedendo poi come si sentisse

3.6. Lezione 6

3.6.1. Con quali strumenti, linguaggio e processo mi prendo cura?

3.6.2. Strumenti di cura

3.6.2.1. Corpo

3.6.2.2. Gesti

3.6.2.3. Parola

3.6.3. Metodo (percorso per arrivare alla meta)

3.6.3.1. Analitico

3.6.3.2. Riflessivo

3.6.3.3. Sintetico

3.6.3.4. Narrativo

3.6.3.5. EBP

3.6.4. I linguaggi

3.6.4.1. Relazione

3.6.4.2. Corpo

3.6.4.3. Scienza

3.6.4.4. Irrazionale

3.6.4.5. Emozioni

3.7. Lezione 7

3.7.1. Approccio Creativo

3.7.1.1. Creatività espressiva

3.7.1.2. Creatività produttiva

3.7.1.3. Creatività innovativa

3.7.1.4. Creatività emergente

3.7.2. La cura creativa fa buon uso delle risorse

3.7.2.1. Punta all'economia

3.7.2.2. Si basa sull'ecologia

3.7.2.2.1. Studio in Pensilvania dimostra che i pazienti che dalla finestra della loro camera vedono il bosco, hanno un recupero più veloce, rispetto hai pazienti che hanno la vista su altri edifici.

3.7.2.3. E' virtuosa e semplice

3.7.3. La cura creativa crea multiple modalità di comunicazione ed espressive

3.7.3.1. Pittogrammi

3.7.3.2. Braille

3.7.3.3. Lingua dei segni

4. Cura è prendersi cura dell'altro e dei suoi bisogni (Cornice teorica che dà significato, valore, spiegazione)

4.1. Lezione 1

4.1.1. Polarità semantiche del curare

4.1.1.1. Essere inquieti, responsabilità

4.1.1.2. Promuovere il bene, accudire, accompagnare

4.1.2. Esperimento di Federico II

4.1.2.1. I bambini, seppur nutriti e in salute, morivano poichè era proibito parlargli e vezzeggiarli

4.1.2.2. Non si può vivere senza "quel battere le mani, senza l'espressione sorridente del volto e senza le carezze delle balie e nutrici"

4.1.3. Mito di Chirone

4.1.3.1. Freddezza ragione, arte, scienza, tecnica: Centauro saggio, padre della medicina

4.1.3.2. Calore, cordialità, sollecitudine cura, gesto di cura (Dio dalla mano esperta)

4.1.3.3. Medico e allo stesso tempo paziente

4.1.3.3.1. Necessità di conoscenza di sè, dei propri limiti, delle paure e delle ferite: "ognuno si appoggia ad una gruccia"

4.1.3.3.2. Riconoscere in sè l'esistenza di almeno un aspetto di invalidità

4.1.4. Mito Prometeo

4.1.4.1. Ruba il fuoco agli dei e lo dona agli uomini => sapere tecnico

4.1.4.2. Dona la speranza, per aver distolto gli uomini dallo sguardo della morte

4.1.4.3. Cura vitale se c'è equilibrio tra tecnica e cura sollecita

4.1.5. Cura è soddisfare i bisogni dell'altro, essendo orientati all'altro, procurando beneficio (Luigina Mortari)

4.1.5.1. Preservando la vita dalle minacce

4.1.5.2. Riparandola in seguito alle sofferenze

4.1.5.3. Va continuamente esercitata

4.1.5.4. Pratica, ha sempre luogo in una relazione con l'altro, promuovendo una buona qualità dell'esistenza

4.1.5.5. "Far fiorire" : offrire la possibilità di poter sviluppare il proprio potenziale

4.1.5.6. Interazione faccia a faccia (Diemut Bubeck)

4.2. Lezione 2

4.2.1. Pensiero critico e riflessivo (la cura è pensosa)

4.2.1.1. Persone indossano lenti diverse ma pretendono di parlare linguaggio comune

4.2.1.2. Ciò che vediamo è soggettivo

4.2.2. Relatività: ciò che vediamo è intriso al 90% di:

4.2.2.1. Pregiudizi

4.2.2.2. Preconcetti

4.2.3. Il paradigma d'occidente (positivistico, razionale moderno) è basato su:

4.2.3.1. Determinismo (Laplace)

4.2.3.1.1. reale governato da leggi universali secondo logica causale lineare (causa=>effetto)

4.2.3.2. Meccanicismo (De La Mettrie)

4.2.3.2.1. Modello del reale, uomo è macchina

4.2.3.3. Dualismo

4.2.3.3.1. oggetto e soggetto sono disgiunti

4.2.3.3.2. filosofia e ricerca riflessiva si contrappongono alla scienza e ricerca oggettiva dall'altra

4.2.3.4. Riduzionismo

4.2.3.4.1. Metodologico

4.2.3.4.2. Ontologico

4.2.3.4.3. Filosofico

4.2.4. La crisi del paradigma positivista dipende da:

4.2.4.1. L'ecologia

4.2.4.1.1. Concetto di ecosistema, teoria di Gaia: la terra è un organismo vivente con una sua capacità di organizzazione

4.2.4.2. La fisica del 1900

4.2.4.2.1. Principio di indeterminazione di Heisenberg, particella è onda o materia

4.2.4.3. La biologia

4.2.4.3.1. Campo morfogenetico: il contesto biologico crea la vita

4.2.4.3.2. Natura relazionale della realtà

4.2.4.3.3. Studiare la realtà significa studiare reti di relazioni, seguendo le loro trasformazioni

4.3. Lezione 3

4.3.1. Bisogna riconoscere i propri occhiali: ciò che vediamo è intriso di preconcetti

4.3.1.1. Quello che ci turba è frutto dei miei occhiali

4.3.1.1.1. Quadro di Klimt

4.3.1.1.2. Ratto delle Sabine

4.3.1.1.3. Quadro di Michelangelo

4.3.2. Il paradigma ecologico...

4.3.2.1. Ammette una pluralità di opzioni, metodi, linguaggi

4.3.2.1.1. Importanza della qualità (non solo quantità

4.3.2.1.2. L'esperienza umana è descritta come una pluralità di vocabolari

4.3.2.1.3. E' un modello che sa connettere le parti, individuare le relazioni e le interdipendenze (nella cura, nelle diagnosi, nell'equipe e nel gruppo

4.3.3. Secondo il paradigma ecologico, la realtà è una rete di relazioni

4.3.3.1. Lo conferma la biologia, ecologia, fisica

4.3.3.2. Psicologia, filosofia, teologia, pedagogia, confermano l'essere-in-relazione, essere-con-altri

4.3.3.3. Le relazioni tra le variabili di un sistema complesso non sono lineari

4.3.4. Conoscere un paziente significa co-costruire; l'oggettività non è statica ma...

4.3.4.1. è empatica, è il risultato di soggetti che si mettono d’accordo, condividere, verificare, parlare

4.3.4.2. dinamica, non esiste un dato vero sempre per tutto/tutti

4.4. Lezione 4

4.4.1. Conoscere è illusorio, è “navigare in un oceano di incertezze attraverso arcipelaghi di certezze” (Morin)

4.4.1.1. + conoscenza = + ignoranza (scoprire che tante cose non si conoscono)

4.4.1.2. Lo sguardo con cui l’osservatore osserva fa la differenza (ne siamo consapevoli?)

4.4.2. Il pensiero sistemico...

4.4.2.1. Ci permette di comprendere schemi

4.4.2.2. Ci fa pensare in maniera innovativa

4.4.2.3. Ci fa vedere le parti e l'insieme dei sistemi con cui interagiamo

4.4.2.4. esplicita il rapporto tra le azioni e le relazioni

4.4.3. Considerare livelli multipli di conoscenza

4.4.3.1. Trovare prospettiva adeguata

4.4.4. Il sistema

4.4.4.1. è entità che si mantiene in vita e funziona come un tutto integrato attraverso l’interazione elle sue parti

4.4.4.2. Riceve e scambia con l’ambiente informazioni, materia ed energia (aperto)

4.4.4.3. Dinamica di feedback (cibernetica);applicata ai sottosistemi

4.5. Lezione 5

4.5.1. Senso di coerenza

4.5.1.1. duraturo e pervasivo senso di fiducia verso me stesso, verso la possibilità che ho di riuscire nonostante la situazione sia difficile, quindi nel futuro (A. Antonovsky)

4.5.1.2. Comprende tre abilità

4.5.2. Curare significa...

4.5.2.1. promuovere una relazione che favorisca l’emergenza e lo sviluppo di fattori che generano benessere in una determinata persona

4.5.3. Risorse generali di resistenza

4.5.3.1. interne

4.5.3.2. esterne

4.5.4. La cura..

4.5.4.1. C’è una cura che preserva la vita da quanto la minaccia, quella che la ripara quando si creano fessure di sofferenza e quella che fa fiorire offrendo all’altro esperienze in cui poter vivere una pluralità di differenti modi del divenire il proprio essere. (Luigina Mortari)

4.6. Lezione 6

4.6.1. Metodo scientifico in medicina (Claude Bernard)

4.6.1.1. Accertamento del fatto

4.6.1.2. Formulazione Ipotesi

4.6.1.3. Ragionamento => Esperimento

4.6.1.4. Nuovi fenomeni in seguito all'esperimento

4.6.2. Metodo Ipotetico-Deduttivo (Karl Popper)

4.6.2.1. Si parte da problemi e non da osservazioni

4.6.2.2. Risoluzione attraverso nuove teorie

4.6.2.3. Si impara dagli sbagli attraverso una discussione critica dei tentativi di risoluzione

4.6.3. Metodo "Scientifico-filosofico-sistemico-complesso"

4.6.3.1. Riflessione sui significati

4.6.3.2. Si pensa e si agisce criticamente

4.6.3.2.1. Si mettono in dubbio le proprie convinzioni e i comportamenti

4.6.3.3. Pensiero non-consueto

4.6.3.3.1. Non esiste un unico modo di pensare, esprimere, relazionarmi...

4.6.3.4. Si ricercano le connessioni

4.6.3.5. Si integrano tutte le dimensioni dell'umano

4.6.4. Ricerca scientifica (Dario Antiseri)

4.6.4.1. Significa tentativi di soluzione di problemi

4.6.4.2. Sono necessarie menti creativi di ipotesi

4.6.4.2.1. Le quali vanno sottoposte ai più severi e rigorosi controlli sulle loro conseguenze

4.7. Lezione 7

4.7.1. La vita secondo Bauman...

4.7.1.1. E' un'opera d'arte

4.7.1.2. La felicità non risiede in una vita senza problemi

4.7.1.3. La vita felice viene dal superamento dei problemi

4.7.1.4. Siamo felici quando ci rendiamo conto di riuscire a controllare le sfide

4.7.2. La relazione di fiducia è basata sulla comunicazione efficace: modello delle "quattro orecchie"

4.7.2.1. Appello

4.7.2.2. Contenuto oggettivo

4.7.2.3. Rivelazione di sé

4.7.2.4. Relazione

4.7.3. Modello dei "sei cappelli" per analizzare e risolvere un problema

4.7.3.1. Cappello blu

4.7.3.1.1. Organizzazione

4.7.3.1.2. Pianificazione

4.7.3.1.3. Regole del gioco

4.7.3.2. Cappello nero

4.7.3.2.1. Aspetti negativi

4.7.3.2.2. Perchè la cosa può andar male

4.7.3.3. Cappello bianco

4.7.3.3.1. Raccolta dati, documentazione

4.7.3.4. Cappello giallo

4.7.3.4.1. Aspetti positivi

4.7.3.5. Cappello verde

4.7.3.5.1. Creatività

4.7.3.5.2. Idee nuove

4.7.3.5.3. Iniziative e suggerimenti

4.7.4. La cura permette lo sviluppo e il recupero di funzioni e abilità

4.7.4.1. I processi creativi permettono l’espansione, la crescita, la realizzazione del proprio potenziale e il raggiungimento della soddisfazione e del benessere psico-fisico. (Maslow, 1971).