1. Infiammazione
1.1. risposta protettiva attuata dall'organismo in seguito a danno tissutale causato da
1.1.1. Trauma fisico
1.1.2. Sostanze nocive
1.1.3. microrganismi patogeni
1.1.4. allergeni che causano risposte autoimmuni
1.1.5. Funzioni
1.1.5.1. Eliminare causa inziale del danno
1.1.5.2. Eliminare detriti cellulari
1.1.5.3. Ripristinare condizioni iniziali
1.2. Tipologia
1.2.1. Acuta: breve durata, riguarda fenomeni di tipo vascolare
1.2.2. Cronica: prolungata nel tempo riguarda fenomeni cellulari
1.2.2.1. quando il processo infiammatorio acuto non termina
1.3. Sintomi
1.3.1. Calor: presenza di Febbre e innalzamento temperatura zona infiammata
1.3.1.1. causato da locale aumento del flusso sanguigno
1.3.2. Rubor: arrossamento zona infiammata
1.3.2.1. causata da vasodilatazione del microcircolo
1.3.3. Tumor: tumefazione zona arrossata
1.3.3.1. aumento permeabilità con formazione essudato
1.3.4. Dolor
1.3.4.1. causata da aumento pressione tissutale e mediatori chimici
1.3.5. Functio lesa: alterazione funzionale della zona infiammata
1.3.5.1. causa rigonfiamento e morte cellulare
1.4. Manifestazione sistemiche
1.4.1. Febbre con perdita di appetito, debolezza muscolare, alterazione equilibrio idrico acido-base
1.4.2. Leucocitosi: aumento globuli bianchi nel sangue
1.4.3. modificazioni biochimico cliniche
1.4.3.1. aumento di proteine normalmente presenti nel sangue (fibrinogeno)
1.4.3.2. comparsa di proteine normalmente assenti
1.4.3.2.1. proteina C reattiva
1.4.3.3. riduzione proteine normalmente presenti
1.4.3.3.1. albumina
1.5. Fasi infiammazione acuta
1.5.1. 1. Riconoscimento del danno
1.5.1.1. cellule costituenti il tessuto (fibroblasti, macrofagi, epiteliali, endoteliali) riconoscono molecole che possono derivare dal patogeno o da cellule danneggiate
1.5.1.1.1. avvio risposta infiammatoria
1.5.2. 2. Fenomeni vascolari
1.5.2.1. costrizione delle arteriole
1.5.2.1.1. breve determinata dal rilascio di mediatori catecolaminici
1.5.2.2. prolungata vasodilatazione
1.5.2.3. aumento afflusso di sangue
1.5.2.4. aumento permeabilità vascolare
1.5.2.5. essudazione di liquidi nel sito dell'infiammazione
1.5.2.6. Microcircolazione e cellule interessate dal fenomeno infiammatorio
1.5.2.6.1. durante infiammazione pressione idrostatica maggiore pressione osmotica (proteine escono dal circolo)
1.5.3. 3. Fenomeni cellulari e Molecolari
1.5.3.1. cellule si accumulano nel sito di infiammazione
1.5.3.1.1. Mastociti
1.5.3.1.2. Granulociti Basofili, Neutrofili, Eosinofili
1.5.3.1.3. Cellule NK, Linfociti, Plasmacellule (in circolo)
1.5.3.1.4. Endoteliociti (nei pareti dei vasi) e Fibroblasti (nel connettivo)
1.5.3.2. Mediatori Chimici
1.5.3.2.1. scatenano, mantengono e limitano modificazioni microcircolo
1.5.3.3. Molecole di adesione
1.5.3.3.1. compito di reclutare i Leucociti che escono dal circolo
1.5.4. 4. Processo riparativo
1.5.4.1. Rigenerazione
1.5.4.1.1. su tessuti con cellule proliferanti
1.5.4.2. Sostituzione con tessuto connettivo
1.5.4.2.1. non si ripristina tessuto originario, ma tessuto cicatriziale
1.5.4.3. ritorno alla normale permeabilità vascolare
1.5.4.4. drenaggio del flusso edematoso e delle proteine
1.5.4.4.1. tramite fagocitosi dei liquidi, dei neutrofili apoptotici e dei dedriti
1.5.4.5. Macrofagi secernono fattori di riparazione
1.6. Infiammazione Cronica
1.6.1. può originarsi come tale o essere il risultato di una rigenerazione di una infiammazione acuta
1.6.1.1. E' uno stato patologico caratterizzata da risposta continua e inappropriata a uno stimolo infiammatorio del SI
1.6.2. possibili cause
1.6.2.1. Infezioni persistenti
1.6.2.1.1. infiammazioni che l'organismo non riesce a debellare (tubercolosi)
1.6.2.2. Esposizione prolungata ad agenti tossici (cirrosi arteriosclerosi)
1.6.2.3. Malattie autoimmuni (Artrite reumatoide)
1.6.2.4. Presenza Allergie
1.6.2.5. Rigetto in seguito trapianti
1.6.2.6. in generale Persistenza dello stimolo lesivo
1.6.3. funzioni
1.6.3.1. facilita incontro tra patogeni ed elementi di difesa organismo
1.6.3.2. delimita area infezione
1.6.3.3. dà inizio ai processi riparativi
1.6.4. Differenze con infiammazione Acuta
1.6.4.1. Infimmazione acuta si susseguono diverse fasi
1.6.4.1.1. Lesione che scatena infezione
1.6.4.1.2. L'infezione porta alla demolizione dell'agente scatenante e delle cellule danneggiate
1.6.4.1.3. risoluzione con rigenerazione (sostituzione con nuove cellule) o riparazione (cicactrice)
1.6.4.2. Infiammazione Cronica stimolo lesivo persistente fa avvenire tutti i processi in contemporanea
1.6.4.2.1. Infiammazione, demolizione agente, rigenerazione/riparazione in contemporanea
1.6.5. caratteristiche generali
1.6.5.1. Persistenza stimolo lesivo
1.6.5.2. Persistenza contemporanea infiammazione, demolizione e guarigione
1.6.5.3. predominanza componente cellulare rispetto alla vascolare
1.6.5.4. non specificità
1.6.5.4.1. agenti diversi provocano infiammazioni simili
1.6.5.5. Si crea equilibrio tra Necrosi e Riparazione
1.6.5.5.1. se lo stimolo lesive persiste prevale la necrosi
1.6.6. Tipologie
1.6.6.1. Cronica Diffusa (non granulomatosa)
1.6.6.1.1. caratterizzata da LINFOCITI che si differenziano in plasmacellule
1.6.6.2. Cronica Circoscritta
1.6.6.2.1. Formazioni Granulomi
1.6.6.2.2. aspetto specifico
1.6.6.2.3. basso o alto ritmo di ricambio cellulare
2. Antinfiammatori non Steroidei
2.1. utilizzati nel processo acuto (insieme a cortisonici) e in quello cronico
2.1.1. risposta varia da soggetto a soggetto
2.1.1.1. scelta basata sulle differenti tossicità
2.2. In seguito al processo infiammatorio della membrana si ha rilascio fosfolipidi
2.2.1. in particolare Acido Arachidonico
2.2.1.1. substrato per enzimi ciclo ossigenasi COX
2.2.1.1.1. tali enzimi lo convertono in prostacicline, prostaglandine (PGE2, PGD2, PGF alfa) e trombossani
2.2.1.1.2. Ciclo ossigenasi sono il bersaglio dei FANS
2.3. Effetti dei FANS
2.3.1. Antinfiammatorio
2.3.1.1. inibiscono le Ciclossigenasi COX
2.3.1.1.1. riducono quantità di Prostaglandine e Prostacicline e Trombossani
2.3.1.2. diminuzione della vasodilatazione, dell'edema e del dolore
2.3.2. Antidolorifico
2.3.2.1. indirettamente
2.3.2.1.1. inibiscono Prostaglandine PGE1 e PGE2
2.3.2.1.2. indicati in dolori ossei e muscolari
2.3.2.1.3. utili nel dolore associato all'infiammazione
2.3.3. Antipiretico
2.3.3.1. Febbre è scatenata da Pirogeni
2.3.3.1.1. Esogeni
2.3.3.1.2. Endogeni
2.3.3.1.3. entrambi aumentano produzione Citochine da parte dei Macrofagi
2.3.3.2. inibendo le Prostaglandine a livello ipotalamo per effetto indiretto ho effetto antipiretico
2.3.4. Antiaggregante
2.3.4.1. in particolar modo Aspirina
2.3.4.2. inibiscono sintesi Trombossano
2.3.4.2.1. mediatore dell'aggregazione piastrinica
2.4. Classificazione
2.4.1. Derivati dell'acido salicilico
2.4.1.1. aspirina
2.4.2. derivati dell'Anilina
2.4.2.1. Paracetamolo
2.4.3. Derivati dell'Acido Indoacetico
2.4.3.1. Indometacina e Sulindac
2.4.4. Derivati dell'Acido Fenilacetico
2.4.4.1. diclofen e ketorolac
2.4.5. Derivati dell'Acido Antranilico
2.4.5.1. Acido Mefenaminico
2.4.6. derivati dell'acido Propionico
2.4.6.1. Ibuprofene (moment), chetoprofene (chetodol), naprossene (momendol)
2.4.7. derivati dall'acido enolico
2.4.7.1. piroxicam
2.4.8. Sulfananilidi
2.4.8.1. nimesulide
2.5. Effetti indesiderati
2.5.1. Effetti avversi al tratto Gastro instinale
2.5.1.1. le PG sono addette al mantenimento del muco a livello gastrico e intestinale
2.5.1.1.1. tutti i FANS quindi sono gastrolesivi
2.5.1.2. danno a livello della membrana ddelle cellule
2.5.1.3. accumulo farmaci
2.5.1.3.1. effetti citotossici causa produzione radicali liberi
2.5.1.3.2. inibizione sintesi PG
2.5.1.4. Nausea, Vomito, Diarrea, emorragie gastrointestinali, ulcere gastriche
2.5.1.5. Effetto sinergico con Corticosteroidi
2.5.1.5.1. occorre prestare attenzione nei soggetti anziani e nell'uso contemporaneo di Corticosteroidi
2.5.2. malattie epatiche (rare)
2.5.2.1. attenzione quando esistono patologie e per assunzioni croniche
2.5.3. insufficienza renale
2.5.3.1. si può sviluppare insufficienza renale acuta reversibile (0,5%)
2.5.3.1.1. specie se il trattamento è prolungato
2.5.3.2. rare le reazioni nefrotiche
2.5.3.3. 1,5% pazienti alterazioni elettrolitiche
2.5.3.4. rischio di insufficienza renale cronica per pazienti trattati giornalmente
2.5.4. Intolleranza (allergie)
2.5.4.1. patogenesi incerta maggiore frequenza
2.5.4.1.1. manifestazioni cutanee
2.5.4.1.2. asma brochiale
2.5.4.1.3. shock con collasso vasomotorio
2.5.5. Effetti durante gestazione e Parto
2.5.5.1. inibendo PG prolungano gestazione e travaglio
2.5.5.2. potenziali effetti teratogeni anomalie)
2.5.5.3. si ritrovano nel latte materno
2.5.6. Tossicità ematica
2.5.6.1. anemia emolitica
2.5.6.1.1. blocco aggregazione piastrinica
2.5.6.2. tossicità midollare
2.5.7. Proprio per limitare gli effetti collaterali sono stati sviluppati inibitori COX2
2.5.7.1. minori effetti a livello del GI ma effetti a livello dell'apparato cardiocircolatorio
2.5.7.2. in fase premarketing parevano molto promettenti
2.5.7.2.1. poi rivelati effetti collaterali in post marketing
2.5.7.3. prescritti solo in casi specifici
2.5.7.3.1. over 65, problemi di ulcera, altri farmaci
2.5.8. Per limitare effetti
2.5.8.1. Minimo dosaggio per minor tempo possibile
2.5.8.2. attenzione alle co somministrazioni
2.5.8.2.1. antiaggreganti, anticoagulanti
2.5.8.3. no fumo e alcol e valutazione paziente
3. Aspirina
3.1. Acido Acetil Salicilico
3.1.1. derivato da Acido Salicilico
3.2. Meccanismo di azione
3.2.1. Acetila in modo irreversibile le COX
3.2.1.1. serina 529 della COX1
3.2.1.2. Serina 516 della COX2
3.2.1.3. gruppo acetile trasferito alle COX
3.2.1.3.1. impedisce l'accesso del substrato (Acido Arachidonico) al sito catalitico
3.2.2. Acetilazione impedisce accesso del substrato (Acido Arachidonico) al sito catalitico
3.3. Indicazioni terapeutiche
3.3.1. Malattie Reumatiche
3.3.1.1. caratterizzate da dolore e infiammazione
3.3.2. Terapia sintomatica di forme influenzali
3.3.3. malattie cardiovascolari
3.3.3.1. inibitore di aggregazione piastrinica (effetti Trombossani)
3.3.3.1.1. previene trombosi coronarica
3.3.3.1.2. però aumenta il rischio di emmoragie
3.3.4. incidenza del cancro del colon e del retto
3.3.5. morbo Alzheimer
3.4. Proprietà Farmacologiche
3.4.1. Azione Analgesica
3.4.1.1. dolori di entità lieve
3.4.1.1.1. causa inibizione prostaglandine (sensibilizzano terminali nocicettivi)
3.4.2. Azione antipiretica
3.4.2.1. Salicilati riducono produzione Prostaglandine a livello dell'ipotalamo
3.4.3. Effetti a livello neurologico
3.4.3.1. ad alte dose eccessiva stimolazione del sistema nervoso
3.4.3.1.1. cui fa seguito depressione
3.4.4. Azione sul respiro
3.4.4.1. dosi elevate possono dar luogo alcalosi respiratoria perché incrementano ventilazione (dosi elevate)
3.4.4.1.1. dosi tossiche possono portare a paralisi respiratoria
3.4.4.1.2. compensata dal Rene che trattiene H+
3.4.5. effetti cardiovascolari
3.4.5.1. dosi tossiche provocano vasodilatazione periferica
3.4.5.1.1. effetto diretto muscolatura liscia vasale
3.4.6. effetti gastrointestinali
3.4.6.1. sanguinamento gastrico
3.4.6.1.1. dovuta a ridotta sintesi di prostaglandine (producono muco protettivo)
3.4.6.1.2. dovuto al fatto che l'Acido Acetil Salicilico nello stomaco è neutro e penetra nelle cellule
3.4.7. Effetti renali ed Epatici
3.4.7.1. effetto epatossico è dose dipendente
3.4.7.1.1. bambini con varicella o influenza possono avere effetti collaterali gravi
3.4.8. Uricosurici
3.4.8.1. basse dose possono ridurre escrezione acido urico
3.4.9. Effetti sul Sangue
3.4.9.1. allungano i tempi delle emorragie
3.4.9.1.1. da tenere conto se previsti interventi
3.4.10. Effetti Sistema immunitario e Connettivo
3.4.10.1. influenzano interazione anticorpi e antigene
3.4.10.2. modificano sintesi muco poli saccaridi
3.4.10.2.1. formano barriera protettiva che blocca infezione
3.4.11. Effetti Metabolici
3.4.11.1. Disaccoppiamento fosforilazione ossidativa
3.4.11.1.1. determinano acidosi metabolica
3.4.11.2. metabolismo azoto
3.4.11.2.1. dosi elevate portano a perdita azoto e amminoacidi
3.4.11.3. metabolismo CHO
3.4.11.3.1. alte dosi portano a iperglicemia e depressione depositi glicogeno
3.4.11.4. metabolismo grassi
3.4.11.4.1. riducono quantità acidi grassi e colesterolo circolanti
3.4.11.5. Grvidanza
3.4.11.5.1. potenziali danni al feto
3.5. Farmacocinetica
3.5.1. Assorbimento
3.5.1.1. bene a livello orale stomaco e intestino
3.5.1.2. rapido anche attraverso la cute
3.5.2. Distribuzione
3.5.2.1. abbastanza rapida dipende dal PH
3.5.2.1.1. 80/90% si lega ad albumine (competizione con altri farmaci tipo penicillina, tiroxina)
3.5.3. Metabolismo
3.5.3.1. a livello del Reticolo Endoplasmatico e nei mitocondri del fegato
3.5.4. Escrezione
3.5.4.1. escreti nelle urine sotto forma di salicilati liberi
3.5.4.1.1. in funzione ph urine
3.6. Posologia
3.6.1. dosi basse 100mg
3.6.1.1. antiaggregante piastirnico
3.6.1.2. metabolizzata dall'esterasi epatica con emivita di 3 ore
3.6.2. dosi intermedie 500-1000mg
3.6.2.1. Attività analgesica
3.6.3. dosi alte 3g
3.6.3.1. attività antiinfiammatoria
3.6.3.2. enzima esterasi epatica saturato emivita arriva a 15 ore
3.6.3.2.1. emivita dipende dalla dose quindi
3.6.4. superiori ai 3 g
3.6.4.1. può portare a salicilismo
3.6.5. Dose letale 30g
3.7. Effetti collaterali
3.7.1. Salicismo dosi magg di 3g
3.7.1.1. nause, vomito, confusione mentale
3.7.1.2. alterazione equilibrio acido/base
3.7.1.3. disidratazione, emorragie e encefalopatia tossica (rara)
3.7.1.4. Trattamento
3.7.1.4.1. sospensione assunzione
3.7.1.4.2. somministrare carbone attivo
3.7.1.4.3. somministrare liquidi
3.7.1.4.4. eventuale trasfusione
3.7.1.4.5. diuresi forzata con soluzione alcalinizzante
3.7.2. Effetti a dose terapeutiche
3.7.2.1. sofferenza gastrica
3.7.2.2. depresisone respiratoria
3.7.2.2.1. si può arrivare a morte per insufficienza respiratoria
3.7.2.3. sindrome di Reye
3.7.2.3.1. nei bambini si ha epatite fulminante se somministrato nel corso di infezioni virali
3.7.2.4. interazioni con altri farmaci
3.7.3. alcuni atleti li usano in virtù del potere antidolorifico
3.7.3.1. tuttavia presenti effetti collaterali
3.7.3.1.1. effetti gastrointestinali, sanguinamento, ulcere
4. Glucocrticoidi e Dmards
4.1. ormoni endogeni prodotti a partire dal colesterolo nella corteccia surrenalica
4.1.1. Glucocorticoidi
4.1.1.1. di sintesi
4.1.1.1.1. azione breve
4.1.1.1.2. azione lunga
4.1.1.2. Meccanismo azione
4.1.1.2.1. si legano ai recettori ed entrano nel nucleo (lipofili)
4.1.1.3. Usi clinici
4.1.1.3.1. terapia sostitutiva insufficienza surrenalica
4.1.1.3.2. artrite reumatoide e lupus erimatoso
4.1.1.4. Effetti
4.1.1.4.1. Metabolismo Glucidico
4.1.1.4.2. Metabolismo proteico
4.1.1.4.3. Ricambio idrico-salino
4.1.1.4.4. Metabolismo lipidico
4.1.1.4.5. Effetti SNC
4.1.1.4.6. Variazione equilibri tra elementi del sangue
4.1.1.5. Effetti Collaterali
4.1.1.5.1. Lievi
4.1.1.5.2. Medi
4.1.1.5.3. Gravi
4.1.1.5.4. Sindrome di Cushing iatrogena
4.1.2. Mineralcorticoidi
4.1.3. Ormoni sessuali
4.2. Dmards
4.2.1. Disease Modifying anti rheumatic drugs
4.2.1.1. detti farmaci di fondo efficaci solo se assunti in associazione con altri farmaci o terapie immunosoppressive
4.2.1.1.1. usati per malattie autoimmuni