Medicina dello sport 1

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Medicina dello sport 1 da Mind Map: Medicina dello sport 1

1. Morte Improvvisa Cardiaca

1.1. Morte naturale inattesa dovuta a causa cardiaca

1.1.1. non traumatica

1.1.1.1. interviene entro un'ora dall'inizio della sintomatologia acuta

1.1.2. preceduta da sincope

1.1.3. tracciato piatto ECG continuo per 20 minuti

1.1.4. morte cerebrale tracciato piatto per 6 ore consecutive

1.2. distinzione con arresto cardiaco

1.2.1. arresto cardiaco: perdita di funzione del cuore

1.2.1.1. prima della morte vera e propria

1.2.1.2. in questo caso le manovre di BLS (rianimazione cardio polmonare di base possono far regredire

1.2.2. morte improvvisa

1.2.2.1. irreversibile

1.3. colpisce ogni anno 1000 giovani con meno di 35 anni

1.4. influenzata da stili di vita

1.4.1. fumo, cocaina, anfetamine, ipokaliemia, steroidi, abuso di alcol

1.4.1.1. maggiore incidenza nei maschi

1.5. Fattori predisponenti

1.5.1. Malattia Coronarica (Cardiopatia Ischemica)

1.5.1.1. causa più frequente di morte improvvisa

1.5.1.1.1. Fattori di rischio uguali a quelli delle malattie coronariche

1.5.2. Miocardiopatia

1.5.2.1. displasia aritmogena ventricolo destro

1.5.3. Cardiopatia ipertrofica

1.5.3.1. causa più comune nei giovani atleti

1.5.4. tachicardie ventricolare polimorfe idiopatiche

1.5.5. Sindrome di Brugada

1.5.5.1. disturbi attività elettrica del cuore

1.5.6. cardiopatia ischemica, difetti valvolari

1.5.6.1. cause popolazione generale

1.5.7. Valvulopatie

1.5.7.1. stenosi aortica

1.5.7.2. prolasso valvolare mitralico

1.5.8. Fibrillazione ventricolare

1.5.8.1. aritmia comune per causa arresto

1.5.9. nei giovani

1.5.9.1. ipertrofia asimmetrica

1.5.9.2. Sindrome Wolf Parkinson White

1.5.9.2.1. presenza di uno o più fasci AV

1.6. Esami

1.6.1. ECG

1.6.2. Eco cardio color Doppler

1.6.2.1. persone con frazione di eiezione inferiore al 35%

1.6.2.1.1. cuore sano frazione di eiezione oltre 60%

1.6.3. Holter Cardiaco

1.6.4. Studio elettrofisiologico

1.6.4.1. cateteri elettrici spinti fino al cuore

1.7. Prevenzione e Trattamento

1.7.1. Stile di vita

1.7.2. Defibrillatore Cardiaco Impiantabile

1.7.2.1. unica terapia efficace nel prevenire morte cardiaca nei pazienti a rischio

1.7.2.1.1. impiantato sottocute fili che arrivano al cuore e controllano anomalie

1.7.3. Farmaci

1.7.3.1. Ace inibitori, beta bloccanti, calcio antagonisti

1.7.3.1.1. controllano ritmo cardiaco

1.7.3.2. prescritti ai pazienti con defibrillatore

1.7.4. Ablazione

1.7.4.1. distruggere piccole aree del muscolo cardiaco

1.7.4.1.1. aree che danno origine ad attività anomale

1.7.4.2. in congiunzione con defibrillatore

1.8. Morte Cardiaca improvvisa nello Sport

1.8.1. evento raro

1.8.1.1. capita soprattutto nei maschi

1.8.2. Problema a livello di controlli

1.8.2.1. nonstante ECG

1.8.2.1.1. falsi negativi

1.8.2.1.2. possono esserci anche falsi positivi

1.8.2.2. Grazie alla certificazione incidenza diminuita

1.8.2.2.1. tuttavia studi in Europa hanno dimostrato che non riducono significativamente il rischio

1.8.3. Italia unico paese che ha obbligo di certificato medico

1.8.3.1. importanza della PREVENZIONE e dotazione nei campi sportivi

1.8.3.1.1. insegnare BLS

1.8.3.1.2. importanza prevenzione

1.8.3.1.3. liberare medico sportivo dal vincolo della certificazione

1.8.3.1.4. valutazione mirata a patologie cardiovascolari

1.8.4. attività sportiva NON è una causa

1.8.4.1. ma piuttosto un trigger

1.8.5. Tuttavia la certificazione

1.8.5.1. tramite ECG e Anamesi

1.8.5.1.1. ha avuto il ruolo di diminuire molto incidenza

2. Visita Medico Sportiva

2.1. Certificato Agonistico

2.1.1. Legge 18/2 /1982

2.1.1.1. Art. 1: chi pratica attività agonistica deve sottoporsi a controlli periodici

2.1.1.1.1. qualificazione agonistica demandata alle federazioni sportive o agli enti riconosciute

2.1.1.2. Art. 2 idoneità determinata dai medici

2.1.1.3. Art. 3 allegato distingue sport categorie A e B con diverse periodicità e controlli da fare

2.1.1.3.1. A visita medica, Esame Urine, ECG riposo

2.1.1.3.2. B Visita medica, Esame completo urine, ECG riposo e dopo sforzo, spirografia

2.1.1.4. Art. 5 certificato con cadenza scritta nell'allegato

2.1.1.4.1. documentazione conservata per 5 anni dal medica

2.1.1.5. Art. 6 in caso di esito negativo è possibile fare ricorso

2.1.1.5.1. alla società è comunicato il solo esito senza la diagnosi

2.1.1.5.2. davanti un commissione regionale

2.1.2. Specialisti di Medicina dello sport (autorizzati dalla regione - codice regionale)

2.1.2.1. ovviamente possono fare anche gli altri certificati

2.1.2.2. Dotazione degli studi di Medicina

2.1.2.2.1. Statimetro con bilancia

2.1.2.2.2. Tavolo Ottotipica luminosa

2.1.2.2.3. Tavole di Hishiara

2.1.2.2.4. Step Test

2.1.2.2.5. Spirometro

2.1.2.2.6. Elettrocardiografo a 3 canali

2.1.2.2.7. Kit esame urine completo

2.1.2.3. Alcuni sport richiedono esami più specifici

2.1.2.3.1. necessari AMBULATORI di Medicina dello sport

2.2. Certificato di Buona Salute o idoneità attività Ludico Motoria

2.2.1. a partire dal 21/08/13 non è più necessario per attività ludico motorie

2.2.2. DL 21/06/2013

2.2.2.1. attività ludico motorie non richiedono più certificato di buona salute

2.2.2.1.1. rimane obbligo per NON agonistico

2.3. Certificato Non Agonistico

2.3.1. Medico di base o pediatra di libera scelta

2.3.2. per attività parascolastiche o appartenenti a Federazioni che fanno capo al CONI

2.4. Fasi della visita Medico sportiva

2.4.1. Compilazione scheda clinica

2.4.1.1. Dati del soggetto

2.4.1.2. Anamesi familiare

2.4.1.2.1. con riferimento a ipertensione, cardiopatie, patologie tiroide e diabete

2.4.1.3. Anamnesi personale

2.4.1.4. uso fumo, alcol, antinfiammatori (Doping)

2.4.1.4.1. allergie (medicinali potrebbero essere considerati doping)

2.4.1.5. atleta sottoscrive di non essere mai stato giudicato non idoneo

2.4.2. Rilevazione misure antropometriche

2.4.2.1. peso, altezza, rachide, controllo testicoli

2.4.2.1.1. peso forma uomo: Altecca(cm)-100-5%

2.4.2.1.2. peso forma donna: Altezza (cm)-104-5%

2.4.3. misurazione pressione arteriosa a riposo

2.4.4. Controlli aggiuntivi NON AGONISTICA

2.4.4.1. Elettrocardiogramma a riposo

2.4.4.1.1. obbligatorio per legge

2.4.5. Controlli Aggiuntivi AGONISTICA

2.4.5.1. Misurazione acuità visiva

2.4.5.1.1. idoneità a seconda delle tabelle

2.4.5.2. eventuale controllo daltonismo discromatopsia

2.4.5.2.1. tavole Hishiara

2.4.5.3. Spirometria

2.4.5.3.1. Capacità Vitale (volume d'aria mobilitato in un atto respiratorio)

2.4.5.3.2. VEMS (volume espiratorio massimo al secondo)

2.4.5.3.3. MVV (massima ventilazione volontaria)

2.4.5.3.4. Indicie Tiffenau (VEMS/CV)

2.4.5.3.5. 16-20 atti respiratori al secondo

2.4.5.4. ECG dopo sforzo

2.4.5.4.1. Step Test

2.4.5.5. Vi sono esami aggiuntivi in base al tipo di sport

2.4.5.5.1. EEG, esame fondo oculare, endocrinologica

2.4.5.6. Soggetti con più di 40 anni

2.4.5.6.1. test cardiaco massimale sotto sforzo

2.4.5.7. in caso di dubbio cardiologico può essere richiesto holter o ecocardiogramma

2.4.5.8. NON si può richiedere autonomamente va richiesto dalla società di appartenenza

3. Primo Soccorso

3.1. Ferita

3.1.1. interruzione continuità tessuto cutaneo

3.1.1.1. tipologie

3.1.1.1.1. Superficiali: piani superficiali

3.1.1.1.2. Profonde: si addentrano nel tessuto sottocutaneo

3.1.1.1.3. Penetranti: penetrano in un cavità del corpo

3.1.1.1.4. Perforanti: perforano cavità del corpo da una parte all'altra

3.1.1.2. altra distinzione

3.1.1.2.1. abrasioni

3.1.1.2.2. escoriazioni

3.1.1.2.3. ferita da punta

3.1.1.2.4. ferita da taglio

3.1.1.2.5. ferito lacero

3.1.1.2.6. ferita lacero contuse

3.1.2. problematiche

3.1.2.1. emorragia

3.1.2.1.1. venosa

3.1.2.1.2. arteriosa

3.1.2.1.3. occorre ogni tanto rilasciar leggermente il laccio emostatico

3.2. Frattura

3.2.1. causate da

3.2.1.1. flessione

3.2.1.2. torsione

3.2.1.3. compressione

3.2.1.4. strappo

3.2.2. interruzione continuità tessuto osseo

3.2.2.1. tipologie

3.2.2.1.1. Fratture dirette

3.2.2.1.2. fratture indirette

3.2.2.1.3. il trauma può essere esogeno od endogeno

3.2.3. diistinzione

3.2.3.1. Composte

3.2.3.1.1. i due monconi dell'osso sono allineati

3.2.3.2. Scomposte

3.2.3.2.1. i due monconi non sono più allineati

3.2.3.3. fratture chiuse

3.2.3.3.1. frattura non comunica con l'esterno

3.2.3.4. fratture aperte o esposte

3.2.3.4.1. frattura che comunica con l'esterno

3.2.3.5. Casistica

3.2.3.5.1. Fratture Complete

3.2.3.5.2. Fratture Incomplete

3.2.3.5.3. stabili, instabili, semplici, pluriframmentarie, comminute

3.2.3.5.4. a seconda andamento rima di frattura

3.2.4. Cosa fare

3.2.4.1. capire sintomatologia soggetto infortunato

3.2.4.1.1. adoperarsi per trasportarlo al Pronto Soccorso

3.2.5. guarigione attraverso il callo osseo che poi si rimodella

3.2.5.1. necessario i due monconi siano a contatto

3.2.5.1.1. altrimenti intervento chirurgico

3.2.6. Frattura Vertebra o colonna vertebrale

3.2.6.1. non bisogna spostare l'infoprtunato

3.2.6.1.1. soccorritori fino in 5 che uno tiene la testa

3.3. Lipotimia o Svenimento (Presincope)

3.3.1. dovuta a calo pressione arteriosa

3.3.1.1. alzare le gambe per ripristino afflusso

3.3.1.1.1. ritorno venoso

3.3.1.2. regredibile e paziente risponde agli stimoli

3.3.1.2.1. non c'è una perdita di coscienza completa

3.3.2. attenzione a non confondere con perdita di coscienza o arresto cardiaco

3.4. Epistassi

3.4.1. uscita di sangue dal naso

3.4.1.1. inclinare testa in avanti

3.4.1.1.1. ghiaccio alla radice del setto

3.4.2. no testa indietro

3.4.2.1. sangue potrebbe non defluire

3.5. Trauma Cranico

3.5.1. lesione al cranio o cervello dovuta ad evento traumatico

3.5.1.1. momentanea perdita di coscienza

3.5.1.1.1. nei casi più delicati può comportare coma

3.5.2. protocollo di osservazione di 24 ore

3.5.3. Commozione Cerebrale: senza distruzione tessuti

3.5.4. Contusione Cerebrale

3.5.4.1. distruzione tessuti cerebrali

3.5.5. può portare all rottura di un vaso sanguigno

3.5.5.1. aumento pressione cranica

3.5.5.1.1. emorragia cerebrale

3.5.5.2. ematoma può verificarsi anche ore o giorni dopo il trauma

3.5.6. in presenza di lesione al cervello

3.5.6.1. asimmetria dei diametri pupillari

3.5.6.1.1. anisocoria

3.5.7. frattura cranio può portare emorragia orecchio o naso

3.5.7.1. posizione di sicurezza

3.5.7.2. ghiaccio per vasocostrizione

3.5.8. evitare paziente si addormenti

3.5.8.1. sono può diventare coma

3.6. Ustioni

3.6.1. lesione cute e tessuti provocati dal calore

3.6.1.1. causata da contatto diretto fuoco, liquido bollente, sostanze chimiche, esposizione sole e folgorazione

3.6.2. interrompere azione lesiva

3.6.2.1. acqua fredda

3.6.2.1.1. posizione antishock

3.6.3. Colpo di Calore

3.6.3.1. avviene in ambiente caldo, umido poco ventilato

3.6.3.1.1. sudorazione non riesce a raffreddare il corpo

3.6.3.2. sintomi

3.6.3.2.1. sete intensa

3.6.3.2.2. volto arrossato

3.6.3.2.3. cute molto calda

3.6.3.2.4. respiro affannoso

3.6.3.2.5. torpore

3.6.3.2.6. shock

3.6.3.3. intervento

3.6.3.3.1. portare in luogo fresco

3.6.3.3.2. raffreddare con acqua fresca

3.6.4. Colpo di Sole

3.6.4.1. eccessiva esposizione al Sole

3.6.4.1.1. vasodilatazione

3.6.4.2. sintomi simili al colpo di calore

3.6.4.2.1. più grave

3.7. Annegamento

3.7.1. ostruzione vie aeree per mezzo di un liquido

3.7.1.1. liquido nella cavità orale provoca chiusura laringe

3.7.1.1.1. la perdita di coscienza fa penetrare liquido nella trachea

3.7.2. porre l'infortunato in posizione di sicurezza

3.7.2.1. in caso di incoscienza procedere a respirazione e massaggio cardiaco

3.7.2.2. rimuovere l'infortunato dal liquido che lo asfissia

3.7.2.2.1. rovesciare annegato a pancia in giù per far defluire

3.8. Avvelenamento

3.8.1. in seguito a ingestione sostanze nocive

3.8.1.1. sintomi immediati o dopo 24 ore

3.8.1.1.1. importante riuscire a risalire alla sostanza ingerita

3.8.2. sintomi

3.8.2.1. nausea, vomito, crampi addominali

3.8.3. Avvelenamento Barbiturici o Farmaci

3.8.3.1. tentato suicidio

3.8.3.1.1. arresto cardiaco e morte

3.8.3.2. sintomi

3.8.3.2.1. sonno che degenera in coma, depressione respiratoria

3.8.4. Avvelenamento da Alcol

3.8.4.1. porta euforia, loquacità, alterazione personalità

3.8.4.2. sonnolenza che può tramutarsi in coma

3.8.4.3. indurre il vomito

3.8.4.3.1. nei casi più gravi lavanda gastrica

3.9. Folgorazione

3.9.1. interrompere corrente

3.9.1.1. o comunque staccare la vittima dalla corrente

3.9.1.1.1. verificare arresto cardiaco o respiratorio

3.9.1.1.2. attenzione a non rimanere folgorati

3.10. Punture di insetti o animali

3.10.1. pericolose in caso di allergia o elevato numero di punture

3.10.1.1. oppure occhio, genitali, lingua

3.10.2. dolore, rossore, prurito, gonfiore

3.10.3. se la puntura interessa la lingua

3.10.3.1. edema della glottide

3.10.3.2. possono ostruirsi le vie respiratorie

3.10.3.2.1. cucchiaio in bocca

3.11. Sindrome da Schiacciamento

3.11.1. persona rimasta schiacciata sotto grande mole di peso

3.11.1.1. una volta liberato rischia shock

3.11.1.1.1. shock provoca diminuzione o blocco urine (blocco renale)

3.12. Rianimazione Cardiopolmonare di Base BLS (Basic Life Support)

3.12.1. arresto cardiaco

3.12.1.1. può portare a morte cardiaca improvvisa

3.12.1.2. non prevedibile

3.12.1.2.1. generalmente su base ischemica

3.12.1.3. dovuto ad anomalia cardiaca difficilmente riconoscibile

3.12.1.3.1. importanza esame dopo sforzo

3.12.1.3.2. morte cardiaca improvvisa

3.12.2. Verificare lo stato di coscienza

3.12.2.1. Se è cosciente

3.12.2.1.1. chiamare i soccorsi

3.12.2.1.2. solitamente chi colpito da attacco è incosciente

3.12.2.2. Se NON è cosciente

3.12.2.2.1. controllare Respiro

4. Doping

4.1. parola di origine sudafricana indicava miscuglio per cavalli

4.1.1. in seguito utilizzato per incrementare prestazione sportiva

4.1.1.1. Lotta al doping su 2 postulati

4.1.1.1.1. postulato medico

4.1.1.1.2. postulato etico

4.2. Dopo la morte per arresto causa anfetamine ciclista Simpson (1967)

4.2.1. CIO intensificò controlli antidoping

4.2.1.1. stilando elenco tutt'ora aggiornato

4.3. diffuso anche a livello amatoriale

4.4. considerato reato penale (legge 376 del 2000) reclusione fino a 7 mesi

4.4.1. assunzione di farmaci o adozione pratiche per modificare le condizioni psicofisiche o biologiche

4.4.1.1. per alterare la prestazione

4.4.1.1.1. senza nessuna necessità medica

4.4.2. legge contiene varie classi (beta bloccanti, anabolizzanti, beta agonisti ecc)

4.4.3. Sostanze non approvate

4.4.3.1. farmaci in fase di sviluppo o non approvato ad uso umano

4.4.4. istituita CVD commissione vigilanza antidoping

4.4.5. Medicinali dopanti devono avere apposito contrassegno

4.4.6. Sostanze Proibite in gara (12 ore prima e termine della stessa)

4.4.6.1. Stimolanti, Narcotici, Cannabis attiva, indica e derivati, glucocorticosteroidi

4.4.7. proibita manipolazione del sangue

4.4.7.1. potenziamento trasporto ossigeno e pratiche ipobariche

4.5. Comitato Contollo Antidoping

4.5.1. si occupa dei controlli

4.6. NADO italia

4.6.1. si occupa della lotta antidoping in Italia

4.6.1.1. nel mondo WADA

4.7. Controlli Anti Doping

4.7.1. commissionati da

4.7.1.1. WADA

4.7.1.2. CONI

4.7.1.3. CVD

4.7.1.4. NAS

4.7.2. svolto da medici federazione medico sportiva CONI

4.7.2.1. Ispettore Specialista in Medicina dello Sport

4.7.2.1.1. socio della FMSI (federazione medico sportiva italiana)

4.7.2.1.2. si reca sul luogo dell'evento DOPO l'inizio della gara

4.7.2.1.3. deve poter accedere ai locali e fruirne

4.7.2.1.4. porta con sè il Dispositivo dei controlli

4.7.3. Chaperone

4.7.3.1. secondo codice WADA persona reclutata sul posto

4.7.3.1.1. addestrata e accreditata ai controlli antidoping

4.7.3.2. può essere rappresentate federale o altro

4.7.3.2.1. non deve avere conflitto di interessi

4.7.3.3. mantenere stretto riserbo su dati e informazioni durante sesisone di controllo

4.7.3.4. non ha accesso al locale adibito al prelievo

4.7.3.4.1. solo alla sala d'attesa dove controlla a vista gli atleti

4.7.4. possono inoltre partecipare

4.7.4.1. Rappresentante Atleta

4.7.4.2. Ispettore Antidoping NAS

4.7.4.3. Ispettore IIS

4.7.5. su Urine e Sangue o misti

4.7.6. pre e post gara o a sorpresa

4.7.6.1. a sorpresa

4.7.6.1.1. seduta allenamento

4.7.6.1.2. casa dell'atleta

4.7.6.1.3. whereabouts

4.7.7. Inizio operazioni

4.7.7.1. DCO ritira liste gara e nomina uno o più chaperone

4.7.7.2. tra il 35° e il 40° minuto del secondo tempo del calcio alla presenza dello Chaperone procede all'esame del dispositivo

4.7.7.2.1. in caso controllo target seleziona i giocatori

4.7.7.2.2. in caso controllo random raffronta con la lista

4.7.7.3. al termine della gara: operazioni di notifica

4.7.7.3.1. eventualmente può farlo lo chaperone

4.7.8. Controllo Urine

4.7.8.1. identificazione Atleta e medico tramite tesserino

4.7.8.2. atleta riceve notifica per iscritto e conferma con firma

4.7.8.2.1. notifica specifica orario, luogo e modalità controllo

4.7.8.3. atleta resta in zona controllo per fornire urine

4.7.8.3.1. non può allontanarsi

4.7.8.4. atleta sceglie contenitore sigillato

4.7.8.4.1. Urina in contenitore sigillato e mani lavate preventivamente

4.7.8.5. urina prodotta sotto stretta sorveglianza

4.7.8.5.1. almeno 90cc

4.7.8.6. Atleta sceglie il kit di controllo. All'interno 2 provette sigillate

4.7.8.6.1. urina inserita dall'atleta nel nelle 2 provette A e B

4.7.8.7. L'urina rimasta nel contenitore grande si misura peso specifico

4.7.8.7.1. tramite rifrattometro

4.7.8.7.2. Peso specifico deve essere non inferiore a 1005

4.7.8.7.3. A partre dal 1 Marzo 2020

4.7.8.8. campione è identificabile solo tramite codice, non è possibile risalire all'atleta nè al medico

4.7.8.8.1. etichetta contenente ora, data, peso specifico

4.7.8.9. Atleta firma copia destinata a NADO (organizzazione nazionale antidoping) Italia e una che funge da ricevuta

4.7.8.9.1. Atleta mantiene per 4 mesi tali copie sigillate

4.7.8.9.2. la copia che va al laboratorio non avrà la firma

4.7.9. Controllo sul Sangue

4.7.9.1. notifica analoga a quella delle uriine

4.7.9.1.1. solitamente controlli misti

4.7.9.1.2. devono passare 2 ore almeno dall'evento

4.7.9.2. seduto per almeno 10 minuti durante i quali si fanno domande relative al passaporto biologico

4.7.9.3. atleta seduto sceglie seleziona il kit sigillato

4.7.9.3.1. kit contiene tutto necessario per prelievo e 2 flaconi A e B

4.7.9.4. si applica sulla provetta del kit il numero scelto dall'atleta

4.7.9.5. prelievo del sangue immesso nelle provette

4.7.9.5.1. poi sigillate con tappo particolare

4.7.9.6. verbale del controllo antidoping analogo ad urine

4.7.9.7. Atleta viene consegnata copia della notifica

4.7.9.7.1. rimanere sigillata per 4 mesi

4.7.9.8. campioni trasportati mediante borsa termica controllata

4.7.9.8.1. in caso di sostanze proibite nel campione A si può richiedere analisi campione B

4.7.9.8.2. che ha sistemi di controllo di temperatura

4.7.10. TUE (Therapeutic Use Exemption)

4.7.10.1. Richiesta al CEFT (comitato esenzione fini terapeutici)

4.7.10.2. Esenzione a scopo terapeutico

4.7.10.2.1. esenzione di un particolare farmaco inserito in lista WADA per esigenze di patologia atleta

4.7.10.2.2. atleta subisce grave danno se sospende la sostanza

4.7.10.2.3. sostanza non produce miglioramento della prestazione

4.7.10.2.4. non vi sono alternative terapeutiche

4.7.10.3. domanda fatta 30gg prima della competizione

4.7.10.4. in casi particolari può essere retroattiva

4.8. Laboratori Antidoping

4.8.1. accreditati WADA

4.8.1.1. attualmente 35 centri

4.8.1.1.1. In Italia laboratorio Giulio Onesti

4.8.2. FMSI

4.8.2.1. autorità competente racoclta urine e sangue

5. Traumi Sportivi

5.1. Lesioni Tipiche dello sport

5.1.1. effetto di un'azione meccanica unica o ripetuta, esogena o endogena su un tessuto

5.1.1.1. Macrotrauma: evento unico, intenso ed improvviso

5.1.1.2. Microtrauma: azione lieve, ma ripetuta

5.1.2. dovute a

5.1.2.1. fattori ambientali

5.1.2.2. condizioni individuali (fatica, difetto allenamento)

5.1.2.3. tacchetti nei calciatori

5.1.2.4. superamento dei limiti fisiologici

5.2. Apparato Mio-entesico

5.2.1. zona di transizione tra muscolo e apparato osseo

5.2.1.1. sottoposto alla più forte sollecitazione

5.3. Terminologia

5.3.1. Lussazione

5.3.1.1. capi articolari fuoriescono dalla sede provocando rottura legamenti

5.3.2. Distorsione

5.3.2.1. stiramento dei legamenti (no rottura) dovuta a brusca messa in tensione

5.3.3. Varo

5.3.3.1. deviazione all'interno

5.3.4. Valgo

5.3.4.1. deviazione all'esterno

5.4. Lesioni Muscolari

5.4.1. Contusioni: agente esterno

5.4.1.1. Classificazione in base a gravita

5.4.1.1.1. grado lieve e medio

5.4.1.1.2. grado severo

5.4.2. sollecitazione intrinseca del muscolo che supera la propria resistenza

5.4.2.1. alterata distribuzione tensione interna muscolo

5.4.2.2. rottura di filamenti di Actina e miosina

5.4.3. classificazione

5.4.3.1. Primo Grado

5.4.3.2. Secondo Grado

5.4.3.2.1. coinvolto numero elevato di fibre 10-15%

5.4.3.2.2. presente sanguinamento

5.4.3.3. Terzo Grado

5.4.3.3.1. rottura parziale o totale del muscolo

5.4.4. dovuta a sforzi massimali, scorretto riscaldamento, mancanza elasticità

5.4.4.1. condizoni climatiche, dismorfismi alterata coodrinazione

5.4.5. Contrattura

5.4.5.1. dolore che si presenta a distanza dell'attività

5.4.5.1.1. dovuta ad alterazione diffusa del tono muscolare

5.4.6. Stiramento: sollecitazione indiretta:

5.4.6.1. dolore muscolare acuto durante l'attività

5.4.6.1.1. ben localizzato

5.4.7. Strappo

5.4.7.1. dolore muscolare acuto e violento durante l'attività sportiva

5.4.7.1.1. dovuto a lacerazione numero variabile di fibre

5.4.8. Diagnosi attraverso Ecografia

5.4.8.1. diagnosi in casi lievi non è sempre facile

5.4.8.1.1. soprattutto in casi di modesta entità

5.4.9. trattamento

5.4.9.1. RICE

5.4.9.1.1. Rest Ice Compression Elevation

5.4.9.2. limitare edema dovuta a vasodilatazione

5.4.10. trattamenti strumentali di mobilizzazione

5.4.10.1. poi recupero funzionale

5.4.11. FANS e antidolorifici

5.4.11.1. FANS non determinano guarigione più breve

5.4.12. Prevenzione

5.4.12.1. eliminazione dei fattori di rischio

5.4.12.1.1. alterata coordinazione, deficit propriocettivo

5.4.12.2. allenamento eccentrico

5.4.12.2.1. vascolarizzazione interrota

5.5. Traumi al Ginocchio

5.5.1. Menischi

5.5.1.1. OECI

5.5.1.1.1. O: esterno C interno

5.5.1.2. frattura solitamente per traumi distorsivi

5.5.1.2.1. violenta rotazione del femore sulla tibia

5.5.1.3. descrizione frattura

5.5.1.3.1. corno posteriore, corno anteriore, corno corpo

5.5.1.3.2. rima radiale

5.5.1.3.3. rima a flap

5.5.1.3.4. rima longitudinale

5.5.1.3.5. Rottura del menisco può portare a blocco articolare

5.5.1.3.6. solitamente se non sono presenti frammenti lussati 2-3 settimane

5.5.1.3.7. operati in laporoascopia

5.5.1.3.8. solitamente menisco mediale

5.5.1.4. Sfrangiatura

5.5.1.4.1. conseguenza usura

5.5.1.4.2. meniscopatia degenerativa

5.5.1.4.3. dovuta a vecchiaia

5.5.1.4.4. presenta un dolore post affaticamento

5.5.1.5. lesione meniscale non può guarire perché assenza di vasi sanguigni

5.5.2. Distorsioni al Ginocchio

5.5.2.1. lesione di uno o più legamenti

5.5.2.1.1. Diagnosi attraverso RM

5.5.2.1.2. intrarotazione o extrarotazione con piede fisso

5.5.2.1.3. fitta acuta con sensazione di schiiocco

5.5.2.1.4. Lesione Collaterale Interno

5.5.2.1.5. Lesione Crociato Anteriore

5.5.2.1.6. Legamento crociato posteriore

5.6. Lussazione Spalla

5.6.1. Strutture Spalla - articolazione gleno omerale

5.6.1.1. capsula articolare

5.6.1.1.1. membrana sinoviale per lubrificare articolazione

5.6.1.2. cuffia dei rottori

5.6.1.2.1. sottoscapolare

5.6.1.2.2. sovraspinato

5.6.1.2.3. infraspinato

5.6.1.2.4. piccolo rotondo

5.6.1.3. cercine glenoideo

5.6.1.3.1. per maggiore congruenza

5.6.1.4. legamenti gleno omerali

5.6.1.4.1. per fornire stabilità

5.6.1.5. innervazione plesso brachiale

5.6.1.6. irrorazione arteria ascellare e vena succlavia

5.6.2. Fuoriuscita Omero dalla cavità glenoidea

5.6.3. Lussazione scapolo Omerale anteriore

5.6.3.1. caduta con braccio in abduzione o extarotazione

5.6.3.2. forte dolore e deficit funzionale

5.6.3.2.1. braccio pende lungo il tronco extraruotato

5.6.3.2.2. spalla perde rotondità e si percepisce la testa dell'omero

5.6.3.3. nel giro di 24h riposizionamento manuale della testa omero nella cavità

5.6.3.3.1. poi tutore per 1-3 settimane

5.6.3.4. cercare di evitare recidive

5.6.3.4.1. nei soggetti giovani si procede chirurgicamente

5.6.3.5. guarigione in 2-6 mesi

5.6.4. Lussazione Acromion Claveare

5.6.4.1. conseguenza di trauma diretto o di una caduta sulla spalla

5.6.4.1.1. maggioranza dei casi capo cavicolare si sposta verso l'alto e acromion verso il basso

5.6.4.2. immobilizzazione arto per 3 settimane

5.6.4.2.1. per riprendere attività sportive almeno 2 mesi

5.6.4.3. dolore molto intenso con deformità spalla

5.6.4.3.1. necessario intervento chirurgico

5.7. Frattura V Metatarso

5.7.1. due tipi

5.7.1.1. fratture da stress

5.7.1.1.1. in seguito a continui microtraumi

5.7.1.2. fratture dovute a distorsioni caviglia

5.7.2. dolore pungente, gonfiore ematoma

5.7.3. radiografia necessaria

5.7.4. necessario gesso

5.7.5. terapia a campi magnetici per i primi 2 mesi

5.7.5.1. eventuale iniezione di bifosfonati

5.7.5.2. può dimezzare il tempo di ossificazione che in genere è 3 mesi

5.7.6. Camera iperbarica per migliore ossigenazione

5.7.7. Fisiokinesi terapia in seguito alla calcificazione

5.7.8. per l'attività quotidiana sono necessari circa 90 giorni

5.8. Distorsione Caviglia

5.8.1. spesso associata a frattura V Metatarso

5.8.2. trauma molto comune

5.8.2.1. pallacanestra, calcio, pallavolo

5.8.2.1.1. in generale caduta dall'alto

5.8.3. fattori predisponenti dovuto a morfologia appoggio

5.8.4. solitamente punta in basso e caviglia intraruota

5.8.5. Distorsione parte esterna (malleolo)

5.8.5.1. più frequente

5.8.5.2. doloro localizzato davanti e sotto il malleolo

5.8.6. strutture si lesionano secondo un iter preciso una di seguito all'altra

5.8.6.1. 1. leg peroneo astragalico anteriore

5.8.6.1.1. 2. leg peroneo calcaneare

5.8.7. livelli di gravità

5.8.7.1. grado 0

5.8.7.1.1. dolore scompare nel giro di 10 minuti

5.8.7.2. grado 1

5.8.7.2.1. si può camminare, ma non permette di riprendere l'attività interrotta

5.8.7.2.2. gonfiore potrebbe comparire la sera

5.8.7.3. grado 2

5.8.7.3.1. gonfiore compare dopo pochi minuti

5.8.7.3.2. dolore aumenta col tempo

5.8.7.3.3. necessario pronto soccorso + ghiaccio

5.8.7.4. grado 3

5.8.7.4.1. gonfiore subito dopo trauma

5.8.7.4.2. applicazione ghiaccio e Pronto Soccorso

5.8.7.4.3. guarigione in 40-60 gg

5.8.8. RICE

5.8.8.1. ghiaccio

5.8.8.1.1. per eliminare dolore e contratture involontarie riflesse

5.9. Fratture malleolari

5.9.1. frattura estremità distale tibia o perone

5.9.1.1. in seguito a violento movimento di torsione del piede

5.9.1.1.1. oppure in seguito a grave distorsione caviglia o trauma diretto

5.9.2. comuni e quasi sempre associate a lesioni della capsula legamentosa

5.9.3. frattura malleolo PERONEALE fratturato con maggiore frequenza

5.9.3.1. terapia a seconda delle lesioni

5.9.3.1.1. composta

5.9.3.1.2. scomposte

5.9.3.2. manifesta con violento dolore ecchimosi e impossibilità movimento

5.9.3.3. necessaria radiografia in 3 proiezioni

5.9.4. frattura malleolo TIBIALE

5.9.4.1. quasi sempre programma chirurgico con viti e fili

5.9.4.1.1. con revisione apparato legamentoso

5.10. Lesioni al Tendine di Achille

5.10.1. lesioni acute

5.10.1.1. traumi diretti

5.10.1.2. traumi indiretti (sci atletica leggera)

5.10.1.2.1. interessa tutti gli sport che hanno una spinta

5.10.1.3. sensazione di morso o colpo associato a dolore

5.10.2. lesioni degenrative

5.10.2.1. storia di modesti dolori di difficile descrizione

5.10.2.1.1. fastidio costante

5.10.2.2. profilo alterato del tendine

5.10.2.2.1. ridotta articolarità piede

5.10.2.3. diagnosi

5.10.2.3.1. manovra di Thompson

5.10.3. consigliato intervento chirurgico per evitare recidive

5.10.3.1. Tenoraffia

5.10.4. post operatorio stivaletto con leggera flessione plantare (4 settimane)

5.10.4.1. successivamente mobilizzazione passiva (ginnastica acqua)

5.10.4.1.1. per evitare fibrosi riparativa

5.10.4.2. piede in flessione naturale

5.10.5. solitamente avvengono per precedenti condizioni di Tendinosi

5.10.5.1. processo degenrativo del tendine

5.10.5.1.1. carichi eccessivi possono essere causa

5.11. Pubalgia o Sindrome Retto Adduttoria

5.11.1. infortunio da sovraccarico detta Sindrome Retto Adduttoria

5.11.1.1. colpisce spesso calciatori

5.11.1.1.1. perchè azioni esplosive

5.11.1.2. coninvolti: Retto, obliquo e Trasverso + Adduttore lungo e breve

5.11.1.3. dolore regione addomino-pubo-crrurale

5.11.1.4. diverse patologie con in comune dolore nella zona adduttoria

5.11.2. come in molte patologie dovuta ad affaticamento eccessivo

5.11.2.1. scarso equilibrio tra gruppi muscolari che inseriscono nel pube

5.11.2.1.1. addominali e adduttori

5.11.2.1.2. debolezza muscoli adduttori rispetto a coscia

5.11.2.2. iperlordosi

5.11.2.3. rigidità vertebre lombari

5.11.2.4. sovrappeso

5.11.2.5. calzature inadatte

5.11.2.6. dimorfismi arti inferiori (piedi piatti, piedi cavi)

5.11.3. riconosciuta come condizione molto invalidante per calciatore

5.11.3.1. necessaria analisi Eziologica per capire il trattamento

5.11.4. Tipologie

5.11.4.1. Tendinopatia inserzionali di adduttori e addominali

5.11.4.1.1. più diffusa nel mondo del calcio

5.11.4.1.2. distrazione muscolo tendinea in prossimità inserzione dell'adduttore nel pube e della gunzione miotendinea degli adduttori

5.11.4.1.3. cause insorgenza

5.11.4.2. Lesioni Parete Addominale e del canale inguinale

5.11.4.2.1. ernia inguinale

5.11.4.2.2. anomalia del tendine congiunto

5.11.4.2.3. debolezza parete posteriore canale inguinale

5.11.4.2.4. intrappolamento del nervo otturatorio

5.11.4.3. Altre cause che non riguardano muscoli addominali o adduttori

5.11.4.3.1. distrazioni o rotture ileo psoas, lesioni quadrato del femore o otturatore interno

5.11.4.3.2. compressioni nervose

5.11.5. Sintomi

5.11.5.1. dolore profondo regione inserzionale adduttoria

5.11.5.1.1. debolezza muscolare a carico adduttori

5.11.5.2. Lesioni ossee

5.11.5.2.1. rare tra i calciatori

5.11.6. Pubalgie Posturali

5.11.6.1. frutto di squilibri tra addominali e muscoli paravertebrali

5.11.6.1.1. iperlordosi

5.11.7. importanti posture ed esercizi di allungamento adduttore

5.11.7.1. intervento tempestivo consente facile risoluzione

5.11.7.2. esercizi potenziamento addominali

5.11.7.3. allungamento zona lombare e degli ischio crurali

5.11.7.4. importante riscaldamento

5.11.7.5. importanti esercizi di potenziamento eccentrico adduttori

5.11.7.6. fermarsi alle prima avvisaglie di dolore

5.12. Crampi

5.12.1. contrazione o spasmo involontario del muscolo gamba o piede

5.12.1.1. spesso di notte perchè arti freddi e circolazione scarsa

5.12.1.1.1. causati da squilibrio si Sodio, Potassio, Calcio e Magnesio

5.12.2. persone che fanno largo uso di diuretici più soggetti a crampi

5.12.2.1. diuretci fanno perdere potassio

5.12.3. assunzione liquidi e estensione arto contratto per far passare

5.12.4. Crampo in movimento può essere indicatore di problemi circolatori

5.12.4.1. es claudicatio intermittens

5.12.4.1.1. crampo al polpaccio mentre si cammina

5.12.5. Carenza di Calcio nella dieta causa comune

5.12.5.1. anche perdita di Sodio dovuta a sudorazione

5.12.5.1.1. anche carenza di Vit. C

5.12.6. dieta appropriata per evitare

5.12.6.1. verdura foglia verde scuro, latte formaggio, tuorlo d'uovo

5.13. Patologie e Traumi della Colonna Vertebrale

5.13.1. Colonna vertebrale

5.13.1.1. curve fisiologiche

5.13.1.1.1. scoliosi deviazione sul piano frontale

5.13.1.2. muscoli paravertebrali

5.13.1.2.1. splenio della testa

5.13.1.2.2. splenio del collo

5.13.1.2.3. lunghissimo del dorso

5.13.1.3. muscoli intermedi

5.13.1.3.1. semispinale

5.13.1.4. muscoli profondi

5.13.1.4.1. interspinosi (estendono)

5.13.1.4.2. intertrasversali (inclinano lateralmente)

5.13.1.4.3. suboccipitali (inclinano e ruotano testa)

5.13.2. Patologia

5.13.2.1. scoliosi deviazione sul piano frontale

5.13.2.2. Spina Bifida

5.13.2.3. Spondichilosi

5.13.2.3.1. mancata formazione arco neurale posteriore vertebra

5.13.2.4. Spondilolisi

5.13.2.4.1. mancato sviluppo parte di una vertebra

5.13.2.4.2. vertebra quasi sempre la IV e la V tende a scivolare

5.13.2.5. Spondilolistesi

5.13.2.5.1. scivolamento piano saggittale tra una vertebra e l'altra

5.13.2.5.2. esame radiologico per valutare

5.13.2.6. Spondiliti

5.13.2.6.1. processi infiammatori solitamente nelle persone immuno depresse

5.13.2.7. neoplasie benigne

5.13.2.7.1. emagiomi, condromi

5.13.2.8. neoplasie maligne

5.13.2.8.1. plasmacitoma, condrosarocma

5.13.3. Traumi

5.13.3.1. specialmente cervicale e lombare

5.13.3.1.1. lesioni mieliche

5.13.3.1.2. lesioni amieliche

5.13.3.2. Lesione Stabile

5.13.3.2.1. si può ridurre grazie a manovre esterne o con gesso e corsetto

5.13.3.3. Lesione instabile

5.13.3.3.1. necessario intervento chirurgico

5.13.4. Lombalgie

5.13.4.1. 20% problemi colonna - 80% posture scorrette. movimenti, sovrappeso

5.13.4.2. Lombalgia Acuta

5.13.4.2.1. lesione muscolare, legamentosa, articolare

5.13.4.2.2. dolore segnale di allarme

5.13.4.2.3. trattamento

5.13.4.3. Lombalgia Cronica

5.13.4.3.1. fattori di rischio bio - psico sociale

5.13.4.3.2. trattamento

5.13.5. Ernia del Disco

5.13.5.1. rottura anello fibroso disco intervertebrale

5.13.5.1.1. con fuoriuscita del nucleo polposo (in parte o nella sua interezza)

5.13.5.1.2. tessuto elastico

5.13.5.2. Cause

5.13.5.2.1. fattori congeniti (collagenopatie)

5.13.5.2.2. degenerazione nucleo polposo

5.13.5.2.3. Traumi

5.13.5.2.4. sedentarietà e sovrappeso

5.13.5.2.5. molte ernie sono asintomatiche

5.13.5.3. Dischi lombari più sollecitati

5.13.5.3.1. 10-15mm + alti anteriormente per fare lordosi

5.13.5.3.2. causa maggior peso

5.13.5.3.3. dolore causato a microtraumi e fenomeni degenerativi

5.13.5.3.4. Sintomatologia dovuta dovuta a manifestazione direzione posteriore e postero laterale

5.13.5.4. Più frequente nella regione lombo sacrale

5.13.5.4.1. ma anche cervicale, raramente toracica

5.13.5.4.2. verso 30-40 anni di età

5.13.5.4.3. dopo i 50-60 anni

5.13.5.5. indicata dalle due vertebre che comprendono il disco

5.13.5.5.1. va inoltre indicata la posizione sul paino assiale

5.13.5.6. Tipologie

5.13.5.6.1. In rapporto alla fuoriuscita nucleo

5.13.5.6.2. In base al tempo

5.13.5.6.3. In base alla localizzazione

5.13.5.7. Protrusione Discale

5.13.5.7.1. fuoriuscita del disco dal suo spazio naturale

5.13.5.8. Diagnosi

5.13.5.8.1. si valuta sede, stato dei riflessi, sensibilità, forza e trofismo muscolare

5.13.5.9. trattamento

5.13.5.9.1. conservativo

5.13.5.9.2. chirurgico

5.13.5.9.3. manipolativo

5.13.5.9.4. ozono terapia

5.13.5.9.5. mini invasivo con inserimento gel viscoso

6. Tiroide e Sport

6.1. Ormoni Tiroidei

6.1.1. sintetizzati nei follicoli

6.1.1.1. T3 e T4

6.1.1.1.1. si ottengono da unione di Tirosina con ione ioduro

6.1.2. Stimolati da TSH ipofisario

6.1.2.1. attiva AMPc nei recettori

6.1.2.1.1. fosforilazione cellule follicolari

6.1.2.2. Feedback negativo

6.1.3. Molecole Lipofile

6.1.3.1. modificano velocità trascrizione mRNA

6.1.3.1.1. azione su Metabolismo e Produzione Calore

6.1.3.2. legati ad albumina

6.1.4. aumentano numero mitocondri

6.1.4.1. mobilizzazione substrati energetici

6.1.5. effetti mediati da GH

6.1.6. fondamentali nello sviluppo

6.1.6.1. anche del sistema nervoso

6.1.7. Celule Parafollicolari

6.1.7.1. Calcitonina

6.1.7.1.1. Ipocalcemizzante

6.1.8. Valutatati tramite analisi del sangue

6.1.8.1. analisi TSH

6.1.8.2. analisi T3 e T4

6.1.8.2.1. FT3= 3,8-9,2 pml/l

6.1.8.2.2. FT4= 10,4-26 pmol/l

6.1.8.2.3. Tieroglobulina = 5-10 ng/l

6.1.8.3. ipertiroidismo

6.1.8.3.1. elevati T3 e T4 basso TSH

6.1.8.4. ipotiroidismo

6.1.8.4.1. bassi T3 e T4 alto TSH

6.1.8.5. anche test consumo O2 a riposo

6.1.8.5.1. alto ipertiroidismo - basso ipotiroidismo

6.1.9. Carenza di iodio

6.1.9.1. causa principale patologie

6.1.9.1.1. grave problema di salute pubblica secondo OMS

6.1.9.2. può portare mancato sviluppo cerebrale feto

6.1.10. Patologie

6.1.10.1. Gozzo

6.1.10.1.1. dovuto aumento di volume

6.1.10.1.2. sintomo di maggior funzionamento della tiroide

6.1.10.2. Ipertiroidismo

6.1.10.2.1. ghiandola funziona in eccesso

6.1.10.3. ipotiroidismo

6.1.10.3.1. insufficiente secrezione Ormoni Tiroidei

6.1.10.3.2. difficilmente valutabile

6.1.10.4. Tumori della tiroide

6.1.10.4.1. quasi sempre benigni

6.1.10.5. malattie autoimmuni

6.1.10.5.1. Hashimoto

6.1.10.6. Tiroidite post partum

6.1.10.6.1. transitoria

6.2. Dopo lunghe sessioni di allenamento

6.2.1. marcato aumento T3 e T4

6.2.1.1. ormoni consumati durante attività fisica

6.2.2. livello invariato durante le brevi

6.2.3. durante attività fisica consumati ormoni tiroidei

6.3. Idoneità sportiva

6.3.1. Ipotiroidismo e sport

6.3.1.1. una volta riconosciuta la patologia e tratata (es eutirox)

6.3.1.1.1. nel giro di pochi mesi non ci sono problemi

6.3.2. Ipertiroidismo e Sport

6.3.2.1. fibre muscolari depauperate dall'azione ormoni

6.3.2.2. muscolo cardiaco minore perfomance

6.3.2.3. valutazione ormoni circolanti

6.3.2.3.1. sconsigliato proseguire attività sportiva (temporanea)

7. Diabete e Sport

7.1. Diabete Insipido

7.1.1. insufficiente secrezione ADH

7.1.1.1. diabete insipido centrale o neurogenico

7.1.2. mancata stimolazione reni da ADH

7.1.2.1. diabete insipido nefrogenico

7.1.3. comporta grande escrezione di liquidi: Poliuria

7.1.3.1. aumento sete: Polipsidia

7.1.4. cause poco note

7.1.4.1. malattie genetiche o traumi chirurgici

7.2. Diabete Mellito

7.2.1. malattia cronica con alti livelli di glucosio nel sangue

7.2.1.1. iperglicemia

7.2.1.1.1. tipo 1

7.2.1.1.2. tipo 2

7.2.2. I classici sintomi (Poliuria, Polipsidia)

7.2.2.1. associati a glicemia

7.2.2.1.1. glicemia a digiuno

7.2.2.1.2. dopo carico glucosio

7.2.2.2. sovrappeso, dislipedemia, ipertensione

7.2.2.3. sono sintomi anticamera del diabete

7.3. Diabete Gestazionale

7.3.1. iperglicemia durante gravidanza

7.4. Complicanze

7.4.1. acute

7.4.1.1. tipo 1 a causa della mancanza di insulina

7.4.1.1.1. coma chetoacidosico

7.4.2. croniche

7.4.2.1. tipo 2

7.4.2.1.1. retinopatie

7.4.2.1.2. nefropatie

7.4.2.1.3. malattie cardiovascolari

7.4.2.1.4. neuropatie

7.4.3. durante gravidanza

7.4.3.1. malformazioni congenite

7.4.3.1.1. elevato peso alla nascita

7.5. Prevenzione

7.5.1. grazie al controllo dei diversi parametri

7.5.1.1. Glicemia

7.5.1.1.1. a digiuno inferiore a 126 mg/dl

7.5.1.2. Emoglobina Glicata

7.5.1.2.1. hb lega glucosio in base alla sua quantità nel sangue

7.5.1.2.2. stima glicemia dei 3 mesi

7.5.1.2.3. valori normali 4-7% hb legata al glucosio

7.5.2. controllo PRESSIONE

7.5.2.1. per prevenire insorgenza malattie cardiocircolatorie

7.5.3. importante anche il controllo dei LIPIDI

7.5.3.1. per evitare complicanze cardiovascolari

7.5.3.1.1. controllo periodico anche in assenza di sintomi

7.6. Terapia

7.6.1. intervento soprattutto nello stila di vita e alimentazione

7.6.1.1. per mantenere glicemia, lipidi e pressioni nella norma

7.6.1.1.1. lipidi <7% del totale

7.6.1.2. carboidrati complessi non inferiori a 130g

7.6.2. Diabetici tipo 1

7.6.2.1. apporto insulina esogena

7.6.2.2. necessario regolare terapia insulinica ad apporto dietetico e attività fisica

7.6.3. Diabetici tipo 2

7.6.3.1. solitamente sovrsappeso

7.6.3.1.1. adeguato stile di vita

7.6.3.2. Metformine

7.6.3.2.1. ipoglicemizzanti

7.7. Diabete e sport

7.7.1. sport consigliati

7.7.1.1. aerobici ritmici e continui a bassa intensità

7.7.1.1.1. che coinvolgono la maggior parte dei muscoli per un tempo prolungato

7.7.1.1.2. 150 minuti settimana

7.7.1.2. anche sport montagna e sott'acqua, arti marziali

7.7.1.2.1. da affrontare con prudenza

7.7.2. sport sconsigliati

7.7.2.1. sport motoristici, paracadutismo, arti marziali, alpinismo

7.7.2.1.1. pugilato, lotta libera

7.7.3. a livello ludico motorio e non agonistico

7.7.3.1. non vi sono problemi se si segue la terapia

7.7.3.1.1. legge 16/03/87 n 115

7.7.4. a livello Agonistico

7.7.4.1. necessario nulla osta medico diabetologo

8. Elettrocardiogramma

8.1. schema

8.1.1. Prima onda P (0,08s)

8.1.1.1. depolarizzaione Atri

8.1.1.1.1. P - Q tratto Isoeletrico Rallentamento nel nodo AV) 0,16 - 0,2 s

8.1.2. intervallo Q - T

8.1.2.1. durata depolarizzazione e successiva

8.1.3. asse elettrico compreso tra -30 e 90°

8.1.3.1. consiste nell'osservare QRS in due derivazioni D1 e AVF

8.1.3.1.1. QRS positivo in D1 e AVF

8.2. sistema di conduzione del cuore

8.2.1. Nodo SA

8.2.1.1. fasci internodali

8.2.1.1.1. Nodo AV

8.2.1.2. fornisce giusta frequenza di contrazione

8.2.1.2.1. detta ritmo sinusale

8.3. Registrazione grafica attività elettrica del cuore

8.3.1. cellule si auto depolarizzano

8.3.1.1. generano impulaso elettrico

8.4. da diverse informazioni

8.4.1. presenza di aritmie cardiache

8.4.2. presenza di ischemia o infarto

8.4.2.1. dovuto a coronaropatia

8.4.2.1.1. restringimento coronarie

8.4.2.2. sono necessari controlli periodici a persone che hanno avuto infarti

8.4.3. patologie da alterazione della conduzione elettrica

8.4.3.1. sindrome QT lungo

8.4.4. funzionamento Pacemaker

8.4.5. effetti di farmaci che potrebbero alterare frequenza

8.4.6. alterazioni strutturali

8.5. Elettrocardiografo

8.5.1. trasduce su carta millimetrata l'attività cardiaca

8.5.1.1. attrraverso onde

8.5.1.1.1. l'apparecchio disegna a 25mm/s

8.5.1.1.2. servono per interpretare lo stato del cuore

8.5.1.2. 1 quadratino è 0,04s - 1 quadrato più grande è 0,2s

8.5.1.2.1. 5 quadrati grandi sono 1 secondo

8.5.2. comprende 12 derivazioni

8.5.2.1. 6 derivazioni periferiche

8.5.2.1.1. 3 bipolari + 3 pseudo unipolari

8.5.2.1.2. indagano il cuore su un piano frontale

8.5.2.2. 6 derivazioni toraciche

8.5.2.2.1. intorno al cuore e indagano sul piano orizzontale

8.5.2.3. si misura per circa 10 secondi

8.5.2.4. 4 elettrodi sugli arti e 6 sul torace

8.5.2.4.1. potenziale elettrico misurato da 12 diversi angoli (derivazioni)

8.5.3. Rosso Braccio DX

8.5.3.1. Nero Caviglia DX

8.5.3.1.1. Giallo Braccio SX

8.5.4. ogni coppia di elettrodi costituisce una derivazione

8.5.4.1. con 1 elettrodo positivo e uno negativo

8.5.4.1.1. un ECG è registrato da 1 derivazione alla volta

8.6. Tipologia

8.6.1. A riposo

8.6.2. Dinamico secondo Holter

8.6.2.1. monitora funziona cardiaca in genere 24 ore

8.6.2.1.1. per registrare aritmie a comparsa sporadica

8.6.2.2. cerotti solo sul torace

8.6.3. Dinamico Sotto sforzo

8.6.3.1. presente defibrillatore nella stanza e farmaci

8.6.3.1.1. obbligo di legge

8.6.3.2. permette di identificare con precisione le alterazioni del ritmo

8.6.3.2.1. causata da alterata conduzione o sofferenza cardiaca

8.6.3.3. oppure si può applicare un farmaco che ha gli stessi effetti di uno sforzo fisico

8.6.3.4. cerotti solo sul torace

8.7. Patologie

8.7.1. Fibrillazione atriale

8.7.1.1. aritmia grave che rende battito molto rapido

8.7.1.1.1. può essere cronico (poco intenso) o sporadico (più intenso)

8.7.1.2. generazione anomala impulsi

8.7.1.2.1. atri continuamente sollecitati

8.7.1.3. ECG

8.7.1.3.1. assenza onda P

8.7.1.3.2. complesso QRS irregolare

8.7.2. Flutter Atriale

8.7.2.1. alterazione ritmo cardiaco

8.7.2.1.1. battito irregolare, rapido di intensità variabile

8.7.2.2. rispetto alla fibrillazione atriale la Freq è inferiore

8.7.2.3. Freq contrazioni atri 240-300 bpm

8.7.2.3.1. se ripercussioni sulla freq contrattile dei ventricoli: Flutter atriale parossistico

8.7.2.3.2. senza coinvolgimento ventricoli: flutter atriale permanente

8.7.2.4. ECG

8.7.2.4.1. da 2 a 10 onde P prima del QRS

8.7.3. Fibrillazione Ventricolare

8.7.3.1. altera caratteristiche battito cardiaco

8.7.3.1.1. Freq aumenta, diventa irregolare

8.7.3.2. pregiudica gittata cardiaca

8.7.3.2.1. arresto cadiaco

8.7.3.3. ECG

8.7.3.3.1. assenza di relazione tra onde P e successivi complessi QRS

8.7.4. Blocco Atrioventricolare completo

8.7.4.1. interruzione segnali elettrici tra atrio e ventricolo

8.7.4.1.1. mancanza sincronia tra camere cardiache

8.7.4.2. ECG

8.7.4.2.1. assenza di relazione tra onde P e QRS

8.7.5. Tachicardia Sinusale

8.7.5.1. innalzamento Freq

8.7.5.1.1. molto diffusa

8.7.5.2. ECG

8.7.5.2.1. Onde P con fre superiore a 100 bpm intervallo RR molto breve

8.7.6. Bradicardia Sinusale

8.7.6.1. riduzione normale freq cardiaca senza irregolarità

8.7.6.2. ECG

8.7.6.2.1. onda P con fre inferiore ai 60 bpm

8.7.7. Sindrome QT lungo

8.7.7.1. rara condizione che allunga tempi di ripolarizzazione cardiaca

8.7.7.1.1. ritardo di ripolarizzazione ventricoli

8.7.8. Pacemaker

8.7.8.1. impiantato sotto la clavicola

8.7.8.1.1. elettrocateteri che vanno al cuore

8.7.8.2. ECG

8.7.8.2.1. assenza onda P

8.7.8.2.2. presenza di punta in QRS

8.7.8.2.3. QRS più larghi

8.7.9. Infarto Miocardio

8.7.9.1. afflusso di sangue al cuore inadeguato

8.7.9.1.1. comporta morte area del muscolo cardiaco

8.7.9.1.2. sintomi

8.7.9.2. ECG

8.7.9.2.1. onde Q molto profonde

8.7.9.2.2. scomparsa onda S che si fonde con onda T

9. Classificazione Fisiologica delle Attività sportive

9.1. metabolismo energetici

9.1.1. ATP

9.1.1.1. adenosina + Ribosio + 3 Gruppi Fosfato

9.1.1.2. utilizzato per contrazione muscolare

9.1.2. forniscono energia durante lo sforzo fisico

9.1.2.1. Sistema anaerobico alataccido

9.1.2.1.1. utilizza ATP immagazzinato nella Fosfocreatina

9.1.2.2. Sistema Anaerobico Lattacido

9.1.2.2.1. per attività dai 15 ai 60 secondi

9.1.2.2.2. utilizza il glicogeno muscolare nella glicolisi

9.1.2.3. Sistema Aerobico Glicolitico

9.1.2.3.1. prestazione fino a 20 minuti

9.1.2.3.2. utilizza glucosio muscolare ed ematico

9.1.2.3.3. Piruvato entra nel Mitocondrio

9.1.2.4. Sistema Aerobico Lipolitico

9.1.2.4.1. per prestazioni maggiori di 20 minuti

9.1.3. sistemi interagiscono tra loro

9.1.3.1. sono utilizzati tutti insieme, ma a seconda dell'attività c'è una predominanza

9.1.4. Suddivisione attività Atletiche (Dal Monte)

9.1.4.1. Attività di Potenza

9.1.4.1.1. durano meno di 20 secondi

9.1.4.1.2. non comportano debito d'ossigeno

9.1.4.1.3. utilizzano CP + ATP

9.1.4.1.4. 100m, sollevamento pesi

9.1.4.2. Attività di impegno prevalentemente anaerobico

9.1.4.2.1. tra i 20 e 45s

9.1.4.2.2. debito di acido lattico

9.1.4.2.3. modesto ricorso all'apporto aerobico

9.1.4.2.4. 200m - 400 m

9.1.4.3. Attività di impegno aerobico/ anaerobico massivo

9.1.4.3.1. 40s ai 4-5 minuti

9.1.4.3.2. gran capacità lavoro anaerobico

9.1.4.3.3. grande capacità aerobica

9.1.4.3.4. 100-200 m nuoto

9.1.4.4. attività impegno prevalentemente aerobico

9.1.4.4.1. 4-5 minuti in su

9.1.4.4.2. intensità pari alla quantità di rifornimento energetico di tipo aerobico fornito ai muscoli

9.1.4.4.3. maratona

9.1.4.5. attività impegno aerobico/anaerobico alternato

9.1.4.5.1. alternanza fasi subaerobiche, aerobiche e anaerobiche

9.1.4.5.2. es sport di squadra come calcio, basket, pugilato, rugby

9.1.4.6. attività di destrezza

9.1.4.6.1. sollecitazioni apparati sensoriali

9.1.4.6.2. può esserci anche intenso impegno muscolare o scarso impegno

9.1.4.6.3. ma anche tiro a segno e automobilismo

9.1.4.7. Sport Combinati

10. Sincope

10.1. perdita breve (20s) di coscienza ad insorgenza improvvisa

10.1.1. con incapacità di tenere il tono muscolare

10.2. inizia in maniera rapida e il decorso è spontaneo

10.2.1. recupero completo (alle volte amnesia retrogada)

10.3. dovuta a ipoperfusione cerebrale transitoria

10.3.1. vi possono essere segni premonitori

10.3.1.1. sudorazione, debolezza

10.3.1.1.1. scotomi (macchie nere nel campo visivo)

10.4. Pre sincope

10.4.1. pazienti si rendono conto che qualcosa non va

10.4.1.1. vertigini, cefalee,nausea

10.5. flusso cerebrale medio soggetto sano

10.5.1. 50-60ml per 100g

10.5.1.1. 12-15% GC

10.5.1.1.1. ampiamente soddisfatta in soggetti sani

10.5.2. Pressione sistemica direttamente correlata alla presione di perfusione cerebrle

10.5.2.1. fattori che diminuiscono la gittata determinano calo di pressione

10.5.2.1.1. gittata cardiaca determinata dal ritorno venoso

10.5.2.1.2. bradiaritmie

10.5.2.1.3. tachiaritmie

10.5.2.1.4. cardiopatie valvolari

10.5.2.1.5. stress termici

10.5.2.1.6. brusco assunzione posizione eretta

10.5.3. cessazione del flusso cerebrale per 6-8 secondi causa perdita coscienza

10.5.3.1. tramite Tilt Test si è visto che calo di O2 del 20%

10.5.3.1.1. causa perdita di coscienza

10.6. Tipologie

10.6.1. Sincope neuromediata o rilfessa

10.6.1.1. malfunzionamento sistema nervoso autonomo

10.6.1.1.1. anomali riflessi nervosi che causano vasodilatazione periferica e diminuzione FC

10.6.1.2. solitamente non vi sono particolari implicazioni

10.6.1.2.1. a parte ansia e disagio

10.6.2. Sincope Ortostatica

10.6.2.1. in posizione ortostatica la PA tende a diminuire

10.6.2.1.1. SNA innesca sistema compensatorio

10.6.2.2. frequente negli anziani con patologie concomitanti

10.6.2.3. occorre identificarla per una migliore qualità della vita

10.6.2.4. causata anche da ipovolemia e difetti alle valvole cardiache

10.6.3. Sincope Cardiaca

10.6.3.1. cause cardiache

10.6.3.1.1. cuore non riesce a pompare quantità adeguata di sangue

10.6.3.2. frequente nei soggetti che soffrono di cardiomiopatie

10.6.3.2.1. es aritmie

10.6.3.2.2. infarto, cardiomiopatia

10.6.3.3. rischio di morte se non viene diagnosticata e trattata

10.6.3.3.1. terapia farmacologica + pacemaker

10.6.3.4. dovute a malattie cardiovascolari

10.6.3.4.1. disfunzione sinusale, tachicardia, malattie strutturali

10.6.4. Sincope cerebrovascolare

10.6.4.1. dovuta a patologie legate a vasi cerebrali

10.6.4.1.1. es sincope furto succlavia

10.6.4.2. per diagnosticare pressione sia ortostatica che clinostatica

10.6.4.2.1. ECG

10.7. Cause

10.7.1. Se è presente una cardiopatia occorre prestare attenzione

10.7.1.1. segnale di allarme di un evento fatale

10.7.1.1.1. arresto cardiaco o morte improvvisa

10.7.1.2. cardiopatie come aritmie benigne

10.7.2. causa di attacchi NON sincopali

10.7.2.1. disturbi metabolici, intossicazioni, epilessia, disturbi della coscienza

10.8. Terminologia Sincope

10.8.1. Tilt Test

10.8.1.1. esame non invasivo per monitorare FC e PA durante variazioni di postura

10.8.1.2. scopo: riprodurre la sincope in uon studio medico e indentificare i meccanismi alla base

10.8.1.3. lo scopo è escludere alterazioni della FC

10.8.1.4. a digiuno su lettino attrezzato per posizione eretta passiva

10.8.1.4.1. due fasi

10.8.1.4.2. possono insorgere vari disturbi che vanno subito comunicati

10.8.1.5. presenza costante di due medici coaudiuvanti e infermieri e dura circa 1h

10.8.1.5.1. una volta concluso osservazione 30-60 minuti

10.8.1.5.2. costante monitoraggio ECG e PA e saturazione O2

10.8.2. Altri accertamenti per sincope

10.8.2.1. ECG

10.8.2.2. PA in clino e ortostatismo

10.8.2.3. massaggio seni carotidei

10.8.2.3.1. utile per sincope seno carotideo

10.8.2.4. Holter cardiaco

10.8.2.5. Ecocardio color doppler

10.8.2.6. studio elettrofisiologico

10.8.2.6.1. cateteri introdotti nei vasi femorali fino al cuore

10.8.3. Prevenzione

10.8.3.1. evitare stare in piedi o seduti a lungo

10.8.3.2. evitare temperature elevate

10.8.3.2.1. caldo facilita diminuziona PA

10.8.3.3. non assumere pasti abbondanti

10.8.3.4. eviatre eccessivo alcol

10.8.3.5. evitare cambi di postura veloci

10.8.3.6. evitare stress fisico emozionale

10.8.3.7. Attività fisica aiuta a prevenire

10.8.3.7.1. dopo una certa intensità consigliato defaticamento

10.8.3.7.2. possibile anche attività agonistica