1. Fattori
1.1. Acqua
1.1.1. Crescita e riproduzione
1.1.1.1. OSMOFILI
1.2. pH
1.2.1. Generalmente acidofili
1.2.2. pH 3-11
1.3. Ossigeno
1.3.1. Generalmente aerobi ma adattabili
1.4. Temperatura
1.4.1. Sopravvivo tra gli 0 di 60 gradi
1.5. Luce
1.5.1. Alternanza di riproduzione sessuata e asessuata
1.5.2. Differenziazione delle strutture riproduttive
2. Riproduzione
2.1. Spore
2.1.1. Gamiche (sessuali)
2.1.1.1. Plasmogamia (cellule non compatibili
2.1.1.2. Cariogamia fusione di nuclei ➡️ nucleo diploide
2.1.2. Conidi (asessuali)
2.1.2.1. Meiosi (formazione di 4 nuclei con genoma ricombinato)
2.1.3. Flagellate/non
2.1.4. Su ife
2.1.5. In sporangi
2.1.6. Acervuli
2.1.6.1. Conidiofori brevi e cementati
2.1.7. Picnidi
2.1.7.1. Esterno parecnhimatico
2.1.7.2. Spore spinte furi dalla pressione delle sottostanti
2.1.8. Sporodochi
2.1.8.1. Stomi fertili da intreccio di ife che formano cuscinetto da cuoi partono conidiofori
2.2. Germinazione delle spore
2.2.1. Tubulo germinativo (più frequente)
2.2.2. Liberazione di sporangiospore
2.2.2.1. OOMCETI
2.2.2.2. ZIGOMICETI (RHIZOPUS)
2.2.3. Formazione del promichelio
2.2.3.1. Ustillagospora
2.2.3.1.1. Nucleo diploide per cariogamia
2.2.4. Germinazione (molto raro)
2.2.4.1. BASIDIOSPORE germinano come i lieviti
2.2.5. Formazione di una nuova spore (raro)
2.2.5.1. Se spora germina in un tubulo in condizione non adatte
2.2.5.1.1. Si forma spora di mantenimento sopra alla prima
2.3. Dormienza delle spore
2.3.1. Periodo in cui là spora è indotta al riposo da fattori ambientali o endogeni per poi faccio germinare la spora
2.4. Ciclo vitale
2.4.1. Stadio
2.4.1.1. Sessuato
2.4.1.1.1. Fecondazione e fusione per mitosi e meiosi
2.4.1.1.2. Spore di resistenza
2.4.1.1.3. OOSPORE, ZIGOSPORE, ASCOSPORE E BASIDIOSPORE
2.4.1.2. Gamico
2.4.1.3. Telomorfico
2.4.1.3.1. Perfetto per spolulazione con formazione di zigospore,ascospore e BASIDIOSPORE
2.4.2. Stadio
2.4.2.1. Asessuato
2.4.2.1.1. Geneticamente identiche al micelio
2.4.2.1.2. Citoplasma sufficiente per germinazione
2.4.2.1.3. Secche e leggere (eliofile)
2.4.2.1.4. Masse mucillaginose
2.4.2.1.5. Conidi (raro)
2.4.2.2. Anamorfico (imperfetto)
2.4.2.3. Stato gamico (perfetto)
2.4.2.3.1. Rapporto metagenetico
2.4.2.3.2. Riproduzione anamorfa
2.5. Disseminazione di spore
2.5.1. Vento
2.5.1.1. Propaguli piccoli
2.5.1.2. Non mucillaginosi e idrofobici
2.5.1.3. Spore fino a 200m
2.5.2. Animali
2.5.2.1. Insetti
2.5.3. Pioggia
2.5.3.1. Cade su spore frutti e corteccia
2.5.4. Genere maiuscolo Penicillium
2.5.5. Attività umana
2.5.5.1. Notevoli distanze
3. Nomenclatura
3.1. Binomio di genere e specie
3.2. Specie in minuscolo botulinum
4. Funghi zigomiceti
4.1. Riproduzione
4.1.1. Gametangiogamina isogama
4.1.1.1. Contatto e fusione di due ife aploidi uguali
4.1.1.2. Ciclo fase aploidi
4.1.1.2.1. Riproduzione asessuata con formazione di spore
4.1.1.2.2. Riproduzione sessuata con formazione di zigospore
4.2. Quali sono
4.2.1. Sapofiti
4.2.2. RHIZOPUS stolonifer muffa nera del pane
4.2.3. Entomophotora musacei vive alle spese di Mosca domestica
5. Funghi ascomicota
5.1. Riproduzione sessuata
5.1.1. Formazione dell’asco contenente spore ASCOSPORE
5.1.2. Fase ascosporica
5.1.2.1. Sopravvivenza durante stagione sfavorevole
5.1.3. Fase conidica
5.1.3.1. Veloce diffusione in stagione vegetativa
5.1.4. Stato sessuale perfetto è TELOMORFICO
5.1.5. Stato asessuale imperfetto ANAMORFICO
5.1.6. Alternanza di fase aploide e diploide
5.1.6.1. Plasmogamia
5.1.6.2. Unione di cellule uni nucleare con formazione di fase dicarion
5.1.6.2.1. Fase dicarion 2 nuclei separati n
5.1.6.3. Cariogamia fusione dei due nuclei con formazione dello zigote
5.1.6.3.1. Fase diploide 2n sporofito
5.1.6.4. Aplidizzazione con la meiosi in cui si origina la fase aploide n
5.1.6.4.1. Gametofito
5.2. Sistematica
5.2.1. Phylum: ascomycota
5.2.1.1. Prototunicati
5.2.1.1.1. Asco nudo
5.2.1.2. Eutunicati
5.2.1.2.1. Con ascocarpi
5.3. Corpi fruttiferi
5.3.1. Cleistotecio
5.3.1.1. Chiuso anche a maturità
5.3.2. Peritecio
5.3.2.1. Forma di fiaschetta
5.3.2.2. Aschi separati da parafisi con apertura=ostiolo
5.3.3. Pseudotecio
5.3.3.1. Aschi sul fondo
5.3.3.2. Si apre per dissoluzione apicale
5.3.4. Apotecio
5.3.4.1. Aperto a coppa
5.3.4.2. Aschi separati da parafisi inseriti sull’imenoforo
5.4. Ascomiceti unicellulari
5.4.1. Lieviti
5.4.1.1. Saccharomyces
5.4.1.1.1. Lievitazione pane, vino e birra
5.4.1.1.2. Cellule isolate o cane tele identiche alla cellula madre
6. Bolla del pesco
6.1. Sistematica
6.1.1. Agente: Taphrina deformas
6.1.2. Phylum a ascomycota
6.1.3. Piante ospiti pesco e mandorlo
6.2. Identificazione e sintomi
6.2.1. Diffuso in tutta Italia
6.2.2. Pericoloso al nord
6.2.3. Colpisce foglie e germogli
6.2.4. sintomi con evidenti deformazione della lamina fogliare bollose
6.2.4.1. Foglie si decolorano diventando rossicee
6.2.4.1.1. Si opacizzano
6.2.4.2. Fiori colpiti diventano ammassi carnosi e deformi
6.2.4.3. Frutti con superficie corrugata e escrescenze rossastre eventualmente cascola dei frutti
6.3. Biologia ed epidemiologia
6.3.1. Supera l’inverno
6.3.1.1. Ascospora
6.3.1.2. Conidi
6.3.2. In primavera
6.3.2.1. Con bagnatura >48 h e 10 gradi
6.3.2.1.1. Le spore infettano i tessuti, il micelio produce sostanze enzimatiche che danno i sintomi
6.3.2.2. Periodo di incubazione dipende
6.3.2.2.1. Temperatura
6.4. Difesa
6.4.1. Riduzione dell’inoculo svernante
6.4.1.1. Primo trattamento a caduta foglie
6.4.1.1.1. Sali di rame
6.4.1.2. Trattamento a febbraio prima delle pioggia infettante
6.4.1.2.1. Dopo la rottura delle gemme a legno
6.4.2. Trattamenti primaverili
6.4.2.1. Sali di rame
6.4.2.2. Ziram
6.4.2.3. Dodina
6.4.2.4. Difenoconazolo
7. Ticchiolatura del melo
7.1. Venturia inaequalis, fusicladium dendriticum
7.2. Sintomatologia e danni
7.2.1. Patogeno pericoloso
7.2.2. Colpisce apparato aereo
7.2.2.1. Sintomi su foglie
7.2.2.1.1. Macchie sfumate scure nella pagina inferiore con contorno impreciso
7.2.2.1.2. Macchie chiare pagina superiore a contorno delimitato
7.2.2.1.3. Comparsa di muffa, le macchie diventano vellutate, fuligginosa, brunastra, polverulenta
7.2.2.1.4. Dissecamento e necrosi del lembo fogliare
7.2.2.2. Sintomi su germogli
7.2.2.2.1. Formazione di una tacca depressa
7.2.2.2.2. Sintomatologia simile nelle foglie
7.2.2.3. Sintomi sui frutti
7.2.2.3.1. Pustole Bruno-nerastre
7.2.2.3.2. Presenza di polverina brunastra al centro delle tacche
7.2.2.3.3. Necrosi dei tessuti colpiti
7.2.2.3.4. Strato suberoso per isolare i tessuti colpiti
7.2.2.3.5. Lesioni del frutto per mancanza di elasticità
7.2.2.3.6. Deformazioni
7.2.2.3.7. Arresti di sviluppo
7.2.2.3.8. Manifestazioni durante la conservazione
7.2.2.3.9. Cascola dei frutti con infezioni precoci
7.2.3. Supera l’inverno
7.2.3.1. Pseudoteci sulle foglie a terra
7.2.3.1.1. Maturazione degli pseudoteci con meno di 5 gradi e con le piogge stagionali
7.2.3.2. Micelio negli anfratti germinali
7.2.3.2.1. Perforazione attiva della cuticola
7.2.4. Infezione primaria ascosporica
7.2.4.1. Fino ad inizio estate
7.2.5. Infezione secondaria conidica
7.2.5.1. Primaverili
7.3. Difesa
7.3.1. Difesa integrata
7.3.1.1. Captaspore
7.3.2. Infezione secondo tabella di Millis
7.3.2.1. Leggera
7.3.2.2. Grave
7.3.2.3. Moderata
7.3.3. Modello previsionale A-SCAB
7.3.4. Strategia antiticchiolatura
7.3.4.1. Fase orecchiette di topo
7.3.4.1.1. Mazzetti affioranti
7.3.4.2. Dal volo delle ascospre
7.3.4.2.1. Turno biologico fino ad inizio estate
7.3.5. Interventi
7.3.5.1. Pioggia infettanti
7.3.5.2. Retroattività delle sostanze attive impiegate
7.3.6. Prodotti di copertura
7.3.6.1. Rameici
7.3.6.2. Ditianon
7.3.6.3. MANCOZEB
7.3.6.4. Metiram
7.3.6.5. Captano
7.3.6.6. Fosforato di potassio
7.3.7. Prodotti endoterapici
7.3.7.1. Dodina
7.3.7.2. Ciprodinil
7.3.7.3. Pirimetanil
7.3.7.4. Pyraclostrobin
7.3.7.5. Triazoli abbinati a prodotti di copertura
7.3.7.6. Criteri
7.3.7.6.1. Miscelare endoterapico a dosi basse con prodotto di copertura
7.3.7.6.2. Uso nei periodi più critici
7.3.7.6.3. Inefficacia su frutti grossi
7.3.7.6.4. Evitare in estate
7.3.8. Calendario fisso
7.3.8.1. Zone epidemiche per ticchiolatura
7.3.8.2. CV sensibili
7.3.8.3. Fasi fenologiche a rischio
7.3.8.4. Pioggia frequenti
7.3.8.5. Accrescimento vegetativo veloce
7.3.9. Pratiche preventive
7.3.9.1. Asportazione di foglie caduche
7.3.9.2. Urea nel periodo autunnale
7.3.9.3. Prodotti di copertura biologici
7.3.9.3.1. Sali di rame
7.3.9.3.2. Polisolfuro di calcio
7.3.9.3.3. Zolfo adesivato, proteinato di zolfo
7.3.9.3.4. Bicarbonato di potassio
8. Maculatura bruna del pero
8.1. Stemphylium vesicarium
8.2. Sintomatologia
8.2.1. Bassa virulenza fino al 1960
8.2.2. Grave patologia
8.2.3. Sensibilità su abate fetel, decana e conference
8.2.4. Sintomi sulle foglie
8.2.4.1. Danni di scarsa rilevanza
8.2.4.2. Macchie irregolari brunastre
8.2.4.3. Necrosi dei tessuti colpiti
8.2.5. Sintomi sui frutti
8.2.5.1. Tacche brunastre infossate
8.2.5.2. Presenza di alone arancio rossastro intorno alle tacche
8.2.5.3. Porla con marciume a forma di cuneo
8.2.5.4. Marcescenza dei frutti colpiti
8.3. Epidemiologia
8.3.1. Sverna come forma asessuata di ascomiceti in rapporto metagenetico
8.3.2. Favorita da periodi umidi e piovosi
8.3.3. Produzione di tossine ama azione necrogena
8.3.4. Favorito
8.3.4.1. Frequenti irrigazioni
8.3.4.2. Inerbimenti degli interfilari
8.3.4.3. Lotta specifica a ticchiolatura
8.4. Difesa
8.4.1. Preventive
8.4.1.1. Raccolta dei frutti marcescenti a terra
8.4.1.2. No irrigazioni ad aspersione e ristagni
8.4.1.3. Buono stato nutrizionale
8.4.2. Lotta chimica abbinata a quella per la ticchiolatura
8.4.3. Impiego previsionale BSP-CAST
8.4.4. Sostanze attive
8.4.4.1. MANCOZEB
8.4.4.2. Captano
8.4.4.3. Cloratlonil
8.4.4.4. Ziram
8.4.4.5. Thiram
8.4.4.6. rameici
8.4.4.7. Procimidone
8.4.4.8. Tebuconazolo
8.4.4.9. Fosetil Al
8.4.4.10. Kresoximin-metil
8.4.4.11. Trifloxystrobin
8.4.4.12. Boscalid
8.4.4.13. Ciprodinil
8.4.4.14. Fludioxinil
9. Regno
9.1. Funghi veri
9.1.1. Chitidiomicota
9.1.2. Zygomicota
9.1.3. Ascomicota
9.1.4. Basidiomicota
9.1.5. Funghi mitosporici
9.2. Regno dei cromista
9.2.1. Diatomee
9.2.2. Alghe
9.2.3. Oomicota
9.2.3.1. Pseudo funghi
9.3. Regno protozoa
9.3.1. Plasmodioforacee
9.3.2. Myxomicota
10. Morfoligia
10.1. Tallo
10.1.1. Funghi olocarpici
10.1.1.1. Un’unica cellula che diventa organo riproduttivo
10.1.2. Funghi eucarpici
10.1.2.1. Strutture separate formate da cellule multinucleate
10.1.2.2. Micelio
10.1.2.2.1. Insieme di cellule multinucleate
10.1.2.3. Ife
10.1.2.3.1. Crescita apicale e ramificazioni laterali
10.1.2.3.2. Nuclei aploidi
10.1.2.3.3. Contengono 1/2 miceli
10.1.2.3.4. Settate
10.2. Cenocita
10.2.1. Divisione cell. Scissa da divisione nucl.
10.3. Parete cellulare
10.3.1. Struttura
10.3.1.1. EUMICOTA
10.3.1.1.1. Chitina
10.3.1.2. OOMICETI
10.3.1.2.1. Cellulosa + chiosano (beta- 1,4 glucano) elicitore
10.3.1.3. PSEUDOFUNGHI
10.3.1.3.1. Cellulosa
10.3.1.4. FUNGHI VERI
10.3.1.4.1. Chitina + chiosano (elicitore)
10.3.2. Nutrimento
10.3.2.1. ETEROTROFI
10.3.2.1.1. Assorbono C
10.3.3. Protezione
10.3.4. Rigidità
10.4. Membrana cellurare
10.4.1. Scambio
10.4.2. Nutrimento
10.4.3. Struttura
10.4.3.1. CROMISTA
10.4.3.1.1. Steroli
10.4.3.2. EUMICETI
10.4.3.2.1. Ergosteroli
10.4.3.3. Doppio strato fosfolipidico
10.4.3.4. PSEUDO FUNGHI
10.4.3.4.1. Fitosteroli
10.4.3.5. FUNGHI VERI
10.4.3.5.1. Ergosterolo
10.5. Modificazioni ifali
10.5.1. Clamidospore
10.5.1.1. Ispessimento pareti ifali
10.5.1.1.1. Singolo
10.5.1.1.2. Coppia
10.5.1.1.3. Catena
10.5.1.1.4. Grappolo
10.5.1.1.5. Ricche in glicogeno e lipidi
10.5.2. Stomi
10.5.3. Sclerozi
10.5.3.1. Globuli di ife
10.5.3.1.1. Paraplectenchima esterno
10.5.3.1.2. Prosoplectenchima interno
10.5.4. Appressori
10.5.4.1. Rigonfiamenti
10.5.4.1.1. Tubi germinativi
10.5.4.1.2. Ife
10.5.4.2. Adesione all’ospite
10.5.4.2.1. Stadi preliminari della penetrazione
10.5.5. Austori
10.5.5.1. Ramificazioni ifali
10.5.5.1.1. Penetrano all’interno delle cellule dell’ospite
10.5.5.1.2. Avvolte da guaine/papille
10.5.5.2. Parassiti obbligati
10.5.6. Cordoni miceliari
10.5.6.1. LIGNOCOLI
10.5.6.1.1. Aggregati/fascette di ife
10.5.6.1.2. No estremi apicali
10.5.6.1.3. Maggiore attività
10.5.7. Rizomorfe
10.5.7.1. Ife saldate longitudinalmente
10.5.7.1.1. Anello esterno cellule scure
10.5.7.1.2. Zona centrale
10.5.7.2. Forme complesse
10.5.7.2.1. Canale centrale per passaggio di aria
10.5.7.3. Conservazione e propagazione
11. Peronospora della vite
11.1. Sistematica
11.1.1. Regno: Chromista
11.1.2. Phylum: OOMICOTA
11.1.3. Classe: Oomycetes
11.1.4. Famiglia: Peronosporaceae
11.1.5. Genere: plasmopara
11.1.6. Specie: plasmopara viticola
11.2. Sintomi sulla foglia
11.2.1. Chiazza d’olio
11.2.1.1. Chiazze tonde verdi chiare/gialle su pagina superiore
11.2.2. Peronospora a mosaico
11.2.2.1. Foglie vecchia
11.2.2.2. Attacchi tardivi
11.2.2.3. Coinvolte anche femminelle
11.2.2.4. Macchie clorotiche vicino alle nervature
11.3. Sintomi sui grappoli
11.3.1. Parte terminale incurvato a S
11.3.1.1. ALLESSATURA
11.3.2. Se elevata umidità
11.3.2.1. Grappolo si ricopre di muffa bianca
11.3.3. Infezione tardiva
11.3.3.1. Acini già invaiasti si disidratano e imbruniscono
11.4. Ciclo biologico
11.4.1. Plasmopara supera l’inverno come oospora
11.4.1.1. Dentro alle foglie di vite cadute
11.4.1.2. Autunno
11.4.1.2.1. Formazione delle oospre
11.4.1.3. Primavera
11.4.1.3.1. OOSPORE svernanti germinano
11.4.2. In primavera inizia l’infezione
11.4.2.1. Temperatura<10 gradi
11.4.2.2. Altezza dei germogli 10 cm
11.4.2.3. Untimi 2-3 giorni almeno 10mm di precipitazioni
11.4.2.3.1. porta le spore sulla vegetazione
11.4.2.3.2. Penetrazione tramite stomi occorre vegetazione lagnata per alcune ore
11.4.3. Infezione primaria
11.4.3.1. Elementi sessuati svernanti
11.4.3.2. Stomi della pagina inferiore
11.4.3.2.1. Zoospore germinano
11.4.3.3. Micelio colonizza mesofillo
11.4.3.3.1. Differenzia austori per perforare le cellule
11.4.3.3.2. In assenza di cellule vive a disposizione
11.4.4. Infezione secondaria
11.4.4.1. Determinata da sporangi
11.4.4.2. Temperatura, tempo di bagnatura ogni pioggia trasmette una infezione secondaria
11.4.5. Chiusura del ciclo
11.4.5.1. All’interno delle foglie il micelio sviluppa gametangi che producono le OOSPORE svernanti
11.5. Difesa
11.5.1. Dipende da:
11.5.1.1. Piogge preparatorie
11.5.1.2. Piogge infettanti
11.5.1.3. Vitigno
11.5.1.4. Ambiente
11.5.2. Prodotti antiperonosporici
11.5.2.1. Preventivi/di contatto
11.5.2.1.1. Rimangono sulla sup. esterna
11.5.2.1.2. Impedisco l’incontro del patogeno con l’ospite
11.5.2.1.3. Prima della pioggia
11.5.2.1.4. Dilavati da 25-30 mm di pioggia
11.5.2.1.5. Persistenza limitata per l’accrescimento della vite
11.5.2.1.6. Usati prima della fine del periodo di incubazione (situazione estrema)
11.5.2.2. Prodotti curativi
11.5.2.2.1. Bloccano lo sviluppo del fungo
11.5.2.2.2. Antiperonosporici endoterapici
11.5.2.2.3. Non vengono dilavati
11.5.2.2.4. Funzione di retroattività 25% di incubazione
11.5.2.2.5. Rischio di resistenza, da usare miscelato a prodotti di copertura
11.5.3. Tempistica
11.5.3.1. Fino alla prefioritura
11.5.3.1.1. Prodotti di copertura
11.5.3.2. Prefioritura-allegagione
11.5.3.2.1. Interventi cautelativi
11.5.3.3. Allegagione-fine
11.5.3.3.1. Prodotti di copertura in funzione di andamento climatico e andamento sanitario delle piante
11.5.4. Fromulati tradizionali
11.5.4.1. MANCOZEB trimanoc 80WP, Micozeb 75 WDG
11.5.4.2. METIRAN Polyram, Aviso
11.5.4.3. DITHIANON Delan, Forum gold, Maccani
11.5.4.4. RAME
11.5.4.5. Agiscono per contatto
11.5.4.6. Restano all’esterno della pianta
11.5.4.7. Sono di copertura
11.5.4.8. Da applicare in modo uniformea
11.5.4.9. Poca persistenza di accrescimento
11.5.4.10. Sono dilavati
11.5.5. Formulati a bassa dilavabilita
11.5.5.1. Famoxadone
11.5.5.2. Zoxamide
11.5.5.3. Agiscono per contatto
11.5.5.4. Esterni alla pianta
11.5.5.5. Sono di copertura
11.5.5.6. Funzione preventiva
11.5.5.7. Ottima adesività
11.5.5.8. Poco dilavabili
11.5.6. Formulati di copertura e induttori di resistenza
11.5.6.1. Cerevisane
11.5.6.1.1. Ammesso in biologico
11.5.6.1.2. Induttori di resistenza
11.5.6.2. Olio di arancio
11.5.6.2.1. Ammesso in biologico
11.5.6.2.2. Induttoridi resistenza
11.5.6.3. Fosetil Al, fosfato di sodio, fosfato di potassio
11.5.6.3.1. Sistemici
11.5.7. Formulati endoterapici non sistemici
11.5.7.1. Dimethomorph
11.5.7.2. Fenamidone
11.5.7.3. Fluopicolide
11.5.7.4. Pyraclostrobin
11.5.7.5. Cyazofamid
11.5.7.6. Capacità citotropica e/o translaminare
11.5.7.7. Ottima adesività
11.5.7.8. Penterà nei tessuti
11.5.7.9. Protegge i tessuti della foglia
11.5.7.10. Non dilavabili
11.5.8. Formulati endoterapici sistemici
11.5.8.1. Benalaxyl
11.5.8.2. Benalaxyl-M
11.5.8.3. Metalaxyl
11.5.8.4. Metalaxyl-M
11.5.8.5. Fosetyl Al
11.5.8.6. Iprovalicarb
11.5.8.7. Capacità sistemica
11.5.8.8. Entrano nel circolo della linfa
11.5.8.9. Proteggono i tessuti della foglia
11.5.8.10. Capacità curativa retroattiva
11.5.8.11. Non dilavabili
12. Funghi ascomiceti
12.1. Settato sepmlici
13. Funghi basidiomiceti
13.1. Quali
13.1.1. Funghi a cappello per il consumo
13.1.2. Funghi tossici (amanite)a
13.1.3. Funghi patogeni
13.1.3.1. Armillaria mellea marciume radicale fibroso
13.1.3.2. Puccini a graminis ruggine del grano
13.2. Caratteristiche
13.2.1. Setto a poliporo
13.3. Ciclo
13.3.1. BASIDI
13.3.1.1. Tramite meiosi
13.3.1.1.1. Basidiospore
13.3.1.2. Sporangi unicellulari a forma di clava
13.3.1.3. Produzione di 4 spore
13.3.1.4. Portare susterigmi
13.3.1.5. Portati da corpi fruttiferi BASIDIOCARPI
13.3.1.6. Posso essere non settati OLOBASIDI
13.3.1.7. SETTATI FRAGMOBASIDI
13.3.2. Aplo-dicarionte
13.3.2.1. Prevalenza della fase dicarotica
13.3.2.1.1. Germinazione della spora
14. Oidio/Mal bianco della vite
14.1. Erosiphe necator, oidium tuckeri
14.2. Sintomatologia
14.2.1. Colpisce organi erbacei
14.2.2. Riduzione della produzione
14.2.3. Chiazze sul lembo fogliare
14.2.4. Patina bianca-grigia
14.2.5. Reticolature scure sulle nervature
14.2.6. Colpisce acini
14.2.6.1. Allegazione-fine invaiatura
14.2.6.1.1. Patina biancastra su acino
14.2.6.1.2. Reticolature nerastre
14.2.6.1.3. Perdita di elasticità dell’epidermide
14.2.6.1.4. Suberificazione delle zone colpite
14.2.6.1.5. Lesioni sugli acini
14.2.6.1.6. Instaurazione della Botrite
14.2.7. Colatura dei fiori
14.2.8. Tralci
14.2.8.1. Lesioni necrotiche a ragnatela
14.2.8.2. Ritardi e disformita nella lignificazione
14.2.8.3. Atrofia dei germogli
14.2.8.3.1. Infezioni precoci
14.3. Epidemiologia
14.3.1. Patogeno sverna
14.3.1.1. Corpo fruttifero
14.3.1.1.1. Cleistotecio formato da ife settate
14.3.1.1.2. Micelio svernante tra gli anfratti delle gemme o fra le perule
14.4. Optimum delle condizioni ambientali
14.4.1. Temperatura 25-26 gradi
14.4.2. Umidità 40-50%
14.4.3. Favorito da ridotti sbalzi termici
14.4.4. Ostacolato da pioggia dilavanti
14.5. Difesa
14.5.1. Prodotti di copertura
14.5.1.1. Zolfo e altri prodotti per bilogico
14.5.1.1.1. Zolfo polverulento
14.5.1.2. Ampelomyces quisqualis
14.5.1.3. Bicarbonato di potassio
14.5.1.4. Olio essenziale di arancio dolce
14.5.1.5. Cervisane: induttore di resistenza
14.5.1.6. COS-OGA chito-oligosaccaridi e oligo-galatturonani
14.5.1.7. Laminarina
14.5.1.8. Strobilurine per contatto
14.5.2. Prodotti endoterapici
14.5.2.1. Attività curativa ed eradicante
14.5.2.1.1. Citotropici/translaminari
14.5.2.1.2. Sistematici
14.5.2.2. Scelta della s. a. dipende
14.5.2.2.1. ▪Tipo di calendario antiperonosporico ▪Varietà di uva coltivata ▪Ambiente di coltivazione ▪Andamento climatico ▪Andamento epidemiologico anni precedenti ▪Tipo di organizzazione aziendale
14.5.2.3. In funzione dell’area di coltivazione
14.5.2.3.1. Pianura a basso rischio
14.5.2.3.2. Collinari ad alto rischio
14.5.2.4. Rischio di resistenza
15. Ticchiolatura del pero
15.1. Venturia pirina, fusicladium pyrinum
15.2. Sintomatologia
15.2.1. Colpisce apparato aereo
15.2.2. Sintomi sulle foglie
15.2.2.1. Tacche Bruno-nerastre su entrambe le pagine
15.2.2.2. Polverina brunastra
15.2.3. Sintomi sul frutto
15.2.3.1. Variano a seconda della fase fenologica
15.2.3.1.1. Allegagione
15.2.3.1.2. Post allegagione
15.2.3.2. Cascola dei frutti per attacchi precoci
15.2.3.3. Cancri e spaccature
15.2.3.3.1. Suberificazione dei tessuti
15.2.4. Sintomi sui rami
15.2.4.1. Tacche Bruno-olivastre
15.2.4.2. Lesioni e cancri
15.2.4.3. Difficoltà di lignificazione
15.3. Epidemiologia
15.3.1. Supera l’inverno
15.3.1.1. Periteci nella vegetazione infetta
15.3.1.2. Micelio agamico in cancri e lesioni dei rami lignificati
15.3.2. Colpisce al germogliamento con temperature di poco >0
15.3.3. Infezione si origina
15.3.3.1. Dal micelio svernante
15.3.3.2. Da periteci
15.3.4. Infezione primaverili-estive
15.3.4.1. Conidico
15.4. Tecniche di difesa
15.4.1. Cadenzare trattamento a turno biologico
15.4.1.1. Adottare turno fisso o allungato in funzione dall’andamento climatico è della persistenza del fungicida
15.4.2. A rottura gemme/mazzetti affioranti
15.4.2.1. Trattamento rameico
15.4.3. Fasi prefiorali
15.4.3.1. Sostanza attiva di copertura
15.4.4. Fase fiorale
15.4.4.1. Maggiore suscettibilità
15.4.5. Prodotti di copertura
15.4.5.1. Rameici
15.4.5.2. Ditiocarbammati
15.4.5.3. Captano
15.4.5.4. Ditianon
15.4.6. Preventivi e sistemici
15.4.6.1. Fosfato di potassio
15.4.6.2. Sali di rame
15.4.6.3. Pilifosfuro di potassio
15.4.6.4. Zolfo
15.4.6.5. Bicarbonato di potassio
15.4.7. Prodotti endoterapici
15.4.7.1. Dodina
15.4.7.2. Pyrimetanil
15.4.7.3. Ciprodinili
15.4.7.4. Triazoli
15.4.7.5. Ciproconazolo
15.4.7.6. Penconazolo
15.4.7.7. Difenconazolo
15.4.7.8. Fenbuconazolo
15.4.7.9. Tetraconoazolo
15.4.7.10. Tebuconazolo
15.4.7.11. Strobuline
15.4.7.12. Carbossamidi