Parco Archeologico di Ostia Antica

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Parco Archeologico di Ostia Antica da Mind Map: Parco Archeologico di Ostia Antica

1. Ostia Antica

1.1. Origine del nome

1.1.1. La prossimità del fiume spiega anche l’origine del nome: Ostia deriva dal latino Ostium, che significa bocca, inteso come “bocca del fiume”.

1.1.1.1. Oggi il legame tra il fiume e Ostia Antica non è più evidente, perché l’attuale corso del Tevere passa più distante. Infatti nel 1557 ci fu un’alluvione che ne cambiò l’andamento. Prima il corso costeggiava gran parte dell’abitato, mentre ora ne tocca solo un tratto breve.

1.1.1.1.1. Anche il mare, anticamente, era più vicino di oggi.

1.2. La fondazione

1.2.1. La fondazione di Ostia ha una doppia lettura: le fonti storiche la attribuiscono al quarto re di Roma, Anco Marzio, vissuto nella seconda metà del VII secolo a.C., mentre gli scavi archeologici ci dicono che il primo insediamento in quest’area è databile al IV sec a.C.

1.2.1.1. Questa datazione è in linea con quanto sappiamo della prima espansione di Roma. Nel 396 a.C., infatti, dopo la caduta della città etrusca di Veio, Roma iniziò ad espandersi nei territori circostanti. In quell’occasione, nell’area dove poi nacque la città, venne fondato un fortilizio (detto in latino castrum) circondato da possenti mura di tufo. Quello era il primo nucleo di quella che sarebbe divenuta la città di Ostia.

2. Museo Ostiense

2.1. Storia

2.1.1. Voluto dall’archeologo Pietro Ercole Visconti, per poter esporre tutti i reperti che riaffioravano dagli scavi, fu creato nel 1865 riutilizzando e ristrutturando gli ambienti del cosiddetto “Casone del Sale”, un grande magazzino edificato nel 1571 circa e da tempo in disuso.

2.1.1.1. Un’iscrizione in onore di papa Pio IX, posta sulla facciata dell’edificio, ci ricorda che i lavori di restauro del magazzino cinquecentesco terminarono nel 1868.

2.1.1.1.1. Con l’annessione di Roma al Regno d’Italia (1870) si scelse di spostare i reperti in cinque sale nel Castello di Giulio II (1878).

3. Porti di Claudio e Traiano

3.1. Origini

3.1.1. Il luogo inizia a svilupparsi durante la prima età imperiale, in seguito alla necessità di dotare Roma di un porto sul mare degno della capitale di un impero divenuto vastissimo. L’antico approdo fluviale di Ostia, infatti, risultava ormai insufficiente per una città con un milione di abitanti.

3.1.1.1. Anche se fu Giulio Cesare il primo a concepire l’idea di un nuovo porto, la sua costruzione si deve all’imperatore Claudio. La nuova struttura, situata a circa 3 chilometri dalla foce del fiume Tevere, fu iniziata nel 42 d.C., ma venne inaugurata solamente nel 64 d.C. dall’imperatore Nerone.

3.1.1.1.1. Si trattava di un grande bacino artificiale di circa 200 ettari, proteso verso il mare, con due moli ricurvi a formare due bracci convergenti verso un’isola, sulla quale svettava un grande faro, ispirato a quello di Alessandria d’Egitto.

3.2. Pianta Esagonale

3.2.1. A seguito di questi disastrosi eventi, Traiano, tra il 100 e il 117 d.C., decise di costruire un nuovo bacino portuale di forma esagonale, più interno e quindi più riparato, comunicante con quello di Claudio.

3.2.1.1. Intorno al nuovo porto furono anche costruiti dei magazzini lungo i moli, per lo stoccaggio delle merci e davanti alla sua imboccatura fu innalzato un nuovo faro.

3.2.1.1.1. Nel retroterra si formò un abitato noto come Portus. Nel IV secolo d.C. l’imperatore Costantino eresse Portus, fino a quel momento dipeso amministrativamente da Ostia, al rango di civitas, ovvero di città con propri magistrati.

3.3. Bonifica

3.3.1. Tanto la città che il porto restarono in funzione fino alla fine del IX secolo. Successivamente, nel corso dei secoli, l’area si interrò e rimase pressoché inutilizzata fino al 1856, quando venne acquisita dal principe Alessandro Torlonia, esponente di una potente famiglia romana, che cominciò a riqualificarla.

3.3.1.1. La bonifica fu completata da suo nipote Giovanni Torlonia tra il 1924 e il 1935; durante questi lavori le acque del Tevere furono di nuovo convogliate nel bacino esagonale di Traiano, come avveniva in epoca antica.

3.3.1.1.1. Nel 1949 l’area passò in eredità alla famiglia Sforza Cesarini. A partire dal 1984 sono iniziate le acquisizioni al demanio di parte dell’area, per una superficie di circa 32 ettari, mentre il bacino esagonale è rimasto di proprietà della famiglia Sforza Cesarini.