C.P.Z. Della virtù che dona
da Stefano Impilli
1. Situazione
1.1. Z. prende concedo dalla civiltà seguito da discepoli. Giunti ad un crocevia volle procedere da solo. I suoi discepoli gli resero così omaggio con un bastone dall'impugnatura d'oro a forma di serpente che si inanella attorno al sole
2. L'oro
2.1. Non è utile, non è volgare e luccica di mite splendore. Sempre esso dona sé stesso
3. La virtù più nobile
3.1. E' la virtù che dona
3.1.1. Diventare vittime e doni, anelare tesori e gemme da accumulare nella nostra anima per la volontà di donare. E' l'egoismo buono
3.2. La virtù meno nobile
3.2.1. Degenerazione
3.2.1.1. Manca l'anima che dona: "Tutto per me"
3.3. E' dove il cuore spumeggia nella pienezza, nel disprezzo del molle letto, di ciò che è gradevole e comodo
3.3.1. Un sole d'oro (il pensiero dominante) attorno ad esso il serpente della conoscenza
3.4. Importante è rimanere fedeli alla terra, che restituisca un senso umano alla terra
4. L'allontanamento dei discepoli
4.1. "Andate via da me e guardatevi da Zarathustra, forse vi ha ingannato"
4.1.1. L'uomo non aveva ancora cercato sé stesso, ed ecco che trova la "fede", così vana perché non permette all'uomo di perdersi e poi trovarsi
4.2. "Si ripaga male un maestro se si rimane sempre scolari"
5. Il ritrovarsi
5.1. E' il grande meriggio
5.1.1. L'avviarsi dell'uomo alla sera, giacché quella è la via ad un nuovo mattino e il sole della sua conoscenza starà per lui nel punto più alto, starà nel meriggio. E' questo il Superuomo