C.P.Z. Dello spirito di gravità
da Stefano Impilli
1. Cos'è?
1.1. E' la continua caduta, l'incapacità di elevarsi, il continuo essere attratti dalla gravità
2. Zarathustra
2.1. LA SUA BOCCA: troppo rude e sincera per il popolo, ed estranea per gli imbrattacarte
2.1.1. Z. non è pastore di greggi ma di pochi
2.2. LA SUA MANO: è quella di un folle, pronta a scrivere, disegnare e scarabocchiare ovunque ci sia spazio
2.2.1. Z. è sempre pronto alla creazione
2.3. IL SUO PIEDE: è quello di un cavallo, sfrenato e libero
2.3.1. Z. non è prigioniero di false morali
2.4. IL SUO STOMACO: è quello d'aquila poiché è affamato? Di sicuro è quello di un uccello
2.4.1. Z. è sempre pronto ed impaziente di volare, poiché il suo nemico è lo spirito di gravità
3. Lo "spirito di gravità"
3.1. Vuole che l'uomo senta pesante la terra e la vita, in modo da caricarsi sulle spalle troppe cose pesanti estranee. Simile al cammello
3.2. Porta l'uomo ad allontanarsi da sé, avvicinandolo all'"amore del prossimo", dove anche l'amore di sé emana cattivo odore
3.3. Valori trasmessi come dote fin dalla culla, come "bene" e "male", per vietare in tempo di amare sé stessi
3.4. Nasconde "ciò che uno ha" dentro di sé, proprio a chi ce l'ha
3.5. Come ostriche dal bel guscio rende difficile scrutare l'interno, poiché spesso nell'uomo lo spirito mente rispetto l'anima
3.6. Rende l'uomo un maiale che mastica e digerisce tutto, un leccapiedi parassita che non vuole amore pur volendo vivere d'amore
4. Amare sé stessi
4.1. E' il rimedio allo spirito di gravità
4.2. Imparare a stare e andare e camminare e arrampicarsi e danzare
4.2.1. Occorrono molte vie per giungere alla "mia" verità
4.3. Colui che dice: "Questo è il mio bene e male!", contro il nano del "buono per tutti, cattivo per tutti"
4.4. Non chiedere le strade da intraprendere, ma interrogarle da soli
4.4.1. Perdersi per poi trovarsi