1. I principali partiti della prima Repubblica erano le tre formazioni che avevano combattuto insieme sul fronte antifascista nel biennio 1943-1945 durante la Resistenza.
1.1. DEMOCRAZIA CRISTIANA
1.1.1. Grazie alla collocazione di centro e alle alte percentuali dei suoi risultati elettorali, ricopriva un ruolo insostituibile nella costruzione delle maggioranze parlamentari
1.2. PARTITO COMUNISTA ITALIANO
1.2.1. Il PCI invece rimase sempre all'opposizione, salvo tre anni di governo di unità nazionale, spesso alleato con il PSI.
1.3. PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
2. Per via di questo peculiare assetto politico, quella della Prima Repubblica è stata definita una democrazia «bloccata», per l'assenza di una logica dell'alternanza che prevedesse alternative di governo come invece accadeva nelle altre democrazie occidentali.
2.1. Il sistema politico della Prima Repubblica fu perciò definito in senso spregiativo un «pluralismo polarizzato» dal politologo Giovanni Sartori, che gli attribuì le seguenti caratteristiche:
2.1.1. •Presenza di più di cinque partiti rilevanti. •Presenza di partiti antisistema, ossia ideologicamente ostili alla stessa forma dello stato in cui operano, quali PCI e MSI. •Presenza di due opposizioni polari, mutuamente esclusive e con ideologie estremiste (appunto PCI e MSI). •Sistema imperniato sul centro, che è occupato dalla DC. •Centro scarsamente responsabile, che non mantiene le promesse del programma in quanto «obbligato» a governare.
3. PRIMI 15 ANNI DELLA REPUBBLICA
3.1. Furono detti del «centrismo», in quanto caratterizzati da governi mono-colore della DC che occupava stabilmente il centro dello schieramento partitico.
3.1.1. Erano gli anni in cui stava prendendo progressivamente avvio del miracolo economico italiano,
4. ANNI 60
4.1. All'indomani del miracolo economico, la DC non essendo più in grado di governare da sola aprì all'entrata dei socialisti al governo, formando il centrosinistra «organico», retto da un quadripartito DC-PSI-PSDI-PRI.
5. ANNI 70
5.1. Si verificò un graduale indebolimento elettorale dei partiti di governo a causa di un ipertrofico sistema delle partecipazioni statali, di uno scarso sviluppo del capitalismo italiano.
5.1.1. Per ovviare a questo sistema bloccato, prese corpo l'idea di un compromesso storico tra DC e PCI, ossia un'alleanza consociativa tra i due maggiori partiti;
5.1.1.1. l'avvio di un tale progetto fu nel 1976 la fine del centrosinistra quadripartitico, e la nascita dei governi di «solidarietà nazionale». Il rapimento e l'uccisione del presidente della DC Aldo Moro (che era tra i principali sostenitori del compromesso storico), ad opera delle Brigate Rosse, fece tuttavia allontanare una simile prospettiva.
5.2. Il PSI, schiacciato dal tentativo di compromesso storico tra i due maggiori partiti, chiamò a risollevare le proprie sorti il nuovo segretario Bettino Craxi, la cui ascesa politica rappresentò un fattore di innovazione nel sistema della Prima Repubblica.
5.2.1. Tra i principali avversari del compromesso storico, Craxi si propose di costruire un'alternativa di sinistra alla DC, che non fosse più costituita da un partito colluso con l'URSS, ma da una sinistra riformista che potesse trattare col PCI da una posizione di forza.
6. ANNI 80
6.1. Durante gli anni ottanta il PSI di Craxi tornò ad allearsi con la DC, insieme agli altri tre partiti «laici» (PLI, PRI e PSDI) per formare un pentapartito.
6.1.1. La presidenza del Consiglio andò per la prima volta a due politici non democristiani: Giovanni Spadolini e lo stesso Bettino Craxi.
6.1.1.1. Le polemiche politiche e il malgoverno fecero scendere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nei partiti: alle elezioni del 1989 un elettore su quattro si era astenuto o aveva votato scheda bianca
7. ANNI 90
7.1. 1992 cominciò l'inchiesta giudiziaria Mani pulite sul sistema delle tangenti, che coinvolse molti esponenti di tutti i maggiori partiti e fece emergere il fenomeno detto Tangentopoli. L'enorme perdita di credibilità subita in particolare dalle forze del pentapartito le portò a una crisi irreversibile, fino allo scioglimento della DC e del PSI.
7.1.1. Questo periodo non vide solo la crisi della politica, ma anche delle istituzioni e dell'economia per colpa di una violenta offensiva della mafia contro le istituzioni e una spaventosa impennata del deficit pubblico.
7.1.1.1. Il 18 aprile gli elettori furono chiamati a pronunciarsi sul referendum per la riforma elettorale del Senato della Repubblica instaurando il sistema maggioritario e aprendo la strada a un'analoga riforma per la Camera dei deputati. La legge elettorale fu denominata «Mattarellum».
7.1.1.1.1. Il 26 gennaio 1994 l'imprenditore Silvio Berlusconi annunciò ufficialmente il suo ingresso in politica fondando un nuovo partito, Forza Italia, formato prevalentemente da tecnici di estrazione aziendale e politici di secondo piano del pentapartito, quasi tutti nomi nuovi per raccogliere il consenso dei delusi dalla politica.