CDL Valentina Passi

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CDL Valentina Passi da Mind Map: CDL Valentina Passi

1. valori su cui baso il mio comportamento professionale

1.1. La Cura

1.1.1. Necessità di conoscenza di sé, dei limiti, delle paure, delle ferite, della propria vulnerabilità per un percorso di cura di sé.

1.1.1.1. Collegamento con il mito di Chirone

1.1.2. testo

1.1.3. testo

1.1.4. testo

1.2. Scienza e paradigmi

1.2.1. Pensiero critico e riflessivo

1.2.2. Far uscire il proprio paradigma

1.2.3. Schemi cognitivi pre-determinanti

1.2.3.1. "ogni essere umano eredita fin dall’infanzia il linguaggio, le credenze, i valori, le regole e i ruoli tipici della propria famiglia e comunità d’appartenenza. Pertanto la mente umana sarebbe simile a un computer che non viene programmato direttamente dall’individuo ma da altri soggetti: la famiglia, la scuola, la religione, i libri, i media: certo anche l’esperienza personale partecipa a tale programmazione, ma solo in misura minima: forse non più del 5-10% di ciò che sappiamo deriva dalla nostra esperienza, mentre tutto il resto è qualcosa che abbiamo letto, che abbiamo visto al cinema o alla TV, che ci hanno detto i nostri genitori, che abbiamo sentito in giro. "

1.2.3.1.1. Rendersene conto --> migliorarsi come essere umano, curante

1.3. La complessità

1.3.1. Non predittivilità

1.3.1.1. Prepararsi alla sorpresa dell'inatteso

1.3.2. Incertezza

1.3.2.1. Lotta contro l'illusione

1.3.2.1.1. Messa in discussione delle teorie/idee

1.3.3. Consapevolezza della relazione complessa: tutte le variabili non possono essere tenute sotto controllo, alcune variabili ci sfuggono

1.3.4. Oggettività e soggettività

1.3.4.1. Empatia= risorsa nella conoscenza, nel pensiero, così come per quanto concerne la parte relazionale e quella emotiva

1.4. Relazione

1.4.1. Senza relazione non si vive (Teoria attachement Bowbly, Teoria della Mahler, esperimento Federico II

1.5. Paradigma ecologico

1.5.1. .--> Valori e principi collegati fra loro

1.5.2. Postulati etici

1.5.2.1. 1. Sono responsabile del mio sapere, di ciò che ne faccio 2. Sono consapevole dei suoi limiti 3. Sono consapevole del potere che mi conferisce 4. La cura e le sue proprietà

1.5.3. La psicologia, la filosofia, la teologia, la pedagogia confermano che la condizione umana è definita come essere-in-relazione, essere-con-altri

1.5.4. Presupposti gnoseologici: conoscere la realtà significa

1.5.4.1. 1. Co-costruire a partire da un processo operato della/e mente/i (sovrano sotterraneo, cornici concettuali, quadro teorico di riferimento) e dal contesto Co-costruire con altri, sviluppare sapere grazie al contesto e agli altri, imparare grazie ad una pratica “conversazionale” 2. Reintegrare l’osservatore e i suoi schemi nella descrizione del processo di conoscenza scientifica (osservatore e oggetto osservato sono interconnessi, in relazione “complessa”) 3. Descrivere un vissuto complesso e un’esperienza incarnata utilizzando un linguaggio e dei simboli (consapevolezza del limite di questa operazione) 4. Ripensare il concetto di oggettività! Verità è conoscenza contingente e convenzionale, linguaggio che funziona 5. Integrare nella propria pratica di apprendimento la pratica riflessiva, porre l’attenzione sulle proprie premesse, saper descrivere le proprie cornici, pensare i propri pensieri, valutare le proprie azioni

1.5.5. Presupposti politici: quale conoscenza è bene sviluppare?

1.5.5.1. 1. La conoscenza è al servizio della cura: solidarietà e migliore qualità della vita umana 2. La conoscenza deve rispondere ad una domanda di senso 3. La conoscenza deve alimentare la saggezza volta a migliorare le condizioni dell’esistenza

1.6. Salutogenesi

1.6.1. Per promuovere la salute è necessario comprendere le condizioni e i meccanismi che favoriscono i miglioramenti dello stato di salute, indipendentemente dalla condizione di salute o malattia delle persone

1.6.2. Le capacità individuali o sociali di produrre salute prescindono dalle attività dei sistemi sanitari.

1.6.3. testo

1.6.4. testo

1.7. Lezione 6

1.7.1. le buone pratiche

1.7.2. i processi

1.7.2.1. domande attorno alla cura

1.7.3. Metodo strategico

1.7.4. testo

1.8. Lezione 7

1.8.1. I processi creativi permettono l'espansione, la crescita, la realizzazione del proprio potenziale, il raggiungimento della soddisfazione del benessere psico-fisico (Maslow, 1971)

1.8.2. La creatività è una competenza necessaria ad affrontare le incertezze (Morin, 2000)

1.8.3. testo

1.8.4. testo

2. pubblico a cui mi rivolgo (come lo definisco, obiettivi da raggiungere)

2.1. La Cura

2.1.1. Ai curanti

2.1.2. Ai bisognosi di cure

2.1.3. L'ambiente

2.1.4. Tutti gli esseri viventi

2.2. Scienza e paradigmi

2.2.1. Tutti gli esseri viventi

2.2.2. A me stesso

2.2.3. testo

2.2.4. testo

2.3. La Complessità

2.3.1. A me stesso

2.3.2. Ai curanti

2.3.3. A tutte le persone

2.3.4. L'ambiente

2.4. Paradigma ecologico

2.4.1. Ame stessa

2.4.2. A tutte le persone

2.4.3. Alla comunità scientifica

2.4.4. testo

2.5. Salutogenesi

2.5.1. A tutti gli esseri viventi

2.5.2. All'ambiente

2.5.3. testo

2.5.4. testo

2.6. Metodi della cura

2.6.1. Al personale curante

2.6.2. Alle persone curate

2.6.3. All'essere umano

2.6.4. testo

2.7. Lezione 7

2.7.1. testo

2.7.2. testo

2.7.3. testo

2.7.4. testo

3. metodi che utilizzo

3.1. La Cura

3.1.1. Il metodo scientifico

3.1.1.1. Competenza tecnica

3.1.2. La ricettività

3.1.3. l'empatia, l'attenzione sensibile

3.1.4. Esserci

3.1.4.1. responsività e ricettività

3.1.4.1.1. attenzione sensibile

3.2. Scienza e paradigmi

3.2.1. Metodo scientifico

3.2.2. testo

3.2.3. testo

3.2.4. testo

3.3. La Complessità

3.3.1. Metodo di cura= unione di pensiero ed emozione

3.3.1.1. Relazione, comunicazione

3.3.2. Casualità non lineare, circolare

3.3.3. Adattare un approcio olistico, permettente d'osservare il Sistema e non solamente le singole parti

3.3.4. Conoscenza

3.4. Paradigma ecologico

3.4.1. Pensiero critico-riflessivo

3.4.2. La conoscenza

3.4.3. testo

3.4.4. testo

3.5. Salutogenesi

3.5.1. È bene non aspettare di “stare tranquilli” per stare bene, la salute si realizza in condizioni di stress, di squilibri di incertezza

3.5.2. La salute va promossa e incentivata (salutogenesi), non solo protetta o tutelata (patogenesi).

3.5.3. testo

3.5.4. testo

3.6. Metodi della cura

3.6.1. Stare in relazione

3.6.2. Metodo scientifico in concomitanza al metodo filosofico - sistemico - complesso

3.6.3. Metodo da dove e verso dove? obbiettivi della cura

3.6.4. metodo di chi e per chi? consapevolezza del soggetto/oggetto

3.7. Lezione 7

3.7.1. testo

3.7.2. testo

3.7.3. testo

3.7.4. testo

4. strumenti che utilizzo

4.1. La Cura

4.1.1. Il proprio corpo

4.1.2. i testi scientifici

4.1.3. Ascolto

4.1.3.1. Attivo

4.1.3.1.1. Comprensivo

4.1.4. Disponibilità emotiva e cognitiva

4.1.4.1. Sentire nella cura

4.1.4.1.1. Aver cura di sé stessi

4.2. Corpo

4.3. Competenze tecniche e conoscenza

4.4. Relazione con il paziente, il dialogo, l'attenzione e la fiducia

4.5. Risorse personali

4.6. Ausili, materiali

4.7. Scienza e paradigmi

4.7.1. Le mie regole, i miei valori, le mie conoscenze ed esperienze

4.7.2. testo

4.7.3. testo

4.8. La Complessità

4.8.1. Feedback, retroazione

4.8.1.1. Variabili in interazione-non lineare-, alcune di esse sono sconosciute. - non dominabili

4.8.1.1.1. Corretto utilizzo delle conoscenze, di differenti fonti e della considerazione della prospettiva di-chi-cura e chi-riceve-cura

4.8.2. interconnessione - relazione, communicazione

4.8.2.1. Modo di essere, esperienziale ed emotivo, integrto alle tecniche

4.8.3. Intelligenza: più essa é potente, maggiore è la capacità di trattare problemi specifici

4.8.3.1. attività osservatrici ed auto-conservatrici

4.8.3.1.1. critica ed auto-critica

4.8.4. testo

4.9. Paradigma ecologico

4.9.1. Testi di qualità e non basati sulla quantità

4.9.2. testo

4.9.3. testo

4.9.4. testo

4.10. Salutogenesi

4.10.1. Sense of coherence

4.10.1.1. 1. Gli stimoli che derivano dagli ambienti interni ed esterni all’individuo nel corso della vita sono strutturati, prevedibili e spiegabili (comprensibilità) 2. Le risorse per rispondere alle richieste che tali stimoli pongono sono disponibili (Affrontabilità) 3. Queste richieste costituiscono sfide degne di investimento ed impegno (significatività)

4.10.2. Risorse generali di resistenza

4.10.3. testo

4.10.4. testo

4.11. Metodi della cura

4.11.1. Corpo

4.11.1.1. energia

4.11.1.1.1. intelligenza emotiva

4.11.2. Gesti

4.11.2.1. competenze tecniche

4.11.2.1.1. controllo sul non-verbale

4.11.3. Parola

4.11.3.1. tecniche di comunicazione

4.11.4. saperi aggiornati

4.12. Lezione 7

4.12.1. pensiero divergente : più difficile, porta sforzo

4.12.2. Scienza occupazionale : studia l’essere umano nella salute

4.12.3. testo

4.12.4. testo

5. principi irrinunciabili cui fare riferimento per sviluppare competenza e professionalità

5.1. La Cura

5.1.1. Gli obbiettivi della cura

5.1.2. La pratica dell'aver cura

5.1.3. 11 metodi della cura

5.2. Scienza e paradigmi

5.2.1. Dal paradigma meccanicistico a quello ecologico

5.2.2. Normale è ciò che una cultura ritiene normale.

5.2.3. La mia professionalità passa dal mio paradigma.

5.3. La Complessità

5.3.1. Il pensiero della complessità

5.3.1.1. Conoscere è navigare in un oceano di incertezze attraverso arcipelaghi di certezze (E. Monin)

5.3.1.1.1. Problematiche inerenti al RIDUZIONISMO- Cheli: La metafora meccanicistica ed il correlato metodo, basato sulla frammentazione in parti più elementari, ha una certa validità finché si tratta di studiare oggetti inanimati, ma risulta fuorviante se viene applicato allo studio degli esseri viventi. Un uomo è tale solo ed esclusivamente in quanto totalità. ogni organismo vivente, Infatti, esiste solamente in quanto totalità; ciò che viene inteso per "parti", "aspetti", "livelli" di quest'ultimo indicano semplicemente le proiezioni dell'attività mentale osservante ed analitica, nonché delle costruzioni mentali

5.3.2. Presupposti Gnoseologici

5.3.2.1. Co-Costruire: -Integrazione dell'osservatore e dei suoi schemi Descrizione di un vissuto complesso, attraverso il linguaggio ed i simboli

5.3.2.1.1. Ripensamento riguardo al concetto d'oggettività: -Integrazione della pratica riflessiva

5.3.3. La cecità della conoscenza

5.3.3.1. La conoscenza illumina ed oscura nello stesso tempo. La nostra conoscenza progredisce nello stesso tempo della nostra ignoranza. D’ora in poi la conoscenza deve lavorare a fianco dell’ignoranza (E. Morin)

5.3.4. Sproporzione qualitativa/temporale tra input e output

5.3.4.1. + sproporzione di tipo temporale

5.3.5. Ogni essere vivente è un sistema adattativo complesso

5.3.5.1. principio di Pascal

5.3.5.1.1. Organismo= + variabili + complesso

5.4. Paradigma ecologico

5.4.1. Postulati etici

5.4.1.1. 1. Sono responsabile del mio sapere, di ciò che ne faccio 2. Sono consapevole dei suoi limiti 3. Sono consapevole del potere che mi conferisce 4. La cura e le sue proprietà

5.4.2. Effettivamente alcune parti del corpo dell’uomo e degli animali sono molto simili a meccanismi: assomigliano a leve, carrucole e pompe, e ubbidiscono alle stesse leggi meccaniche; molte reazioni chimiche che avvengono nel corpo umano sono riproducibili in provetta, e così via. Nondimeno, lasciare che le somiglianze superficiali nascondano differenze fondamentali resta uno dei più gravi errori di pensiero che si possano compiere. Le persone non sono macchine. Sono di gran lunga più complesse di qualunque meccanismo. Moerman 2002

5.4.2.1. In riferimento a vedere il paziente come una persona e non per la sua malattia o "mal funzionamento" (metafora della macchina)

5.4.3. Presupposti epistemologici: a garantire una conoscenza affidabile è

5.4.3.1. 1. Non solo la quantità, anche la qualità: la polarizzazione sulla visione matematica riduce l’accesso alla comprensione della complessità dell’esistenza umana 2. L’esperienza umana è descritta con una pluralità di vocabolari. Affidarsi non solo al linguaggio argomentativo, ma anche al linguaggio della letteratura, della poesia, dell’arte, della filosofia 3. Non solo un metodo che separa (riduzionismo/atomismo, analitico), anche un metodo che sappia connettere le parti, individuare le relazioni e le interdipendenze (nella cura, nella diagnosi, nell’équipe, nel gruppo) 4. Contestualizzare (“è il contesto che fissa il significato”, Bateson) 5. Un nuovo approccio all’oggettività, superando il concetto statico e neutrale dualistico e proponendo un concetto dinamico e empatico dell’oggettività, dove la persona che conosce è intera, ragione e sentimento, e utilizza l’esperienza soggettiva per arrivare a una conoscenza più articolata. Relazione dialogica complessa tra distanza dall’oggetto, vissuta come risorsa per accedere a conoscenza più complessa, se nutrita di pratica autoriflessiva. 6. Tenere uniti pensiero ed emozione: empatia come risorsa nella conoscenza 7. Coltivare un pensiero complesso: mettere in discussione ogni approccio semplificatore

5.4.4. testo

5.5. Salutogenesi

5.5.1. La salute si realizza sviluppando le risorse e le abilità e non solo riducendo rischi e malattie

5.5.2. metafora del fiume

5.5.3. testo

5.5.4. testo

5.6. Lezione 6

5.6.1. Stare in relazione : ragionamento clinico/processo decisionale/processo di cura, in cui sono implicati mente, cuore, spirito, dunque cometenze/emozioni/virtù/disposizioni/energia. Le buone pratiche codificate (certificate) : metodo clinico, la pratica basata sulle prove di efficacia, la medicina narrativa, la scientificità e la ricerca, l’empatia, la creatività e l’intuito

5.6.2. Morin

5.6.2.1. - Conoscenza della conoscenza : rischi di errori ed illusioni - Principi per una conoscenza pertinente : o Globale, contestuale, complesso - Insegnare la comprensione

5.6.2.1.1. "Noi diamo per scontato che in quello che diciamo e conosciamo non ci siamo errori.”

5.6.3. testo

5.6.4. testo

5.7. Lezione 7

5.7.1. Pensiero divergente

5.7.2. testo

5.7.3. testo

5.7.4. testo

6. indicatori di efficacia/competenza

6.1. La Cura

6.1.1. Qualità della relazione

6.1.2. 11 indicatori della cura

6.1.3. feedback del paziente

6.1.4. Riflessione retrospettiva e pensiero anticipatorio

6.2. Scienza e paradigmi

6.2.1. Utilizzando il metodo scientifico gli indicatori di efficacia si presentano dalle regole del metodo

6.2.2. Edgar Morin: "Un grande paradigma controlla non solo le teorie e i ragionamenti, ma anche il campo cognitivo, intellettuale e culturale in cui nascono teorie e ragionamenti. Controlla inoltre l’epistemologia che controlla la teoria, oltre a controllare la pratica che deriva dalla teoria"

6.2.2.1. Il paradigma orienta, governa, controlla l’organizzazione dei ragionamenti individuali e dei sistemi di idee che gli obbediscono

6.2.2.1.1. Ne deriva che

6.2.3. Edgar Morin: Gli individui conoscono, pensano e agiscono secondo paradigmi inscritti culturalmente in loro. I sistemi di idee sono radicalmente organizzati in virtù dei paradigmi

6.2.3.1. Noi tutti come esseri umani possediamo dei pregiudizi, l'esperienza ci permette di evolvere il nostro pensiero.

6.2.4. La mia professionalità passa dal mio paradigma: ma qual'é il mio paradigma?

6.2.4.1. Il mio paradigma é composto dai miei valori, dalla mia esperienza, dalle mie relazioni e dai valori dati dalla mia famiglia

6.3. La Complessità

6.3.1. Teorie

6.3.1.1. Dal greco "osservazione" = insieme strutturato, interconnesso e coerente di principi, presupposti, ipotesi, concetti e modelli, finalizzato alla spiegazione di un determinato fenomeno, alla comprensione della realtà ed alla sua previsione

6.3.2. Modelli

6.3.2.1. un modello rappresenta la ricostruzione teorica, o la simulazione astratta, di un oggetto, sistema, concetto, che descrive approssimamente la struttura o le funzioni di ciò che intende rappresentare

6.3.2.1.1. Rappresentazione semplificata della realtà, compresa nella teoria a valenza generale, che concerne il particolare

6.3.3. testo

6.3.4. testo

6.4. Paradigma ecologico

6.4.1. Qualità

6.4.2. Approcio naturalistico

6.4.3. Principio di contestualizazzione

6.4.4. testo

6.5. Salutogenesi

6.5.1. Sostanzialmente promuovere la salute, le risorse e le capacità interiori della persona

6.5.2. testo

6.5.3. testo

6.5.4. testo

6.6. Metodi della cura

6.6.1. I processi : Le domande intorno al problema di cura :

6.6.1.1. -metodo scientifico (che cosa-come)/positivistico/riduzionistico privilegia l’analisi, non può essere tenuto da solo

6.6.1.1.1. metodo scientifico – filosofico – sistemico – complesso (che cosa- perché – in che relazione con … contesto-valori – effetti sulla qdv)  capace di riflettere sulle relazioni, paradigma filosofico (capacità riflessiva, introspettiva) sistemico e quindi complesso.

6.6.2. testo

6.6.3. testo

6.6.4. testo

6.7. Lezione 7

6.7.1. testo

6.7.2. testo

6.7.3. testo

6.7.4. testo

7. definizione

7.1. La Cura

7.1.1. La cura secondo Mortari

7.1.2. Curare

7.1.3. testo

7.1.4. testo

7.2. Lezione 2

7.2.1. scienza

7.2.1.1. “sapere, dottrina, insieme di conoscenze ordinate e coerenti, organizzate logicamente a partire da principi fissati univocamente e ottenute con metodologie rigorose, secondo criteri propri delle diverse epoche storiche”

7.2.2. Paradigma

7.2.2.1. “complesso di regole metodologiche, modelli esplicitativi, criteri di soluzione di problemi che caratterizza una comunità di scienziati in una fase determinata dell’evoluzione storica della loro disciplina..”

7.2.3. testo

7.3. La complessità

7.3.1. Complesso: Qualcosa che viene tenuto insieme, un modo di pensare

7.3.2. Interazione ricorsiva/circolare: non lineare - non esiste causa/effetto

7.3.2.1. Non c'é inizio

7.3.2.1.1. molteplicità di variabili - sconosciute

7.3.3. Sistema adattativo complesso = sistema aperto

7.3.3.1. sistema di interazione di una totalità dinamica capace di evolversi in funzione dell'ambiente

7.3.4. testo

7.4. Paradigma ecologico

7.4.1. Il paradigma nella scienza classica: "Tutti i principi e gli elementi costitutivi della scienza classica nutrono e fortificano una visione del mondo di ordine, di unità, di semplicità costitutiva della vera realtà nascosta dietro le apparenze di confusione, le pluralità, le complessità.” (Morin, 2008)

7.4.2. Paradigma ecologico/post-moderno: "Una rete di relazioni (lo dice la biologia, l’ecologia e la fisica): Innanzitutto la relazione: la realtà è effetto di relazioni. Inadeguatezza del determinismo-meccanicismo, poiché la realtà è strutturata secondo logiche immanenti che evolvono nel tempo, dove tutto è interconnesso. Le relazioni tra le variabili di un sistema complesso sono non lineari. "

7.4.3. testo

7.4.4. testo

7.5. Lezione 5

7.5.1. salutogenesi

7.5.1.1. Promuovo la salute: conosco le aspettative e le risorse della persona, agisco sui suoi fattori protettivi, promuovo lo sviluppo delle risorse indipendentemente dalla condizione di malattia

7.5.2. Patogenesi

7.5.2.1. Prevengo la malattia: conosco i fattori di rischio e agisco per prevenirli, ridurli o contenerne i danni, stabilisco una diagnosi e imposto una terapia ad essa correlata, agisco sui sintomi della malattia, rimuovo le “cause” della malattia

7.5.3. testo

7.5.4. testo

7.6. Metodi della cura

7.6.1. metodo scientifico

7.6.1.1. “Un metodo scientifico consiste nella raccolta di dati attraverso l’osservazione e la sperimentazione, la formulazione e la verifica delle ipotesi .”

7.6.2. testo

7.6.3. testo

7.7. Lezione 7

7.7.1. La creatività

7.7.1.1. “un’uomo che non sviluppa il suo potenziale creativo, è come se non nascesse. I processi creativi permettono la crescita, permettono il raggiungimento della soddisfazione e il benessere psico-fisico”

7.7.2. Origine della creatività: Rumore sinaptico: -a riposo -in azione Potenziale sinaptico: -eccitatorio -inibitorio Trasmissione sinaptica: -elettrica -chimica

7.7.3. testo

7.7.4. testo

8. Cornice teorica che dà significato, valore, spiegazione

8.1. La Cura

8.1.1. I 3 miti della cura:

8.1.1.1. Prometeo: la tenica e la speranza

8.1.1.2. Chirone

8.1.2. Le due polarità semantiche della cura

8.1.3. la pratica dell'aver cura

8.2. Scienza e paradigmi

8.2.1. Metafora degli occhiali:

8.2.1.1. Tutti noi indossiamo degli occhiali, tutti noi abbiamo la NOSTRA visione del mondo e delle cose, che sono influenzate dalle nostre credenze, dai nostri valori e dalle nostre esperienze. L'empatia, la conoscenza, e l'esperienza ci permette di cambiare occhiali o di "aggiornarli" a una versione più "autentica" possibile.

8.2.2. Riduzionismo: Tre tipi Metodologico/analitico/esplicativo •Ontologico/costitutivo/strutturale •Filosofico/teoretico/concettuale/epistemologico

8.2.2.1. Tre eventi hanno contribuito al diffondersi del riduzionismo 1. Lo sviluppo delle tecnologie. 2. Il passaggio dal riduzionismo metodologico a quello ontologico e da questi al riduzionismo filosofico. 3. Il trasferimento dell’epistemologia delle scienze naturali alle scienze umane: “anche noi siamo scientifici come voi!!”

8.2.3. Determinismo

8.2.3.1. LaPlace (1749-1827) : «Possiamo considerare lo stato attuale dell’universo come l’effetto del suo passato e la causa del suo futuro. Un intelletto che ad un determinato istante dovesse conoscere tutte le forze che mettono in moto la natura, e tutte le posizioni di tutti gli oggetti di cui la natura è composta, se questo intelletto fosse inoltre sufficientemente ampio da sottoporre questi dati ad analisi, esso racchiuderebbe in un’unica formula i movimenti dei corpi più grandi dell’universo e quelli degli atomi più piccoli; per un tale intelletto nulla sarebbe incerto ed il futuro proprio come il passato sarebbe evidente davanti ai suoi occhi” (Essai philosophique sur le probabilités)

8.2.4. Meccanicismo

8.2.4.1. De La Mettrie (1709-1751): "Osiamo dunque concludere che l’uomo è una macchina, e che in tutto l’Universo non esiste che un’unica sostanza diversamente modificata. Non è questa un’ipotesi formulata a forza di elucubrazioni e di supposizioni. Non mi sono permesso il ragionamento anche più solido e più immediatamente dedotto, se non dopo una serie di osservazioni fisiche che nessuno studioso potrà contestarmi." (l’uomo macchina)

8.2.5. Dualismo

8.2.5.1. Edgar Morin: Ecco il paradigma, determina i concetti sovrani e prescrive la relazione logica: la disgiunzione. Paradigma che determina una doppia visione del mondo: da una parte un mondo di oggetti sottomessi a osservazioni, sperimentazioni, manipolazioni; dall’altra un mondo di soggetti che si pongono problemi di esistenza, di comunicazione, di coscienza, di destino.

8.3. La complessità

8.3.1. Ogni conoscenza comporta in sé il rischio dell'errore e dell'illusione

8.3.2. Il Tallone d'Achille della conoscenza

8.3.2.1. Tutte le percezioni sono nel contempo traduzioni e ricostruzioni cerebrali a partire da stimoli o segni captati e codificati attraverso i sensi --> errore di percezione + errore intellettuale = la conoscenza sotto forma di parole, di idee, di teorie, é il frutto di una traduzione/ricostruzione attraverso i mezzi del linguaggio e del pensiero, e perciò sperimenta il rischio dell'errore.

8.3.3. Teoria del caaos: Edward Lorenz: Studio delle irregolarità, della discontinuità e incostanza nei fenomeni della natura (movimenti turbolenti dei fluidi, fluttuazioni delle popolazioni, disordine atmosferico, modo del fumo di sigaretta)

8.3.4. Il vivente e la complessità : sistema adattativo complesso

8.3.4.1. Un sistema complesso adattativa è un sistema aperto, formato da numerosi elementi che interagiscono fra loro in modo non lineare e che costituiscono una entità unica, organizzata e dinamica, capace di evolvere e adattarsi all’ambiente (Gandolfi, 2008)

8.3.4.1.1. Il vivente è un sistema in comunicazione con il suo ambiente tramite flussi di energia, informazioni, materia.

8.4. Paradigma ecologico

8.4.1. Postulati ontologici

8.4.1.1. Una rete di relazioni

8.4.1.2. Sistemica

8.4.1.2.1. Relazionalità: È composta da enti la cui identità è definita dalle relazioni di cui ciascun ente è strutturato.

8.4.2. Postulati gnoseologici

8.4.2.1. Co-costruire a partire da un processo operato dalla mente e dal contesto.

8.4.2.1.1. L’osservatore, i suoi schemi e l’osservato sono interconnessi.

8.4.3. Postulati epistemologici

8.4.3.1. Si ammette una pluralità di opzioni, metodi, linguaggi: non solo razionalità.

8.4.3.1.1. Non solo la quantità, anche la qualità.

8.4.4. Postulati politici: quale sapere è bene sviluppare?

8.4.4.1. La conoscenza a servizio della cura del reale

8.4.4.1.1. La conoscenza deve rispondere ad una domanda di senso

8.4.5. Postulati etici

8.4.5.1. sono responsabile di ciò che faccio, consapevole dei miei limiti (occhiali), del potere che ho.

8.4.5.1.1. Sono guidato dagli indicatori della cura per migliorare la qualità della vita

8.5. Salutogenesi

8.5.1. Dallo sguardo patogenico a quello salutogenico

8.5.2. Abbandono del paradigma positivistico

8.5.3. • Processo complesso di generazione di una migliore, persistente e sostenibile salute finalizzata al pieno raggiungimento del potenziale umano, nel quale converge l’azione combinata di risorse interne ed esterne alle persone • Patogenesi e salutogenesi due sguardi distinti (antagonisti e complementari) per comprendere la persona che cerca di sviluppare il proprio potenziale • Dall’attenzione ai fattori di rischio (“cause” di malattia) all’attenzione ai fattori salutogenici (“cause” di salute). Senza trascurare i primi

8.6. Metodi della cura

8.6.1. Mortari

8.6.1.1. Concezione dinamica ed empatica dell’oggettività (intersoggettività)

8.6.1.1.1. pratica conversazionale

8.6.2. Morin

8.6.2.1. conoscenza della conoscenza: rischi di errori e illusioni

8.6.2.1.1. Principi per una conoscenza pertinente : Globale, contestuale, complesso

8.6.3. Stare in relazione

8.6.3.1. Il ragionamento clinico/processo decisionale/processo di cura, in cui sono implicati mente, cuore, spirito, e dunque competenze/emozioni/virtù/disposizioni/energia.

8.6.3.1.1. Le «buone» pratiche codificate (il metodo clinico, la pratica basata sulle prove di efficacia, la medicina narrativa), la scientificità e la ricerca, l’empatia, la creatività e l’intuito.

8.6.4. testo

8.7. Lezione 7

8.7.1. -Little-C: persone che nella vita quotidiana risolvono situazioni diverse, in modo nuovo ed efficace. -Big-C: persone dotate di grande originalità, creatori di opere d’arte, di teorie innovatrici, creazioni originali e all’avanguardia. -Pro-C: persone creative che hanno realizzato opere molto originali, ma non hanno ancora raggiunto un livello artistico. -Mini-C: persone che presentano un processo dinamico e innovativo di pensiero, che riescono ad interpretare in modo molto personale l’informazione adattandosi alle cornici di contesto socio-culturale. 4C model of creativity, James Kaufman, Ronald Beghetto (2009)

8.7.2. testo

8.7.3. testo

8.7.4. testo