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Dinamica by Mind Map: Dinamica

1. FREUD

1.1. Vita sessuale umana

1.1.1. FEMMINILITA'

1.1.1.1. Primo oggetto d'amore = madre per entrambi i sessi

1.1.1.1.1. Per la femmina dopo il complesso edipico, cambia e diventa il padre, incolpa la madre di non avere il pene, cede zona erogena da clito a orifizio vag

1.1.2. Maschio

1.1.2.1. Primo oggetto d'amore è la madre, e non cambia nulla, anche se sposta su un altro oggetto femminile dopo compl edipico

1.2. Sogno

1.2.1. meccanismi

1.2.1.1. trasposizione

1.2.1.2. condensazione

1.2.1.3. spostamento

1.2.2. elaborazione prim, sec

1.2.3. sogno d'angoscia

1.2.3.1. punizione

1.2.3.2. angoscia

1.2.3.3. Trauma: anche se le regole ci sono, qualcosa spinge per rivivere il trauma. Forse coazione a ripetere

1.2.4. prodotto patologico, la libido si stacca dalla realtà, si rivolge verso l'io

1.3. Fantasmi originari

1.3.1. paura di castrazione

1.3.2. scena primaria

1.3.3. seduzione della madre

1.4. Complesso di edipo

1.5. Pulsione

1.5.1. componenti

1.5.1.1. libido

1.5.1.2. affetto

1.5.1.3. rappres

1.5.2. fonte (zona erogena), spinta (fame), meta (ciucciare, azione), oggetto (seno)

1.5.3. Plastica e viscosa

1.5.4. destini

1.5.4.1. sublimazione, rimozione

1.5.4.2. formazione reattiva

1.5.4.3. ritorno all'io

1.5.4.3.1. NARCISISMO

1.5.5. rivolta al seno

1.5.5.1. autoerotica

1.5.5.1.1. rivolta all'oggetto (madre)

1.6. Teoria Nevrosi

1.6.1. FREUD

1.6.1.1. INGREDIENTI

1.6.1.1.1. Fissazione

1.6.1.1.2. Frustrazione

1.6.1.1.3. Conflitto

1.6.1.2. Incapacità di risolvere esperienza cha ha affetto eccessivo (io debole)

1.6.1.3. La nevrosi è il modo piu semplice con cui l'io evita il conflitto (vantaggio primario)

1.6.1.3.1. Vantaggio secondario

1.6.2. si dividono in

1.6.2.1. attuali

1.6.2.1.1. nevrosi traumatica = l'io sostiene la malattia, che lo protegge

1.6.2.2. psiconevrosi

1.6.2.2.1. traslazione

1.6.2.2.2. narcisistiche

1.7. Angoscia

1.7.1. Causa rimozione

1.7.2. destini

1.7.2.1. Libera = nevrosi d'angoscia

1.7.2.2. Legarsi ad un oggetto = fobia

1.7.2.3. Legarsi a un sintomo = altra nevrosi

1.7.3. sintomo protegge dall'angoscia

1.7.3.1. sintomo - angoscia (intercambiabili)

1.7.4. serve a proteggere da qualcosa

1.7.4.1. angoscia reale = pericolo esterno

1.7.4.2. angoscia nevrotica = libido da cui l'io si vuol proteggere

1.8. atti mancati

1.9. Narcisismo

1.10. Io, es, super-io

1.10.1. L'io serve tre tiranni: mondo esterno, super-io, es.

1.10.2. L'io ha il super-io che lo punisce, l'es che spinge per essere soddisfatto, e i vincoli della realtà

1.10.3. La psicanalisi si propone di rendere piu forte l'io, trasformare un po di Es in Io

2. 3. INCONSCIO

2.1. FREUD

2.1.1. Per freud l'inconscio governa tutta la vita psichica, grazie al determinismo psichico. Però possono esserci delle motivazioni in conflitto inconscio (tra es, io, super-io) e questo può avere un ruolo nel determinare delle scelte coscienti.

2.1.2. l'accesso all'inconscio, elaborazioni, censura, le istanze psichiche, ecc

2.2. KLEIN

2.2.1. Per freud la fantasia inconscia (fantasticare) si instaura solo con il principio di realtà. Per la klein c'è subito, infatti il lattante ha oggetti ideali o persecutori (seno) e influenzano le relazioni e la vita psichica.

2.2.1.1. La fantasia inconscia è la credenza che ci siano oggetti interni concretamente percepiti, come il morso della fame, vi è un oggetto concreto all'interno dello stomaco. L'oggetto causa quella sensazione. Dopo la pappa ci sarà un oggetto benevolo che contribuisce alla sensazione di sazietà nel suo stomaco.

2.2.1.1.1. Teorie delle relazioni oggettuali, perchè gli oggetti interni hanno relazioni tra di loro e con il bambino.

2.2.1.2. La fantasia inconscia del bambino si esprime nel GIOCO attraverso il simbolismo

2.3. coniugi SANDLER

2.3.1. Visto che c'era tanta confusione sul concetto di inconscio hanno proposto loro definizione, ma piu complicata di quella di Freud

2.3.1.1. Inconscio passato: prende corpo in un bambino che ha fatto esperienze significative, in modo che si siano formati conflitti, pulsioni, paure, identificazione con i genitori, ecc

2.3.1.2. Inconscio presente: assomiglia al preconscio di freud, può venire alla coscienza ma in forma censurata da ciò che freud chiamava seconda censura, per evitare sentimenti di vergnogna, colpa, imbarazzo e umiliazione. Sono cose che non sono state rimosse, perchè presenti

2.4. FONAGY

2.4.1. prospettiva focalizzata sulla relazione interpersonale, vera e propria svolta!! Un insieme di teorie relazionali

2.4.2. Teoria relazionale e dell'attaccamento vedono i meccanismi di difesa nascere dal conflitto tra bisogni del bambino e risposte del caregiver. Comportano rappresentazioni inconscie che si sviluppano nella prima infanzia

2.4.3. E' il tizio della funzione riflessiva del sè, ovvero pensare i propri stati mentali, ed è stato il collegamento tra teorie di attaccamento e psicoanalisi

2.5. KERNBERG

2.5.1. Si rende conto che nell'inconscio non vi sono solo pulsioni sessuali rimosse ma anche relazioni oggettuali interiorizzate e rimosse. Infatti non ci sono mai nella clinica pulsioni allo stato puro ma relazioni oggettuali investite dalle pulsioni

2.5.2. Inconscio descrittivo (topografico, sede di tutto ciò che inconscio e rimosso) e inconscio dinamico (processo di rimozione e ciò che è attivamente tenuto lontano dalla coscienza)

2.5.3. L'io è per Freud un insieme di rappresentazioni di oggetti investiti dalle pulsioni interiorizzati. In pratica prendiamo un pezzo di qua e di la per formare la nostra personalità... E il super-io è anch'esso l'interiorizzazione della morale della società e dei genitori.

2.6. NEUROSCIENZE

2.6.1. FACCIO un altra volta

2.7. INCONSCIO PSICOANALIT E COGNITIVO

2.7.1. FACCIO un altra volta

3. 4. EMOZIONI E AFFETTI

3.1. L'affetto è divenuto il punto di convergenza tra modelli psicodinamici e neurobiologici

3.2. FREUD

3.2.1. L'affetto coincide sostanzialmente con le pulsioni (principio di costanza). Si tratta di qualcosa di corporeo ma anche di psichico (sentimento)

3.2.2. Sostanzialmente come le pulsioni, premono per essere scaricati, e possono essere alla base della patologia

3.2.3. PATOLOGIA: affetto non scaricato perchè bloccato. Se riportiamo la rappresentazione rimossa a livello conscio l'affetto si può legare ad essa e si può finalmente scaricare.

3.2.3.1. L'affetto si trasforma e causa la patologia (nevrosi d'angsocia, melanconia, isteria, e nevrosi ossessiva)

3.2.4. Nel 25 però propone altro modello, scopre che è l'angoscia a causare la rimozione, non viceversa. L'angoscia porta alla rimozione così da evitare il conflitto. Gli affetti sono visti così come risposte appropriate e adattive agli stimoli

3.2.4.1. mis piego meglio... conflitto, crea angoscia, questa segnala all'io di rimuovere la rappresentazione che crea conflitto e quindi angoscia.

3.3. KLEIN

3.3.1. Gli affetti sono centrali, in quanto legati alle fantasie inconscie (seno cattivo, ecc). E' proprio la fantasia inconscia che ingloba affetto e oggetto mettendoli in relazione

3.3.2. Relazione oggettuale Bambino- oggetto (reale o fantasia inconscia)

3.3.2.1. relazione

3.3.2.1.1. buona (pulsione di vita) seno buono

3.3.2.1.2. cattiva (pulsione di morte) seno cattivo

3.3.2.2. investita da pulsioni

3.3.2.2.1. non scaricano come diceva freud ma rimangono lì (gli affetti)

3.3.2.2.2. non traggono orgine dal corpo come diceva Freud ma sono psicologiche per la Klein

3.3.2.3. L'oggetto è certo investito dalle pulsioni come dice Kernberg e come diceva Freud, ma è soprattutto il risultato tra l'esperienze con l'oggetto reale e la proiezione dei sentimenti su questo oggetto. Quindi il seno cattivo: esperienza reale + proiezione (fantasia inconscia) + investimento pulsionale su questo

3.3.2.4. vedi pag 104 per motivazione

3.3.3. STORIA DELLE POSIZIONI

3.4. BION

3.4.1. Bion ipotizza che alla nascita ci sia un apparato per pensare attraverso le immagini. Gli elementi beta senza significato sono utilizzabili solo quando diventano elementi alfa.

3.4.1.1. La madre tramite la funzione di Reverie elabora gli elementi che gli manda il bambino e può restituirli come elementi alfa, questa è la funzione alfa della madre.

3.4.1.1.1. il bambino impara così a farlo autonomamente, prendere gli elementi angoscianti ed elaborarli.

3.4.2. Afferma che idee ed affetti siano due cose separate ma un tutt'uno

3.5. KERNBERG

3.5.1. Gli affetti per kernberg hanno funzione di comunicazione tra bambino-caregiver e una funzione di organizzatori della vita psichica

3.5.1.1. Gli affetti sono composti da

3.5.1.1.1. rappresentazione del sè

3.5.1.1.2. rappresentazione dell'oggetto

3.5.1.1.3. affetto che li lega e definisce la relazione

3.5.2. Gli affetti fungono da sistemi motivazionali primari (come anche per la Klein) in quanto ci consentono di capire se il mondo esterno ci fa bene o male, se vogliamo allontanarci o meno.

3.5.2.1. Ciò che mette in piu rispetto alla Klain è organizzano le relazioni oggettuali.

3.5.2.1.1. Gli affetti diventano catalizzatori (innescano) le pulsioni. Piu nel dettaglio l'organizzazione degli affetti positivi innescano (catalizzano) le pulsioni sessuali, mentre l'organizzazione degli affetti negativi catalizzano le pulsioni aggressive (di morte)

3.6. AMBIENTE

3.6.1. E' stato considerato anche l'ambiente, il suo ruolo negli affetti.

3.6.1.1. SULLIVAN

3.6.1.1.1. L'esperiena del bambino con la madre si ORGANIZZA in rappresentazioni di tenerezza e di angoscia

3.6.1.2. BOWLBY

3.6.1.2.1. Dice che queste rappresentazioni determineranno le previsioni che il bambino farà quando sarà adulto.

3.6.1.2.2. Esperienze affettive come regolatori del comportamento (MOI)

3.6.1.3. KOHUT

3.6.1.3.1. Anche la psicologia del Sè ha riconosciuto il ruolo degli affetti nella psicopatologia e nello sviluppo. Attraverso le esperienze con l'ambiente il sè diventa coeso o frammentato

3.6.1.3.2. Regolazione affettiva: la comunicazione tra madre e figlio porta l'equilibrio omeostatico del bambino. E la regolazione degli stati affettivi è fondamentale per l'autoregolazione e per la costruzione del Sè.

4. 7. OGGETTI INTERNI E MOI

4.1. OGGETTO della pulsione è l'oggetto alla quale è rivolta, la META invece è l'azione che consente il raggiungimento dell'azione.

4.2. Costanza dell'oggetto: tramite la simbolizzazione, l'oggetto diventa una rappresentazione mentale

4.3. KLEIN

4.3.1. L'oggetto diventa l'immagine di qualcosa che si trova nella mente, mentre per Freud sono contenitori che permettono di scaricare la pulsione. Inoltre per Klein non hanno origine nel corpo ma nella mente

4.3.2. storia delle immagini buone o cattive, ecc...

4.4. WINNICOTT

4.4.1. Oggetto transizionale = collega il mondo interno con il mondo esterno. L'oggetto interno comincia ad assumere caratteristiche del mondo esterno

4.5. KOHUT

4.5.1. OGGETTO Sè = Una parte estesa del Sè del bambino, praticamente è la madre quando ancora la madre deve curare il bambino in modo che questo crei il suo Sè coeso. Se la madre non lo cura il bambino avrà un Sè colmo di angoscia e tendente alla scissione.

4.6. IMPORTANZA ATTRIBUITA ALLA REALTà: Il cambiamento rispetto al passato è dovuto a come l'oggetto determina il Sè. Infatti la rappresentazione di Sè è determinata dalla relazione che il bambino sperimenta con il Caregiver

4.6.1. All'inizio il bambino impara il carattere piacevole o spiacevole dell'interazione con il caregiver e sperimenta un affetto. Il bambino cercherà di capire come reagire per ottenere una risposta piacevole (ritiro o iperattivazione). L'accumularsi di queste esperienze promuove una rappresentazione del Sè (come degno d'amore o meno)

4.6.1.1. La rappresentazione crea un repertorio di aspettative tra Sè e l'oggetto. Nella mente del bambino saranno presenti diverse interazioni con la madre, sulla base di queste il bambino costruirà l'oggetto della madre. Le componenti affettive aiutano a organizzare le sensazioni e le percezioni.

4.6.2. MOI: si costruiscono delle aspettative, così da pianificare, scegliere e interpretare la realtà. L'inconscio contiene i MOI

4.6.2.1. Legami di attaccamento poco soddisfacenti favoriscono un modello operativo dissociato. Meccanismo di elusione difensiva. Non vengono elaborate tutte le informazioni che arrivano dall'ambiente ma solo alcune, allo scopo di proteggersi dalle emozioni negative. Il Sè sarà valutato come cattivo, la parte buona invece rimossa, inconscia. In modo da giustificare tale relazione. Mentre il caregiver come cattivo inconscia e il caregiver buono conscia.

4.6.3. La capacità di mentalizzare di FONAGY deriva proprio dalla relazione con l'oggetto come se stando con la mamma imparasse a capire i suoi stati mentali, e anche la capacità di autoregolazione delle emozioni

5. 9. MECCANISMI DI DIFESA

5.1. FREUD

5.1.1. L'impulso produce angoscia, l'io si difende dall'angoscia con la rimozione e altri meccanismi di difesa

5.2. ANNA F.

5.2.1. Le difese sono gli strumenti dell'Io contro l'angoscia provocata dalle pulsioni dell'Es, contro l'angoscia morale e contro l'angoscia reale (vedi tre tiranni dell'io). Trasformano l'affetto legati alle pulsioni

5.3. KLEIN

5.3.1. Le difese sono organizzatori della vita psichica (come anche gli affetti per Kernberg). Perchè all'inizio della vita i meccanismi di difesa sono necessari (scissione, introiezione, proiezione)

5.3.1.1. Identificazione proiettiva. Alcune parti di sè (ident) sono scisse e proiettate su altri. Quando c'è la fase dell'ansia persecutoria nella posizione paranoide. Il seno cattivo è la proiezione della sua aggressività sulla madre.

5.4. KERNBERG

5.4.1. Si è concentrato piu che altro sui borderline, quindi difese primitive

5.4.1.1. La scissione che permette di evitare la contradditorietà degli stati dell'io (ad esempio sentimenti contrastanti, aspetti positivi e negativi degli oggetti.

5.4.1.2. L'idealizzazione primitiva: che porta alla creazione di un oggetto totalmente buono che può proteggere dagli oggetti cattivi su cui viene proiettata l'aggressività

5.4.1.3. proiezione e identificazione proiettiva permettono di espellere l'aggressività

5.4.1.4. Negazione per allontanare sentimenti sgradevoli

5.5. WINNICOTT

5.5.1. parla di meccanismi che proteggono, come il falso Sè

6. 10.PSICOPATOLOGIA

6.1. TRAUMA

6.1.1. Prima teoria di Freud

6.2. CONFLITTO

6.2.1. Seconda teoria di Freud, tra le pulsioni e le istanze psichiche

6.3. CARENZIALE

6.3.1. Teorie di BALINT, SULLIVAN, FAIRBAIN

6.3.1.1. Secondo i quali la psicopatologia deriva dalla madre che non soddisfa a sufficienza i bisogni del bambino

6.3.1.2. Si creano dei cicli positivi o negativi dove il bambino soddisfatto risponde con espressioni di tenerezza che aumentano la voglia di cura della madre. O viceversa il bambino piange o ha reazioni negative che aumentano l'ansia della madre e si crea così un circolo vizioso nel senso contrario

6.3.2. WINNICOTT - DEUSTCH

6.3.2.1. Winnicott parla di falso sè per riuscire a sintonizzarsi con la madre, ecc Deustch parla di un concetto simile, i "come se" ovvero persone incapaci di provare emozioni, ma che imparano a recitarle. Cresciuti in ambienti privi di affetti.

6.3.3. A. FREUD

6.3.3.1. Anche lei parla di una causa esterna come causa della psicopatologia, carente sostegno ambientale.

6.3.4. KOHUT

6.3.4.1. Se il genitore si prende cura del bambino si sviluppa il Sè, altrimenti rimane frammentato, colmo di angoscia e tendente alla scissione

6.3.4.1.1. Distingue tra la vecchia visione di Freud (uomo colpevole - conflitto) e uomo tragico (tendenza alla realizzazione del Sè)

6.4. DISSINTONIA (visione sistemica-olistica) bambino-madre come un unico sistema, prima invece ad una sola via. La differenza sta nel fatto che qui ognuno dei due si prende cura del'altro e regola i bisogni dell'altro

6.4.1. Bisogno di Riconoscimento: il caregiver deve insegnare al bambino a riconoscere le proprie emozioni, deve essere nella mente del caregiver. Frasi come "perchè sei arrabbiato/triste?" danno delle LABEL al bambino, che può imparare a definire i propri stati.

6.4.1.1. Ciascuno diventa consapevole dello stato dell'altro.

6.4.2. STERN

6.4.2.1. Parla di sintonizzazione degli affetti. La sintonia conduce allo sviluppo normale, la dissintonia apre la strada alla psicopatologia.

6.4.2.2. 3 fasi:

6.4.2.2.1. 1. attenzione congiunta

6.4.2.2.2. 2. Riconoscimento: dove il bambino scopre gli affetti

6.4.2.2.3. 3. Sintonizzazione: degli affetti

6.4.3. Questi eventi sono quindi TRAUMI come la disattenzione (se nessuno ci presta attenzione) come disconoscimenti (nessuno mi considera come una persona con cui relazionarmi) e dissintonia (come se una persona mi imponesse qualcosa di violento e io fossi costretta a subirla)

7. 14.ATTACCAMENTO

7.1. BOWLBY

7.1.1. MOI

7.1.1.1. 3 fasi dopo la separazione dalla madre: 1. protesta: urla, piange 2. disperazione: depressione, tristezza 3. distacco: torna a interagire con il mondo nel tentativo di distaccarsi dalla perdita emotiva

7.1.2. Lutto

7.1.2.1. 4 fasi del lutto: (perdita della madre) 1. Disorientamento: confusione 2. Struggimento: con collera 3. Disorganizzazione: con dolore per carattere inevitabile della perdita e decostruzione dei MOI 4. Riorganizzazione: dei MOI senza la madre

7.2. A.A.I.

7.2.1. Quest'intervista ha permesso di categorizzare l'attaccamento degli adulti in categorie e sottocategorie. E di trovare tre costrutti

7.2.1.1. COERENZA

7.2.1.1.1. Quando ci sono troppo poche o troppe informazioni, contraddizioni, o si va fuori tema, o la narrazione è troppo offuscata. La clinica ci insegna che quando ci sono incoerenze ci sono stati fallimenti empatici con i caregiver.

7.2.1.2. DISORGANIZZAZIONE

7.2.1.2.1. Conflitto tra sistemi comportamentali incompatibili che portano ad una caduta delle strategie. Il bambino non sa cosa fare oppure mette in atto strategie di inversione dei ruoli, dove da vittima diventa carnefice o si prende cura del genitore

7.2.1.3. MENTALIZZAZIONE

7.2.1.3.1. Pensare alla mente dell'altro diventava pericoloso così si è scelto di inibire questa funzione

7.3. Attaccamento - patologia

7.3.1. Attaccamento PREOCCUPATO

7.3.1.1. Disturbi internalizzanti: depressione, disturbo borderline

7.3.2. Attaccamento DISTANZIANTE

7.3.2.1. Disturbi esternalizzanti (condotta, comport alimentare, droghe)

7.3.3. Attaccamento DISORGANIZZATO

7.3.3.1. Disturbo dissociativo di personalità, PSTD

7.4. PAZIENTI

7.4.1. EVITANTE

7.4.1.1. Non vuole aiuto, piu facile criticare gli altri, pericoloso cercare aiuto e non riceverlo ma ancora di piu cercare aiuto e riceverlo. La negazione del proprio bisogno di aiuto è una protezione contro la figura d'attaccamento indisponibile.

7.4.2. PREOCCUPATO

7.4.2.1. Iperattivazione cronica del sistema di attaccamento. In apparenza legati alla terapia e al terapeuta ma possono alternare questo con una forte rabbia

7.4.2.1.1. Con questi pazienti la sfida consiste nel non farsi cacciar via, è come se stessero annegando ma non si lasciassero salvare. Con il tempo se si è costanti nella disponibilità si cambia il paziente

7.4.3. DISORGANIZZATO

7.4.3.1. Mentre nella maggior parte dei pazienti la relazione è un parte importante della terapia, qui la relazione E' la terapia!

7.5. Due orientamenti nella teoria d'attaccamento

7.5.1. Attachment oriented psychoterapy

7.5.1.1. Consiste nel fornire una base sicura al paziente che gli consenta di lavorare sulle rappresentazioni del Sè e delle figure di attaccamento. Lavorare nella zona di sviluppo prossimale, ma il centro della psicoterapia è fatta di altro.

7.5.2. Attachment based psychoterapy

7.5.2.1. Si basa proprio sull'attaccamento in misura maggiore.

7.6. Due dimensioni

7.6.1. La dimensione evitante da un polo e insicura ambivalente-preoccupata dall'altra (iperattivata)

7.6.2. L'altra dimensione è organizzata - disorganizzata che non si può mettere nella prima dimensione

8. 16. PSICOANALISI E ATTACCAMENTO

8.1. FONAGY

8.1.1. Dice che la teoria dell'attaccamento ignora completamente un sacco di aspetti della psicoanalisi, quando in realtà hanno moltissimo in comune

8.1.1.1. Per entrambi è importante ciò che succede nei primi anni del bambino, il rapporto con la madre influenza poi la realtà psichica del bambino, l'importanza del ruolo materno, le motivazioni alla base della ricerca di relazioni

9. 1. FREUD

9.1. 4 principi

9.1.1. determinismo psichico

9.1.2. principio di costanza

9.1.3. principio di piacere

9.1.4. principio di realtà

9.2. Teorie dellle nevrosi

9.2.1. lesione

9.2.1.1. seduzione

9.2.1.1.1. fantasia

9.3. oblio da difesa

9.3.1. rimozione

9.3.1.1. scelta della malattia

9.3.1.1.1. significato dei sintomi

9.3.1.1.2. ad ogni sintomo corrisponde un ricordo rimosso, scopre scissione del desiderio intollerabile

9.4. Sviluppo sessuale

9.4.1. pulsioni

9.4.1.1. prima suddivisione: pulsioni IO e sessuali, poi dopo il 20 abbiamo di vita e di morte, e sta qui il conflitto

9.4.1.1.1. prima del 20: le pulsioni sono esterne all'apparato psichico

9.4.1.1.2. dopo il 20: sessuali e p. dell'Io appartengono all'Es, quindi interne all'apparato psichico

9.4.1.2. i conflitti stanno tra: istanze; conscio-inconscio; principio piacere-realtà.

9.4.1.3. libido

9.4.1.3.1. viscosa: una parte rimane sempre fissata agli oggetti precedenti

9.4.1.3.2. plastica: cambia meta facilmente

9.4.1.4. prima è autoerotica, si concentra su certe zone del corpo, poi c'è un periodo

9.4.2. Orale

9.4.2.1. è caratterizzata da funzionamento primario e dal principio di piacere, il neonato.

9.4.2.2. quando il neonato impara a comunicare alla madre i suoi bisogni passa al funzionamento secondario (CAP 4.1), comincia a tenere conto della realtà

9.4.3. Sadico-anale

9.4.3.1. Secondo freud il bambino sarà in grado di rinunciare al piacere anale per l'amore dei genitori. Sadismo se il bambino rinuncierà sotto minaccia.

9.4.4. Fallica

9.4.4.1. qui c'è il complesso di edipo, il bambino si tocca il pistolino, e ha paura che il papà glielo tagli, e tutto il resto. Rinuncia dell'amore del genitore.

9.4.4.1.1. COMLESSO EDIPICO

9.4.5. Latenza: dove la tenerezza è scissa dalla sessualità vera e propria

9.5. NARCISISMO

9.5.1. Prima la pulsione è autoerotica, non c'è oggetto d'amore ma c'è una zona erogena

9.5.1.1. Narcisismo primario: si raccolgono tutte le zone del corpo scegliendo se stesso come primo oggetto d'amore (perchè l'oggetto interiorizzato per Freud viene dopo, con l'interiorizzazione della madre, per klein diverso (vedi motivazione)

9.5.1.1.1. oggetto esterno (madre)

9.5.1.1.2. narcisismo secondario: è un ritorno della libido all'io, successivo

9.5.2. quindi assume doppia valenza

9.5.2.1. 1. narcisismo come stadio di sviluppo normale

9.5.2.2. 2. narcisismo patologico, ovvero psicosi

9.6. TOPICHE

9.6.1. Prima topica con Conscio, preconscio, inconscio

9.7. Seconda topica nel 22 con Es, Io, Super-io quando da una tridimensionalità e

9.8. CURA

9.8.1. Interpretazione dei sogni

9.8.1.1. libere associazioni

9.8.1.2. simbolismo

9.8.2. Rinforzare l'io, risolvere conflitto portando ciò che è inconscio a livello conscio, rimuovendo però la resistenza che causa la rimozione

9.8.3. Risolvere nevrosi di transfert quando si presenta

10. 2. TEORIE E VISIONI DEL MONDO

10.1. Una visione del mondo, termine difficilmente traducibile italiano, è modello per spiegare la psiche umana, come una lente con cui vedere il mondo.

10.1.1. la visione del mondo del terapeuta è importante per relazionarsi con il paziente, e questo fattore aspecifico è molto importante

10.2. Freud ha una visione del mondo: Uomo colpevole, che rappresenta l'uomo come un essere che cerca di arrivare all'omeostasi. Vede l'uomo sempre in conflitto con l'ambiente.

10.2.1. Mentre Kohut ha un'altra visione del mondo vede l'individuo in armonia con l'ambiente. Questo influenzerà la terapia e il rapporto con il paziente. Uomo tragico.

10.2.1.1. Ci sono altre categorizzazioni, ma si possono riunire in due categorie principali

10.2.1.1.1. la visione tragica/romantica/orientale sono ciò che il terapeuta dovrebbe essere per il buon esito della terapia

11. 5. SESSUALITA'

11.1. FREUD

11.1.1. pulsioni sessuali, e tutta la sua teoria

11.1.2. Inizio con teoria del trauma e l'evoluzione

11.1.3. sessualità nel bambino e fasi dello sviluppo

11.1.4. Tipi libidici

11.1.4.1. erotico: amare ed essere ed essere amati è la cosa piu importante (angoscia di perdere l'amore)

11.1.4.2. ossessivo: super-io molto forte, dominato dall'angoscia morale.

11.1.4.3. narcisistico: il loro interesse principale è la conservazione del proprio sè. Si sentono indipendenti e non si lasciano intimorire, alto grado di aggressività.

11.1.5. Teorie sull'amore di Freud

11.1.5.1. 1. La pulsione è autoerotica inizialmente in quanto trae piacere dal proprio corpo, ---manca un pezzo---, rivolto alla madre, subentra la latenza con scissione tenerezza-sessualità e quest'ultima rimossa. Ritornano insieme nell'adolescenza verso un altro oggetto sessuale

11.1.5.2. 2. associata alla scoperta del narcisismo, e come l'amore può essere rivolto verso se stesso, oltre al genitore. Se l'oggetto amato ci ricambia la tensione tra io e ideale dell'io è eliminata. Freud attribuisce a questo lo stato di benessere.

11.1.5.3. 3. secondo Freud si può amare solo dopo che ci sia il primato della zona genitale sugli altri. Cerca di integrare l'amore (sentimento) con la sessualità (un impulso corporeo)

11.2. KERNBERG

11.2.1. Mentre per freud le pulsioni sono prodotti che vanno scaricati, per Kernberg sono legati alle relazioni oggettuali (come la Klein)

11.2.2. Graduatoria per l'AMORE

11.2.2.1. Personalità Narcisistiche: incapaci di amore (verso un oggetto), mandano tutto in rovina

11.2.2.2. Personalità Borderline: gia piu capaci di investire la libido sugli altri

11.2.2.3. Personalità Nevrotiche: capaci di amare ma si sentono in colpa perchè rimaste fissate alla fase Edipica

12. 6. SISTEMI MOTIVAZIONALI

12.1. Le spinte motivazionali costituiscono anche il cuore della patologia, sono in sostanza pulsioni libidiche e aggressive.

12.2. FREUD

12.2.1. Principio di costanza (sostituita poi dal principio di piacere), soddisfare la pulsione. Tutte le motivazioni utilizzano la libido quale energia convertita con la sublimazione (meccanismo di difesa)

12.2.1.1. Scopre la pulsione di morte, che spiega comportamenti che la pulsione sessuale non spiega. Piu elementare e primitivo, e in grado di oltrepassare il principio di piacere.

12.2.1.1.1. pulsione di vita che costruisce, conserva

12.2.1.1.2. pulsione di morte che scinde e distrugge

12.2.1.1.3. Il prototipo è la coazione a ripetere

12.2.1.1.4. Sono impastate tra loro. A tutti i comportamenti partecipano entrambe.

12.2.2. Le motivazioni sono tutte inconscie, vengono censurate e poi arrivano alla coscienza

12.2.2.1. Non è l'oggetto il fine motivante ma la scarica della pulsione

12.3. RELAZIONE

12.3.1. Per la KLEIN l'oggetto c'è sempre, a differenza di Freud che considera l'oggetto interiorizzato successivamente, per la Klein l'oggetto vi è subito, innato.

12.3.1.1. Il narcisismo primario non è piu quindi assenza di oggetto, ma il rivolgimento della pulsione verso oggetti interni a sè.

12.3.2. PASSAGGIO DA FANTASIE INCONSCIE A RELAZIONI REALI: Questa svolta si ha con FAIRBAIRN. Il vero fine libidico è l'instaurazione di relazioni soddisfacenti con gli oggetti. E' l'oggetto la vera meta libidica.

12.3.2.1. passaggio fondamentale perchè se la motivazione fondamentale che spinge il bambino è la ricerca dell'oggetto, questo è orientato dal principio di realtà fin da subito

12.3.2.2. Per cui le fasi sessuali di freud sono modalità di trattare gli oggetti, attraverso le zone erogene. Le pulsioni diventano un mezzo per raggiunger eil vero obbiettivo: la relazione con l'oggetto.

12.3.2.2.1. Cambio del lavoro clinico: si cerca lavorare sulle relazioni del paziente, attraverso le rappresentazioni che ha costruito dalle sue esperienze. Infatti la terapia è continuamente influenzata dalle relazioni passate del cliente

12.3.2.3. Se la ricerca del piacere venisse svincolata dalla ricerca di relazione dell'oggetto cadremmo nella patologia. Nel caso in cui fosse motivato dalla ricerca del piacere in sè e per sè questo sarebbe patologico e sarebbe la conseguenza di un fallimento nella ricerca di relazioni intime soddisfacenti

12.3.2.3.1. Le teorie di Klein e di Fairbain, costituiscono le radici della psicanalisi relazionale.

12.3.2.3.2. La patologia deriva anche dalla rigidità degli schemi relazionali acquisiti, poco flessibili, non adatti alla realtà.

12.3.3. HARTMANN con la psicologia dell'Io dice che l'Io è indipendente dall'Es e dal principio di realtà, non è in conflitto! Ha le proprie motivazioni che lo orientano.

12.3.4. BOWLBY con lui viene considerato l'evento reale come responsabile della patologia.

12.3.5. KOHUT: il rapporto con la madre influenza l'organizzazione e la coesione del Sè del bambino. Proprio la relazione con la madre gli permette di costruire un sè coeso. Anche per lui la motivazione sta nell'avere un rapporto con la madre.

12.4. MULTIMOTIVAZIONALI

12.4.1. LICHTEMBERG propone un insieme di sistemi motivazionali

12.4.1.1. Regolazione psichica

12.4.1.1.1. spinte che assicurano la sopravvivenza, fame, sete, sonno

12.4.1.2. Attaccamento

12.4.1.2.1. Bowlby: costituirà i MOI

12.4.1.3. Esplorazione (assertivo)

12.4.1.3.1. Per il piacere che ne deriva, separato dalla libido

12.4.1.4. Avversivo

12.4.1.4.1. si attua nel momento in cui c'è una minaccia o un dispiacere (stimolo). Il sistema avversivo deve però essere regolato e il genitore deve insegnare al bambino i pericoli.

12.4.1.4.2. si attua nel momento in cui c'è una minaccia o un dispiacere (stimolo). Il sistema avversivo deve però essere regolato e il genitore deve insegnare al bambino i pericoli.

12.4.1.5. Sensuale - Sessuale

12.4.1.5.1. Distingue tra il piacere sensuale (benessere, calma, rilassatezza) e sessuale (come eccitazione sessuale)

12.4.2. La cosa importante di LICHTEMBERG è il fatto di aver preso sistemi motivazionali studiati singolarmente e averli connessi tra loro e aver studiato il modo in cui l'affetto va a influenzarli

13. 8. Io e Sè

13.1. IO

13.1.1. FREUD

13.1.1.1. Secondo lui deriva dall'Es, seconda topica

13.1.2. PSICOLOGI DELL'IO - HARTMANN (vedi motivazioni, io indipendente, non in conflitto)

13.1.2.1. Autonomia primaria: L'io e l'es derivano da una matrice comune, come anche Anna Freud. All'inizio sono una cosa indifferenziata.

13.1.2.2. Autonomia secondaria: resistenza dalla regressione

13.2. L'io è una struttura, un istanza, il Sè è invece l'intera persona, con la sua organizzazione psichica e il suo corpo.

13.2.1. Prima si formano l'Io e l'Es da un qualcosa di indifferenziato, poi con il superamento del complesso edipico si forma il Super-io.

13.3. SE'

13.3.1. JACOBSON

13.3.1.1. Definisce Sè il proprio mondo interno, e la rappresentazione del Sè le immagini del mondo interno che si formano interagendo con il mondo esterno

13.3.2. SPITZ

13.3.2.1. organizzatori psichici:

13.3.2.1.1. La risposta del sorriso: indica una prima differenziazione tra Sè e oggetto

13.3.2.1.2. angoscia dell'8 mese indica la differenziazione tra gli oggetti, in particolare la madre dagli altri

13.3.2.1.3. il NO indica uno sviluppo ulteriore del Sè

13.3.3. MAHLER

13.3.3.1. prima fase AUTISTICA dove il bambino non è consapevole dell'esistenza di un altro oggetto

13.3.3.2. fase SIMBIOTICA dove diventa consapevole di un oggetto deputato alla soddisfazione dei suoi bisogni (corrispondono entrambi al narcisismo primario di Freud) La madre diventa il nucleo del Sè

13.3.3.3. Fase di separazione-individuazione con la nascita della costanza dell'oggetto

13.3.4. WINNICOTT

13.3.4.1. Lui da una vera e propria definizione di Sè. Parla di vero Sè e falso Sè (che ha il compito di proteggere il vero Sè nascosto)

13.3.5. KOHUT

13.3.5.1. E' con Kohut che assume un importanza centrale il Sè. (kohut= psicologia del sè). Per lui lo scopo principale dello sviluppo è raggiungere un Sè COESO. E questo si sviluppa tramite la relazione con gli Oggetti-sè, vale a dire persone fortemente legati al nostro Sè.

13.3.6. KERNBERG

13.3.6.1. Sè = totalità delle rappresentazioni oggettuali, la nostra personalità. Infatti il Sè (quando è sano) è una struttura che consiste in rappresentazioni multiple del Sè.

13.3.6.2. PSICOPATOLOGIA

13.3.6.2.1. Prima fase: sè e oggetto indifferenziati

13.3.6.2.2. Seconda fase: L'io differenzia le immagini del Sè da quelle dell'oggetto. La mancata emersione del senso del Sè come entità separata dalla madre è la causa della psicosi

13.3.6.2.3. Terza fase: dalla scissione passiamo all'integrazione tra Sè e oggetti interni positive e negative. Se non riesce emerge la patologia Borderline.

13.3.7. STERN

13.3.7.1. Sè emergente nei primi due mesi, consapevolezza molto vaga

13.3.7.2. Sè nucleare: dove capisce di essere staccato dagli altri

13.3.7.3. Sè soggettivo: quando comincia a capire che le proprie esperienze soggettive sono condivisibili con altri. Chiede alla mamma di esplorare l'ambiente con lui

13.3.7.4. Sè verbale: ultimo con la comparsa del linguaggio

14. 11. SETTING

14.1. Interno o esterno: l'assetto mentale del terapeuta, o le regole (onorario, orario...)

14.2. FREUD

14.2.1. Distorsione da parte del paziente, transfert. Due forme di distorsione:

14.2.1.1. Affettiva: affetti proiettati

14.2.1.2. Rappresentazionale: interpreta in modo distorto le esperienze

14.2.2. Da questo deriva che il compito della terapia deve essere aiutare il paziente a distinguere la realtà dalle proiezioni, fantasie interne

14.2.2.1. Il paziente comincia a fare libere associazioni, intepreta i sogni, emergono nel transfert emozioni legati ai genitori e con lo sviluppo e la risoluzione di questo si svolge la terapia.

14.2.2.1.1. REGOLE: lettino comodo e setting esterno. Il paziente deve avere pensiero fluttuante e dire tutto al terapeuta (regola fondamentale), il terapeuta non deve influenzare il paziente (inquinerebbe le proiezioni del paziente).

14.3. KLEIN

14.3.1. Visione diversa da Freud, piu coinvolti nella relazione. Il terapeuta può essere percepito come seno buono (e le sue interpretazioni sono il latte buono, protettivo e nutriente) o come seno cattivo (interpretazioni sentite come dannose). I kleiniani vedono lo strumento d'interpretazione come centrale, non c'è niente di oggettivo.

14.4. WINNICOTT

14.4.1. Il terapeuta deve fornire la funzione genitoriale mancante. Se il caregiver non è disponibile o suff buono lo sviluppo si arresta. La psicopatologia è vista come un arresto dello sviluppo. Se le cure mancanti vengono ottenute lo sviluppo è dinuovo possibile.

14.4.1.1. Il setting è di per se terapeutico, perchè il suo carattere di attendibilità e continuità e sostegno è di per sè terapeutico. Vivere con il terapeuta la relazione madre-bambino. Il setting è la cura stessa!

14.5. KOHUT

14.5.1. La disponibilità dei genitori a lasciarsi usare come oggetti-Sè è la base dello sviluppo sano del bambino. Il terapeuta ponendosi come oggetto-Sè può facilitare la maturazione del Sè a partire dal punto in cui lo sviluppo è stato bloccato.

14.6. Rottura del Setting

14.6.1. Attacchi al setting possono essere consci o inconsci, da parte del paziente ma anche del terapeuta (per sue difficoltà). Per il paziente cambiare è doloroso

15. 12.TRANSFERT

15.1. FREUD

15.1.1. Il transfert è una forma di resistenza, poi dice che è necessario per la cura stessa e che per raggiungere il transfert bisogna solo aspettare, il paziente lo raggiungerà da solo.

15.1.1.1. Transfert: il paziente ci vede come una persona significativa della sua vita, proietta su di noi l'affetto che prova per una persona significativa

15.1.2. Ribaltamento di prospettiva: il transfert non è una resistenza ma è la resistenza che utilizza il transfert. Bisogna però sfruttare il transfert per vincere le resistenze. La traslazione diventa lo strumento piu potente del terapeuta dopo essere stata l'arma piu potente in mano alla resistenza.

15.1.2.1. Controtransfert: anche questo inizialmente lo considera un intralcio, è la reazione al trasfert del paziente.

15.2. A. Freud

15.2.1. Non è possibile il transfert prima della latenza, perchè c'era il genitore come figura di riferimento

15.3. KLEIN

15.3.1. Il transfert gia possibile su bambini molto piccoli, preverbali. Gioco = libere associazioni

15.4. Enactment = elemento importante nella relazione di terapeuta e paziente. Il paziente coinvolge lo psicanalista nello schema relazionale patologico.

15.4.1. RIG = STERN li definisce come un interiorizzazione delle esperienze vissute con il caregiver, vanno a formare i MOI

15.5. FINE trattamento quando il paziente non soffre piu, e quando non c'è la possibilità che ricada nel sintomo.

16. 13.CAMBIAMENTO

16.1. FREUD con la storia come al solito...

16.1.1. Per freud è importante l'interpretazione ma ancora di piu la costruzione del passato, che da effetti sul paziente.

16.2. Successivamente altri autori considerarono non tanto la ricostruzione ma l'esperienza emotiva correttiva di precedenti esperienze traumatiche.

16.2.1. Tuttora controversia tra Neokleiniani che considerano piu importante l'interpretazione e psicologi del Sè e indipendenti che considerano terapeutici di per sè l'empatia e la sintonizzazione con il paziente

16.3. FATTORI RELAZIONALI

16.3.1. Esperienza emozionale correttiva

16.3.2. Interiorizzazione della funzione: come ad esempio il paziente impara a interiorizzare le funzioni consolatorie del terapeuta

16.3.3. Interiorizzazione dell'atteggiamento affettivo (del terapeuta): questo comporta un attenuazione di un super-io ipercritico, impara ad accettare comportamenti o desideri prima vissuti con vergogna o colpa

16.4. ALTRI FATTORI

16.4.1. L'aiuto rispetto alla capacità di prendere decisioni o risolvere problemi

16.4.2. Confronto rispetto alle idee di base, credenze di base.

16.4.3. Esposizione per quanto riguarda l'ansia

16.4.4. Promuovere la capacità di verbalizzare, migliorando la capacità riflessiva del paziente

16.4.5. Importante la varietà di azioni da intraprendere, diffidare dalle teorie che sostengono un unica causa o un unico metodo di agire.

16.5. FATTORI ASPECIFICI

16.5.1. alleanza teraepeutica: è proprio terapeutica, non serve solo a fare terapia.

16.5.2. La persona dello psicoterapeuta: la disponibilità costante, pazienza illimitata, la capacità di far dono di sè, fanno vivere al paziente quell'amore di cui è stato privato fin dalla nascita ma che gli serve per vivere.

16.5.2.1. Il paziente percepisce nel suo inconscio l'atteggiamento inconscio del primo. Ciò che lo psicanalista è, è piu importante di ciò che decide di essere.

16.6. Ricercatori di Boston, hanno studiato il cambiamento in psicoterapia

16.6.1. MOMENTO DI INCONTRO: hanno trovato momenti della relazione presente con il terapeuta, in cui c'è una relazione autentica, un momento in cui si scherza, in cui si esce per un attimo dal setting rigido dell'interpretazione dove non c'è contatto emotivo con il cliente.

17. CASO CLINICO

17.1. 4. VALUTARE PROBLEMATICHE EVOLUTIVE

17.1.1. Distinzione tra blocco evolutivo e regressione

17.1.2. REGRESSIONI

17.1.2.1. Fase orale: problemi di differenziazione, probabilmente psicotico

17.1.2.2. Fase anale: l'età in cui il b. impara a usare il vasino, conflitto tra ciò principio di piacere e realtà. Problematiche relative al controllo sociale/genitoriale

17.1.2.3. Fase edipica: problemi relativi alle relazioni e all'identità. E' il periodo in cui si identifica con il genitore del sesso opposto, il periodo del complesso edipico. Problemi di identificazione

17.1.3. ORGANIZ. CARATT.

17.1.3.1. Psicotico: problematiche legate alla fase orale, il paziente non sa cosa viene da lui e cosa dall'esterno. Problemi nell'esame di realtà e regolazione degli affetti.

17.1.3.2. Borderline: lotta tra impotenza e aggressiva conquista di potere sarà intensa. Persone viste come buone/cattive. Scissione, identificazione proiettiva.