La Sofferenza
by Gregorio Cacelli
1. Leopardi, la natura crudele
1.1. « La natura non ci ha solamente dato il desiderio della felicità, ma il bisogno; vero bisogno, come quel di cibarsi. Perché chi non possiede la felicità, è infelice, come chi non ha di che cibarsi, patisce di fame. Or questo bisogno ella ci ha dato senza la possibilità di soddisfarlo, senza nemmeno aver posto la felicità nel mondo. Gli animali non han più di noi, se non il patir meno; così i selvaggi: ma la felicità nessuno. » (Giacomo Leopardi, Zibaldone, 27 maggio 1829)
2. "Tube Shelter Perspective" Henry Moore 1941
3. Shopenhauer, e la volontà di vivere
3.1. La volontà di vivere produce incessantemente nell'uomo bisogni che richiedono soddisfazione: desideri, che sono dunque reazione ad un senso di mancanza, di sofferenza. Difficilmente però tutti i desideri si realizzano, e la mancata realizzazione di alcuni di essi causa un'ulteriore, più acuta sofferenza. Ma, anche quando un desiderio viene soddisfatto, il piacere che ne deriva risulta essere solo di natura negativa, soltanto, cioè, un alleviamento della sofferenza provocata da quel prepotente bisogno iniziale; bisogno che subito riappare in altra forma, pronto a pungolare con nuovi desideri l'affannata coscienza umana. E quando pure l'uomo non viva nel bisogno fisico e nella miseria, quando nessun effimero desiderio (invidia, vanità, onore, vendetta) gli riempia i giorni e le ore, subito la noia, la più orrenda e più angosciosa di tutte le sofferenze, si abbatte su di lui
4. L'annientamento dell'essere umano
4.1. “Il reggimento finì, così, in uno scenario di desolazione, inghiottito dalla neve e dal fuoco. Inghiottito dal Moloch sovietico e dal fato, non senza aver consentito alle divisioni “Pasubio” e “Torina”, attraendo molte forze nemiche su Meschowo, di sfuggire alla morsa. Oltre il Don furono, per i pochi superstiti fatti prigionieri, lunghi giorni di marcia, di stenti di fame. Il 31 dicembre, mentre proseguivano in treno il loro calvario, furono bombardati per sbaglio dai tedeschi e 300 morti raggiunsero le migliaia di caduti nelle precedenti battaglie… Nei giorni seguenti, a causa della fame, degli stenti e delle epidemie, i sopravvissuti del Terzo si ridussero via via a 600, a 340, a 130… Gli ultimi spirarono nel campo di prigionia di Wilwa per tifo nell’aprile del 1943”. Da “Bersaglieri del Don” di Rinaldo Panetta
5. Munch e la disperazione
5.1. "Vampire" 1893 Olio su tela “Non ci saranno più scene di interni con persone che leggono e donne che lavorano a maglia. Si dipingeranno esseri viventi che hanno respirato, sentito, sofferto e amato…” Edvard Munch