Zamborlin Alessandro inf

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Zamborlin Alessandro inf by Mind Map: Zamborlin Alessandro inf

1. valori su cui baso il mio comportamento professionale

1.1. Le polarità semantiche

1.1.1. PREOCCUPAZIONE (PRIMA POLARITÀ)

1.1.1.1. se fosse eccessiva diventerebbe logorio

1.1.2. PROMUOVERE IL BENESSERE DELL'ALTRO (FAR FIORIRE)

1.1.3. Spesso vedere il proprio paziente recuperare la propria autonomia nel soddisfare gli obiettivi ci rende più entusiasti del nostro lavoro e più sicuri, ad esempio, nel suo ritorno a domicilio Credo che il ''fari fiorire'' faccia parte del paradigma ecologico poiché acquisisca un pensiero sistemico tenendo conto del complesso (rientro al domicilio, lato economico e strutturale, conseguenze sociali...)

1.2. Valori

1.2.1. IL PARADIGMA ECOLOGICO È CARATTERIZZATO ANCHE DALLA PRESENZA DI VALORI/MORALE:

1.2.2. Credere a ciò che vero e non a ciò che mi viene mostrato

1.2.2.1. Dobbiamo essere in grado, tramite una riflessione critica, di mettere in discussione qualsiasi cosa che per noi non abbia un senso logico

1.2.3. C'è ancora molto da fare...

1.2.3.1. Nonostante siano passati decenni dall'introduzione del nuovo paradigma, tutt'oggi vediamo ancora come non si riconosca valore non solo agli animali (ad esempio negli allevamenti di massa...) ma persino agli umani (documentario di Glancore e Vale)

1.3. Paradigma ecologico

1.3.1. -Pensiero sistemico -Variabili non lineari

1.3.2. comprendiamo che l'effetto possa essere dovuto da diverse cause, delle volte è possibile che esse siano legate non propriamente alla biologia ma anche ad altre dimensioni

2. pubblico a cui mi rivolgo (come lo definisco, obiettivi da raggiungere)

2.1. Soggetto di cura

2.1.1. PRENDERSI CURA VUOL DIRE -far fiorire -prevenire -curare

2.1.2. Il soggetto di cura

2.1.2.1. È una rete di relazioni che dipende dal contesto

2.2. Rete interdipendente

2.2.1. Il paradigma ecologico ci pone tutti sullo stesso piano

2.2.2. Il paradigma ecologico ha un pensiero sistemico

2.2.3. Questo non avviene sempre: credo che nei reparti in cui si sta a contatto con persone che stanno male e con la morte (es. cure intense, PS...) questo viene a mancare per diversi motivi (priorità? meccanismi di difesa?...)

2.2.4. Inoltre il postulato etico non dovrebbe essere preso alla lettera: se per ''migliorare la cura'' (creare un ospedale) devo disboscare ettari di bosco forse non si sta rispettando a pieno la rete interdipendente.

2.3. La complessità ed il nuovo paradigma sono applicabili in ogni dove

2.3.1. La realtà è una rete di interconnessioni, per capire la singola parte bisogna capire il complesso

2.3.2. le variabili sono numerose, esse dipendono dal contesto, dalla quantità, qualità...

2.4. Non solo il paziente

2.4.1. Credo che il paziente non debba essere l'unico a ricevere questo tipo di approcco; considerando la teoria di Jean Watson e le qualità della cura date in base al nostro stato d'animo, posso dire che conoscendo in cosa consiste questo tipo di approccio saremo in grado di autoimporcelo qualora ci trovassimo in situazioni di squilibrio per garantire una massima dedizione verso l'assistito

2.4.2. Nel caso del paziente, invece dobbiamo porci l'obiettivo di mantenere un buon benessere cercando di capire 'cosa fa stare in salute la persona?'

2.5. Me stesso, il gruppo e l'utenza

3. metodi che utilizzo

3.1. Metodo scientifico

3.1.1. -richiede osservazione e la registrazione sistemica dei fenomeni studiati -si legano i dati in maniera coerente ed eventualmente in un linguaggio matematico -il modello teorico è testato da ulteriori osservazioni

3.1.2. spesso vediamo che alcuni fenomeni sono impossibilitati dalla prova scientifica ma nonostante ciò possono dare benessere alle persone (es.: placebo; relazioni con persone di riferimento...)

3.2. Soggettività

3.2.1. Vedere il paziente in modo olistico

3.2.2. Pensiero sistemico

3.2.2.1. curare il paziente conformemente alle sue sfere (bio-psico-sociale) sempre tenendo conto delle sue e mie priorità

3.3. Intelligenza generale (''I sette saperi necessari all’educazione del futuro'')

3.3.1. Perciò quando prendiamo in cura una persona non possiamo concentrarti sul problema fisico (diabete-pancreas-glicemia) ma estendiamo il pensiero alla dimensione psicologica, economica, relazionale...

3.4. Sviluppo di due costrutti

3.4.1. Senso di coerenza

3.4.2. Risorse generali di resistenza

3.4.3. Inserire questi due fattori in alcune situazioni di cura complesse potrebbe essere una buona via per riportare la persona (o mantenere nella persona) una buona integrità del benessere psico-fisico.

3.5. Metodo scientifico filosofico-sistemico-complesso

3.5.1. Il nuovo metodo scientifico propone una visione sistemica basandosi sul paradigma ecologico. Inoltre acquisisce un pensiero deduttivo

3.6. La teoria delle intelligenze multiple

4. strumenti che utilizzo

4.1. Il corpo

4.1.1. IL PROPRIO CORPO

4.1.2. IL CORPO DEL PAZIENTE

4.1.3. Dobbiamo saper approcciare il nostro corpo a quello del paziente, non è sempre facile: dovremmo adattarci a dipendenza di come si presenta il corpo del paziente (rimanere neutri davanti ad odori sgradevoli o davanti ad un bel fisico) e atteggiarci in maniera da rispettare il suo pudore

4.2. Processo di cura

4.2.1. Il processo di cura è centrato sul paziente e la sua famiglia/contesto.

4.3. Organizzazione del comportamento interdipendente

4.3.1. Adattamento

4.3.1.1. L'essere vivente si adatta al caos e al disordine delle relazioni

4.3.2. Principio di asservimento

4.3.2.1. Le diverse parti stanno alle regole del sistema sottostante. Ciò dipende dal contesto e dall'organizzazione

4.4. Quali risorse

4.4.1. risorse interne

4.4.1.1. potenzialità fisiche, psicologiche, relazionali, emotive, mentali, cognitive, spirituali, intellettuali dell’individuo

4.4.2. risorse esterne

4.4.2.1. potenzialità economiche, sociali, cultuali ed ambientali del contesto di vita che possono essere attivate dalla società per migliorare la salute o il potenziale umano delle persone/comunità

4.4.3. Le risorse esterne ed interne interagiscono di continuo sullo stato di salute (compensazione; scaturiscono in condizioni difficili...)

4.4.4. Nel processo di cura (lavoro dialogico), soprattutto nel momento della pianificazione degli obiettivi e degli interventi, sarebbe utile tenere conto anche di queste risorse fin quanto è possibile.

4.5. Gli strumenti

4.5.1. -Corpo, tecniche e comunicazione. -processo di cura, materiale scientifico, creatività ed intuito

4.5.2. I vari tipi di linguaggio

4.5.2.1. della relazione

4.5.2.1.1. del corpo

4.5.3. con gli strumenti possiamo essere in grado di favorire il benessere o la cura della persona. Durante un mio stage ho avuto l'occasione di osservare una vasca da bagno con colori (cromoterapia) e durante il bagno venivano aggiunti oli essenziali all'acqua (aromocura)

4.6. Creatività

4.6.1. Ognuno di noi esprime creatività, chi più e chi meno. Come possiamo usare la creatività nel nostro piccolo dobbiamo essere in grado di usarla negli ambiti di cura

4.6.2. La creatività può servire, per esempio, nell'utlizzo di alcuni strumenti, oppure integrare delle cure nell'ambiente

5. principi irrinunciabili cui fare riferimento per sviluppare competenza e professionalità

5.1. I miti della cura

5.1.1. I tre miti devono essere sempre presenti in un curante ma in maniera equilibrata.

5.1.2. Mito di Cura

5.1.3. Mito di Prometeo

5.1.4. Mito di Chirone

5.1.5. Dobbiamo essere in grado di riconoscere i nostri punti deboli per curare al meglio e non portarci dietro le preoccupazioni altrui; dobbiamo essere in grado però di aiutare le persone ad affrontare queste sfide stimolando la loro autonomia. Se ricordiamo come avremmo desiderato essere trattati quando noi ad essere curati allora avremmo sicuramente un attitudine che non si impara in nessuna scuola. Il nostro lavoro non si basa solo sulla capacità di riflettere e sulle tecniche ma dal mio punto di vista, per far fiorire, bisogna concentrarsi moltissimo sul lato emotivo di una persona .

5.2. Paradigma

5.2.1. Il paradigma inidrizza il nostro modo di percepire e pensare su un determinato fatto

5.2.2. PARADIGMA POSITIVISTA/MODERNO

5.2.2.1. -meccanicismo -dualismo -determinismo -riduzionismo Si separa l'oggettivo dal soggettivo, non si tiene conto della parte emotiva/morale

5.2.3. PARADIGMA ECOLOGICO/POST-MODERNO

5.2.3.1. -sviluppato il pensiero sistemico -si abbandona l'idea del riduzionismo/meccanicismo -ecologia profonda=interazione e interdipendenza dei fenomeni della vita in cui siamo immersi

5.2.4. Il paradigma moderno non è ancora stato del tutto sostituito, alcuni concetti giustamente rimangono nel pensiero di società diverse. È importante tenere conto che molte volte non c'è un giusto o sbagliato, ma solo una visione di quello che viene considerato 'normale' o 'anomalo'.

5.3. 5 postulati

5.3.1. I postulati sono le fondamenta del paradigma: col cambio del paradigma sono cambiati i postulati.

5.3.2. testo

5.3.3. I postulati interagiscono tra di loro; dobbiamo valutare un'azione con i suoi pro e contro

5.4. Approccio salutogenico

5.4.1. Non per forza se vi è un disguido fisico (malattia) allora il benessere della persona deve venire a mancare: lo scopo del nostro lavoro, oltre a quello della cura (ambito tecnico), è anche promuovere il benessere affinché il paziente possa sentirsi bene anche negli stati di malattia/morte

5.5. La noologia secondo Edgar Morin

5.5.1. Poiché le idee acquisiscano potenza se condivise da una comunità, Morin spiega che per una ''conoscenza della conoscenza'' ,ovvero una conoscenza pertinente legata al paradigma ecologico, è necessaria una meditazione introspettiva e retrospettiva (con le entità interne a noi e quelle superiori). ''Noi siamo servitori delle idee che ci servono. Come per un dio possiamo vivere e morire per un'idea...Queste idee ci manipolano più di quanto le manipoliamo noi''.

5.5.2. Morin si riferisce naturalmente ad idee di comunità e macrosistemi... Nella realtà lavorativa vi possono comunque essere idee (standardizzate, giuste o sbagliate ecc.) che circolano negli operatori di un reparto: la conoscenza della conoscenza sta nell'avere un pensiero critico su quel che effettivamente può non essere coerente. Sfortunatamente come allievi non sempre si può far molto poiché far fronte alla risposta ''qui si fa così'' risulterebbe assai difficile; d'altro canto, da diplomati e con uno status identico a quello dei colleghi forse risulterebbe un po' più semplice

6. indicatori di efficacia/competenza

6.1. 11 indicatori empirici

6.1.1. fattori che determinano un bravo curante

6.1.1.1. ricettività

6.1.1.1.1. responsività

7. definizione

7.1. definizioni di epistemologia e cura

7.1.1. Epistemologia della cura

7.1.1.1. Conoscere di cosa si occupa la cura, in che modo e secondo quali modelli

7.1.2. Cura

7.1.2.1. Secondo Luigina Mortari bisogna definire il soggetto di cura e l'oggetto di cura, infine definire che la cura è una pratica a cui si aggiunge un lato emotivo ed ha lo scopo di ''prevenire, guarire e far fiorire''

7.1.3. In sintesi la cura è una pratica relazionale tra oggetto-soggetto di cura in cui risponderò ai bisogni dell'assistito con lo scopo di guarire, prevenire e far curare sé stesso.

7.2. Definizione di paradigma

7.2.1. Dizionario Treccani

7.2.1.1. ''è un complesso di regole metodologiche, di modelli esplicativi e criteri di soluzione che caratterizza una comunità di scienziati in una determinata fase dell’evoluzione storica della loro disciplina''

7.2.2. Secondo Thomas Kuhn

7.2.2.1. ''costellazione di concetti, tecniche e valori e condivisa da una comunità scientifica''

7.2.3. Secondo Edgar Morin

7.2.3.1. ''Il modo di concepire, formulare e organizzare le teorie scientifiche è guidato da postulati o presupposti occulti -orientamento metodologico -schema fondamentale di pensiero, presupposti o credenze -con ruolo chiave e un potere dominante sulle teorie -visione del mondo collettiva -sovrano perché ci comanda, il paradigma determina ciò che scegliamo/pensiamo

7.3. Complessità

7.3.1. Si ha complessità quando le differenti parti del tutto sono inseparabili tra loro e quando c’è un’interazione (interdipendente e retroattivo) tra

7.3.1.1. l'oggetto

7.3.1.1.1. il contesto

7.3.2. Il pensiero sistemico

7.3.2.1. un modo di pensare in termini di connettività, relazione e contesto. -->le proprietà essenziali di un organismo emergono dalle interazioni e relazioni tra le parti e l’integrità di sistema vivente.

7.3.3. è un modo di pensare in termini di connettività, relazione e contesto. -->le proprietà essenziali di un organismo emergono dalle interazioni e relazioni tra le parti e l’integrità di sistema vivente.

7.4. Aprocio salutogenico (A. Antonowsky)

7.4.1. Approccio che intende dire che la salute non dipende da fattori sanitari ma da altro. L’idea è quella di pensare che ogni persona è più o meno sana e contemporaneamente più o meno malata; lo scopo è quello di rendere la persona più sana o meno malata e comprendere il motivo per cui una persona rimanga sana.

7.4.2. Approccio salutogenico esteso (Atlante concettuale della salutogenesi)

7.4.3. È un tipo di studio basato sui concetti di Antonowsky e che si concentra sulle azioni delle risorse interne ed esterne della persona per comprenderne caratteristiche, funzioni, interazioni ed effetti prodotti

8. Cornice teorica che dà significato, valore, spiegazione

8.1. Metafore nella cura

8.1.1. LA CURA È UN'IMPRESA ONEROSA

8.1.1.1. -condividere la sofferenza e aiutar a far fiorire -la nostra parte emotiva deve essere protetta

8.1.2. LA CURA È SEMPRE UN PERCORSO IN CUI SI INCONTRANO CONFLITTI

8.1.2.1. -i conflitti possono modificare l'approccio della cura -affrontare essi in maniera assertiva

8.1.3. -man mano che andiamo avanti dobbiamo sempre ricordarci di come abbiamo affrontato conflitti (non per forza ci devono coinvolgere direttamente)-->grazie al'esperienza saremo in grado di affrontarli sempre meglio -le esperienze brutte non dovranno essere mai dimenticate, ci aiuteranno a crescere emotivamente ed ad affrontarne altre

8.2. Scienza

8.2.1. ''Sapere, dottrina, insieme di conoscenze ordinate e coerenti, organizzate logicamente a partire da principi fissati univocamente e ottenute con metodologie rigorose, secondo criteri propri delle diverse epoche storiche''

8.2.2. Attraverso i metodi scientifici (se presenti) saremmo in grado di sapere quale decisione mettere in atto con evidenza scientifica; dobbiamo essere in grado di avere un pensiero critico su tutto ciò che ci può sembrare non coerente.

8.3. Complessità

8.3.1. ogni organismo è un sistema complesso adattivo: le parti comunicano tramite -energia -informazioni -materia

8.3.2. La complessità è composta da relazioni non lineari, più sono le parti che compongono l'oggetto e maggiore sarà la complessità

8.3.3. La complessità è stata sviluppata da: -teoria del caos Gli effetti su un determinato sistema possono essere completamente diverse a dipendenza delle condizioni iniziali creando una discontinuità della natura -teoria dei sistemi= -cibernetica=

8.4. Metafora del fiume

8.4.1. Possiamo agire in modo che la persona ''fiorisca'': seguiamo le linee guida dell'OMS, i concetti di A. Antonowsky e la teoria della complessità per concedere questo

8.4.2. La vita è un continuum tra salute e malattia. Ogni persona agisce in maniera differente per sentirsi bene o meno malata